Dalmonte, presidente Cer, sulla siccità: “Siamo di fronte all’esaurimento delle risorse idriche del territorio”

Le piogge dei giorni scorsi hanno alleviato la situazione ma il problema non è risolto

L’estate 2022 è la stagione della ripresa e del ritorno alle vacanze, ma sarà sicuramente ricordata per le temperature alte e la scarsità idrica. Gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più evidenti, la famosa estate 2003 ci ricorda che non è la prima volta che succede ma l’intervallo di tempo in cui si ripetono questi eventi estremi è sempre minore e dovremo abituarci a sopportare temperature rigide d’inverno e roventi d’estate. Con questo l’emergenza siccità è un problema da dover gestire e controllare nel minor tempo possibile.

Nicola Dalmonte, presidente del Canale Emiliano Romagnolo, sottolinea che «la situazione è molto critica. Le piogge degli ultimi giorni sul Nord Italia hanno portato l’innalzamento dei livelli dell’acqua del canale di 10 centimetri, ma nonostante questo è ancora sotto la soglia critica».

L’impianto del Canale è stato costruito per prelevare acqua fino ad una soglia di 2,58 metri sopra il livello del mare. La soglia minima è stata superata già ad inizio stagione e «alcuni accorgimenti tecnici – continua Dalmonte – hanno permesso di poter lavorare a quote più basse raggiungendo i risultati sperati».

Le principali conseguenze possono essere osservate nell’agricoltura che è il campo che soffre maggiormente della scarsità idrica. «Il prelievo dell’acqua è al di sotto del 50% rispetto la quota dello scorso anno e i Consorzi hanno diminuito la distribuzione, portando ad un adeguamento delle colture poiché la diminuzione della disponibilità idrica proseguirà anche nelle prossime settimane».

L’agricoltura, e con essa le aziende che ne dipendono, ha risentito molto della situazione «poiché non sono state raggiunte le quantità di raccolto degli anni passati – dice Dalmonte – non solo per la mancanza d’acqua ma anche per il caldo eccessivo».

A risentirne sarà anche la frutta il cui peso specifico non è più quello di un’annata normale. In alcuni casi il prodotto può essere anche migliore ma è carente della quantità d’acqua a cui si è abituati. Dalmonte evidenzia che anche le produzioni dei prossimi anni avranno degli squilibri e non è stato possibile rispettare perfino le previsioni della produzione del 2022.

Una soluzione alla siccità c’è ed è quella di trattenere l’acqua nei mesi invernali quando è più abbondante per poi rilasciarla nei momenti di bisogno. «Insieme alla Coldiretti stiamo costruendo piccoli e medi invasi, una soluzione immediata che risolve gran parte dei problemi legati alla siccità. Le risorse idriche immagazzinate potrebbero essere utilizzate non solo per le colture ma anche per uso potabile e per le industrie. Inoltre, per l’utilizzo delle pompe saranno installati sistemi fotovoltaici per la produzione dell’energia che sarà possibile utilizzare anche dalle comunità, creando anche un sistema di energie alternative in grado di salvaguardare l’ambiente».

La situazione non è da sottovalutare: non si è mai verificato un fenomeno di questa intensità e, come spiega Nicola Dalmonte, siamo di fronte all’esaurimento delle risorse idriche del territorio.

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