Comitato No Bretella di Porto Fuori: «Nessuna apertura dal Comune per ridiscutere il progetto»

Il 23 maggio, Fabrizio Bazzani, rappresentante del Comitato No Bretella di Porto Fuori, ha portato all’assessora all’urbanistica Federica Del Conte la voce di molti dei suoi concittadini, «preoccupati dal vedere il luogo scelto per sé e le proprie famiglie trasfigurato».

«Triste notare, come, l’occasione di dialogo, sia stata monopolizzata dall’assessora per dimostrare unicamente la correttezza dell’iter burocratico del progetto, senza aperture a ridiscuterlo o al valutarne qualsiasi possibile modifica che lo renda meno dannoso per buona parte della comunità – commenta Bazzani -. Così, il Comune, si impegna a completare in futuro un’opera pagata da privati, che rischia di esser realizzata solo parzialmente e che niente e nessuno può garantire verrà completata, credendo di sapere ciò che la maggioranza vuole, senza chiedersi se questo corrisponda al vero».

«Così si cementificheranno terreni agricoli, verrà danneggiata la quiete di un centinaio di famiglie che vivono in prossimità delle aree interessate dalla bretella e si spenderanno soldi inutilmente – continua -. Tutto questo, secondo una fredda logica burocratica, che poco ha del buon senso, che vuole che ciò che è stato deciso, debba essere compiuto. Senza chiedersi se il risultato sia effettivamente buono, ma solo se la procedura documentale sia corretta, finendo così per calpestare involontariamente le vite dei cittadini, i loro bisogni e desideri».

Le criticità del progetto

«La delibera regionale 1017/2019 informa che il traffico e le conseguenti emissioni verranno spostati da Via Bonifica al fronte nord del paese, dove secondo il testo, si trova “una presenza di poche abitazioni sparse”, mentre in realtà, si trova oggi una tranquilla area residenziale piena di famiglie che hanno scelto quel luogo anche in virtù della natura circostante. Questo significa ignorare la realtà del territorio. Sullo stesso documento si legge che verrà mantenuta una distanza di almeno 50m dalle abitazioni esistenti (pagina 105 del documento al link), cosa non rispettata dal tracciato della bretella, che in più casi, si trova ad una distanza inferiore», sottolinea Bazzani.

«Viene quindi da chiedersi in che modo tale “ampia fascia di rispetto”, sia stata valutata sufficiente a mitigare l’impatto acustico e delle emissioni generate dal progetto. Visto che, su decisione della regione, il progetto non ha necessitato alcuna valutazione di impatto ambientale (VIA), ha continuato ad essere portato avanti nonostante l’entrata in vigore della legge regionale 24/2017 sul consumo di suolo e ben 36 osservazioni di privati cittadini ed enti pubblici contrarie ad esso sono state totalmente rigettate».

«Questo per un progetto che tra l’edificazione di 17mila mq e costruzione della bretella modificherà il paese in modo sostanziale. Il tracciato andrà anche a circuire un edificio esistente, quasi a voler infilare a forza tale opera in un luogo che evidentemente non le compete. La stessa pubblica amministrazione, nel documento, sembra consapevole che la realizzazione parziale del progetto causerà minore propensione ad utilizzare la nuova strada per gli spostamenti, mentre, i benefici sulla riduzione di traffico saranno del 39% su Via Bonifica e di solo il 17% su Via Staggi», continua.

«Un misero risultato per un’opera poco lungimirante e costosa, che in pochi anni ci ritroveremo a rivedere, perché insufficiente a soddisfare le necessità dell’abitato, visto il continuo consumo di suolo, cui sembra dovremo continuare ad assistere. L’edificazione dell’S9 a vantaggio dei lottizzatori, vale forse il danno di gran parte della popolazione di Porto Fuori? Lasciando l’assessora, viene da chiedersi se non avrebbe fatto miglior figura non concedendo affatto un tale incontro. Visto che di fatto si è trattato di un’operazione di facciata, atta a dimostrare nella forma un interesse e un ascolto del cittadino, sconfessati da una chiusura a ridiscutere gli aspetti negativi del progetto a carico della parte lesa della cittadinanza», conclude. 

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