30 Dic 2023 12:08 - In evidenza
Flavia Sansoni: «Dopo mesi difficili, speriamo in una tregua nel 2024. Servono nuovi volontari»
La Protezione Civile R.C. Mistral, che ha appena compiuto 30 anni, vuole avvicinarsi ai più giovani con un corso. L'alluvione e le continue emergenze hanno evidenziato la necessità di una migliore cultura di protezione civile
di Lucia Bonatesta
È stato un anno complicato per la Romagna quello che sta per chiudersi in cui, dopo le due alluvioni di maggio che hanno colpito gravemente il territorio, è arrivato anche il maltempo di luglio. In prima linea durante questi eventi, come nell’attività di ogni giorno, c’è la Protezione Civile R.C. Mistral di Ravenna, la più antica della città, che quest’anno compie 30 anni e ha ormai oltre 100 volontari. A fare il punto è la segretaria generale Flavia Sansoni, che racconta le attività svolte nel 2023 e i progetti per il 2024.
Che 2023 è stato?
«L’alluvione certamente l’ha fatta da padrone, ma c’è stato anche molto altro: da incendi boschivi a nubifragi. È stato un anno particolarmente intenso, che per noi non è ancora finito, perché stiamo ancora aiutando tante famiglie, nonostante i riflettori si siano un po’ spenti».
Oggi com’è la situazione post-alluvione? Ci sono ancora famiglie sfollate?
«Gli sfollati ad oggi sono tutti rientrati, ma ciò non vuol dire che non abbiano bisogno. Ci sono famiglie che sono rientrate, ma magari devono aspettare che i muri e i pavimenti si asciughino. Abbiamo, per esempio, una famiglia di 8 persone che vivono in appena due stanze. Sono situazioni di grave affaticamento, dove noi portiamo un aiuto laterale. In questo momento non distribuiamo più alimentari, ma prodotti per l’igiene personale e per la casa, o anche cuscini e lenzuola. Tutto il materiale arriva da donazioni di cittadini e aziende del territorio».
Un momento del 2023 che non si dimenticherà facilmente?
«C’è stata una settimana in cui, se l’acqua si fosse alzata di 14 centimetri, tutta Ravenna sarebbe rimasta al buio. Insieme alle Forze dell’Ordine e alle altre protezioni civili, abbiamo lavorato per una settimana indefessamente per far sì che non si interrompesse il servizio elettrico».
Altre attività di Mistral nell’emergenza?
«Abbiamo dato supporto agli hub, hanno chiesto il nostro aiuto anche da alcuni musei di Faenza, abbiamo gestito il magazzino del Comune al Pala De André, dove erano stoccati dei deumidificatori donati al Comune da fuori regione per gli alluvionati. È stato un impegno su più fronti».
Crede che l’alluvione abbia portato maggiore consapevolezza nei cittadini?
«Questa emergenza ha messo in evidenza il messaggio che noi cerchiamo di far passare da oltre 20 anni, cioè che la protezione civile non è di qualcuno, ma è di tutti. Credo molto nel volontariato e nella Protezione Civile, dovremmo crederci tutti. Fuori dal periodo emergenziale, però, nessuno si chiede come funziona la Protezione Civile. C’è tutto un lavoro di richiesta dei mezzi, degli spazi, partecipazione ai bandi, sono attività che rimangono nell’ombra».
E come funziona un periodo di non emergenza?
«Sono anni che investiamo molto sulla formazione e comunicazione, organizziamo incontri, sono una delle fatiche maggiori. Anche se in realtà negli ultimi anni eravamo impegnati con il terremoto nelle Marche, poi c’è stato il Covid. Pensavamo di poter respirare un attimo e invece è arrivata l’alluvione. Ci auguriamo che il 2024 sia un anno di serenità e leggerezza».
C’è stata qualche iniziativa dedicata al periodo natalizio?
«Per Natale, un volontario si è travestito da Babbo Natale e altri Mistral da Elfi, siamo andati in una casa famiglia per anziani e bimbi. Abbiamo portato aiuto anche al carcere di Ravenna e a quello di Forlì. Quando si parla di carcere, si alzano sempre delle barricate; ma la democrazia vera passa anche dalle condizioni delle carceri».
Qualche progetto per il 2024?
«Sicuramente riprenderemo il nostro storico progetto per avvicinare i cittadini, “Scopri il coraggio che non hai”. Vogliamo avvicinare soprattutto i giovani, perché il mondo è loro, il futuro è per loro. C’è una grande carenza di giovani nella protezione civile. Con noi si può fare la differenza, agendo fattivamente. Non ci si può ricordare della Protezione Civile solo nell’emergenza, perché è la continuità a fare la differenza. Se non ci saranno nuove emergenze, partiremo a febbraio con la formazione. È quello che ci auguriamo e auguriamo al nostro territorio».