Cassani e Spadoni abbandonano “Tessere del ‘900”. Casavecchia: «Cercheremo persone più aperte»

L'Associazione si è trovata ad affrontare diverse critiche dopo aver organizzato al Salone del Mosaico un incontro con protagonista il Generale Roberto Vannacci.

In questi giorni a Ravenna si è sentito parlare molto dell’evento organizzato dall’Associazione Tessere del ‘900: la presentazione del libro “Il Mondo Al Contrario” del generale Roberto Vannacci, quinto in classifica fra i libri più venduti nel 2023 in Italia. Oltre alle critiche mosse sui social, alcuni membri del comitato scientifico dell’Associazione hanno presentato le proprie dimissioni subito dopo l’evento. Più Notizie ha intervistato il fondatore dell’Associazione, Piero Casavecchia, per saperne di più.

Si parla di dimissioni nel comitato scientifico di Tessere del ‘900, chi sta andando via?

«Due dei cinque membri del comitato scientifico dell’associazione hanno rassegnato le dimissioni: il prof. Alberto Giorgio Cassani e il prof. Claudio Spadoni. La prof.ssa Emanuela Fiori ha espresso il suo disappunto per l’invito al generale Vannacci, ma non si è formalmente dimessa. Restano in carica, all’interno del comitato, la Prof.ssa Beatrice Buscaroli e il Prof. Ivan Simonini».

Alla luce di queste dimissioni, quale futuro per l’associazione?

«Ci attiveremo subito per cercare altre persone di spessore culturale, ma soprattutto dotate di un’apertura mentale nei confronti del pensiero “non conformista”. Non ci fermeremo, andremo avanti con le nostre iniziative».

Le dimissioni sono strettamente legate all’invito del generale Vannacci o ci sono altre motivazioni?

«Nessun’altra motivazione. Chi si è dimesso sostiene di non aver avuto notizia dell’invito. La realtà è che abbiamo fatto una riunione per pianificare la conferenza, confrontandoci sulla disponibilità del Generale di venire a Ravenna. Il prof. Spadoni era presente, mentre il prof. Cassani era dovuto andare via. Abbiamo organizzato l’evento in pochi giorni, ma la comunicazione era stata data».

La serata com’è andata?

«Molto bene: è stato un dialogo fra me in veste di moderatore e il generale Vannacci, che ha presentato le tesi del suo libro. Il pubblico era molto numeroso. Era una serata su invito, strettamente privata e riservata ai soci dell’associazione nonché a pagamento; comunque c’erano 70 persone ad ascoltarlo».

Ci sono state contestazioni?

«Fuori dal Salone un piccolo gruppo di persone ha insultato gli invitati, ma le contestazioni principali sono giunte dai social. Alcuni hanno invocato piazzale Loreto, inveendo contro Vannacci e chiedendo di appenderlo per i piedi. Un atteggiamento terribile: i cittadini hanno espresso un’intolleranza culturale che non è degna di una città come Ravenna, soprattutto da parte dei tanti che si proclamano democratici».

Qualche segno di dissenso da parte degli associati prima dell’evento?

«Le dimissioni del professor Cassani sono arrivate prima della conferenza, il professor Spadoni le ha inviate il giorno successivo. Forse prima di quella sera non sapeva chi fosse il generale e gli è stato suggerito successivamente. Resta il fatto che trovo inaccettabile l’idea che persone che si sono sempre battute contro la censura tanto nell’arte quanto nella letteratura si possano indignare davanti a un libro – che sicuramente può essere considerato discutibile, opinabile – che rappresenta espressione di un pensiero, e come tale va rispettato».

Facciamo un passo indietro: come nasce “Tessere del 900”?

«L’idea di base è quella di diffondere conoscenze. Intorno al Salone dei Mosaici, acquistato da Maurizio Bucci si è sviluppata l’associazione, fondata nel 2018 per volontà di un gruppo di ravennati. Il Salone, ex “Casa del Mutilato”, chiuso per tanto tempo per motivi di chiusura ideologica, è stato dai noi reso accessibile al pubblico, al turisti e ai cittadini».

Di cosa vi siete occupati in questi anni?

«Durante gli anni abbiamo organizzato diverse conferenze: la prima è stata organizzata dal Prof. Cassani e dal Prof. Simonini sull’arte e la cultura del ‘900 a cavallo fra le due Guerre. Abbiamo invitato anche delle personalità della cultura Italiana come ad esempio Marcello Veneziani, Giordano Bruno Guerri, Stefano Zecchi ed Elena Pontigia, tutti esperti di arte e di cultura a livello sia nazionale che internazionale. Abbiamo anche ospitato una professoressa italiana che insegna in Australia: ci ha parlato dello sport durante l’Italia fascista e dell’architettura delle Case del Mutilato».

Avete realizzato anche altri eventi, al di fuori del Salone?

«Abbiamo portato in stampa un libro che si chiama proprio “Il Salone dei Mosaici”, edito da Il Girasole con introduzione al testo del sindaco di Ravenna, Michele de Pascale.

Abbiamo realizzato una mostra curata dal Prof. Alberto Cassani su Enrico Galassi, artista ravennate misconosciuto, amico di De Chirico, e di altri grandi della pittura del ‘900. Misconosciuto proprio perché aveva militato nel partito fascista. La mostra si è svolta a Palazzo Rasponi, con il patrocinio del Comune di Ravenna e con l’introduzione dell’allora assessore alla cultura Elsa Signorino e del direttore del MAR Maurizio Tarantino.

Lo scorso anno, in occasione del cinquantenario della morte di Ezra Pound, abbiamo portato in scena uno spettacolo teatrale al Rasi: “L’intervista di Pasolini a Pound”; abbiamo messo insieme due grandi eretici della cultura di sinistra e di destra e abbiamo rappresentato questo spettacolo, sempre con il patrocinio del Comune di Ravenna».

Qualche altro evento in programma?

«Per la giornata della memoria faremo una serata su Giorgio Perlasca, dal titolo “Il fascista che salvò gli ebrei”, dedicata all’uomo che durante la Guerra salvò diversi ebrei ungheresi dai campi di concentramento tedeschi. Inviteremo Pietrangelo Buttafuoco a presentare il suo libro su Berlusconi, nel quale accosta le vicende di Berlusconi alla commedia di Dante. Quale città migliore di Ravenna per fare una presentazione di questo genere».

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