La duna di Casalborsetti, uno scrigno di biodiversità

Le dune rappresentano uno scrigno di biodiversità importanti per il territorio, una passeggiata alla scoperta della flora che le popolano

Foto: La duna di Casalborsetti – Parco Delta del Po Emilia-Romagna. Foto di Roberto Fabbri.Le dune, precari e preziosi ecosistemi, ricchi di biodiversità, rappresentano una risorsa importante per il nostro territorio marittimo. Permettono, infatti, il naturale avanzamento delle linee di costa, anche se troppo spesso sono disgregate dall’azione dell’uomo per interesse economico.Poche sono oggi le dune rimaste nel territorio ravennate. Una segnalazione particolare merita la località balneare Casalborsetti dove ci sono 300 metri di duna litoranea, sito di interesse comunitario che fa parte del Parco del Delta del Po.La formazione della duna è dovuta a cordoni di sabbia disposti parallelamente alla linea di costa, originati dall’accumulo della sabbia trasportata dal vento oltre la zona sottoposta a variazioni di marea. Il  vento proveniente dal mare muove granuli di sabbia ricevendo, al contatto con la terraferma, attrito. Ciò comporta la deposizione della sabbia nella zona dunale che intercettata dalle piante psammofile – amiche della sabbia – si deposita piano piano alla loro base portando alla costituzione della duna.[vc_single_image image=”9741″ img_size=”large”]La vegetazione che colonizza le duna costiera di Casalborsetti è adattata a condizioni estreme di aridità legata alla presenza di sali, distribuita per fasce zonali parallele alla costa dal mare verso l’interno. Vicino al mare la duna è più giovane, verso l’interno si presenta più matura e stabile.

Si parte dalla zona di battigia, priva di vegetazione perché inondata dal’acqua marina.La zona di riva, non più raggiunta dalle onde, presenta un accumulo di detriti organici portati dal vento che portano a comunità vegetali temporanee poiché soggette all’azione erosiva dell’ambiente salino. Si ha poi la duna costiera, prima fascia del territorio emerso popolata da specie vegetali terrestri, succulenti con radici profonde striscianti con foglie pelose e coriacee per limitare la perdita d’acqua. Tale fascia è detta “cakileto” per la presenza di questo tipo di pianta pioniera che ostacola la mobilità della sabbia, cakile o rughetta di mare, con radici striscianti, carnosa nelle foglie lobate, molto ridotte con delicati fiori lillà disposti a croce.Si passa all’agropireto con fissazione della sabbia: le piante sono più vistose fra graminacee con lunghi rizomi e la soldanella marina dai rizomi profondi con fusto prostrato, foglie cuoriformi e fiore effimero (che dura solo un giorno), a peduncolo, con calice imbutiforme di colore rosa.

Verso l’interno si ha la duna bianca o ammofileto , più stabile, colonizzata dalla graminacea Ammophila arenaria che trattiene la sabbia portata dal vento attraverso i suoi densi cespugli costituiti da lunghi pennacchi dorati. Altre piante sono: la carota di mare con le sue foglie pungenti e divise a infiorescenza ombrelliforme bianca, l’erba medica strisciante e rampante con fiori gialli  disposti in dense infiorescenze con calice a campanula e la biennale (il secondo anno fiorisce) verbasco, con struttura a spiga e fusto ramoso che colora di giallo la duna a giugno.Da non dimenticare, qui piantato ma molto diffuso in area mediterranea, il resistente giglio bianco di San Pancrazio che in questa stagione mostra le sue foglie basali lanceolate. Dopo le prime due dune mobili si trova quella più consolidata e interna, la duna grigia, popolata da una vegetazione tipo muschio, tortuleto, che crea un tappeto compatto impedendo al vento di asportare la sabbia e permettendo la successiva crescita di piante superiori come l’olivello spinoso, il ginepro e la tamerice gallica con le sue foglie squamiformi. Oltre alla presenza di numerose piante erbacee colorate, come la silene, con il suo asse fiorale allungato composto di fiori con corolla rigonfia a cinque petali bilobati (da ciò il nome che ricorda il sileno ebbro del dio Bacco).Ricca è la variabilità cromatica della vicia, pianta erbacea leguminosa con fiore labiato e foglie composte. Si giunge infine, alla zona retrodunale,  dove si trovano le dune brune più antiche, per la presenza di humus acido che consente lo sviluppo del ginepro con le sue foglie pungenti, del rovo con le sue foglie composte, del leccio e pino marittimo che danno vita al bosco planiziale. Un viaggio tattile-sensoriale arricchisce il percorso intorno alla duna di Casalborsetti: si tratta di calchi e altorilievi in gesso colorati di nero dei mosaici ravennati della basilica di San Vitale e di San Apollinare in Classe, progettati dall’associazione ambientale Cestha e destinati a un pubblico speciale, gli ipovedenti.[vc_single_image image=”9742″ img_size=”full” add_caption=”yes”][vc_single_image image=”3277″ img_size=”medium”]

MANUELA GUERRA

La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale AIGAE.

Dalla stessa categoria