Bonini di Nuovostudio apre le ‘porte’ di Mi.Ra: «Un borgo eco-sostenibile rispettoso della memoria e della storia»

Il nuovo borgo green di Ravenna ospiterà 17 soluzioni abitativi in via Mingaiola, traversa di via Fiume Abbandonato, a ridosso di piazza Baracca e Porta Adriana.

A Ravenna sta per arrivare un nuovo borgo eco-sostenibile: Mi.Ra. Exclusive Residence, a pochi passi dal centro, costituito da ville e appartamenti di pregio per un’esperienza abitativa green. 

Il Mi.Ra Exclusive Residence

Si tratta della riqualificazione urbanistica di via Mingaiola, traversa di via Fiume Abbandonato a ridosso di piazza Baracca e Porta Adriana, un progetto di Ala Immobiliare Srl in collaborazione con Gabetti Home Value, affidato allo studio di architettura ravennate Nuovostudio. 

Un vero e proprio piccolo borgo che ospiterà 17 soluzioni abitative con spazi ampi e confortevoli, edifici al top della classe energetica, aree verdi pensate come una sorta di ampliamento degli stessi spazi abitativi, garage e parcheggi privati, con l’obiettivo di unire alla bellezza dell’abitare la comodità della città, all’insegna della sostenibilità ambientale e cercando di massimizzare la qualità della vita. 

L’innovativo progetto – commercializzato da Fabrizio Savorani di Gabetti Franchising Ravenna e Gruppo Savorani – verrà presentato alla città nel corso di un incontro pubblico in programma giovedì 15 febbraio, dalle 17 al Mercato Coperto di Ravenna, in piazza Andrea Costa.

La parola a Gianluca Bonini di Nuovostudio

Per saperne di più Più Notizie si è rivolto a Gianluca Bonini di Nuovostudio, che ha raccontato il progetto e l’idea che si celano dietro la sua realizzazione.

Bonini, come si presentano gli edifici lungo via Fiume Montone Abbandonato?

«Il progetto è rispettoso delle preesistenze. Ha in parte mantenuto la struttura degli immobili esistenti dal punto di vista volumetrico, come nel caso degli edifici documentali che si affacciano sulla via. All’interno di questo spazio, abbiamo ricavato 10 unità di varie metrature, da una a 3 camere da letto».

E la parte interna dell’area?

«Nell’area interna c’erano dei capannoni degli anni ’50 che in parte sono stati conservati come tipologia di volumi. Il progetto ripresenta una serie di 4 villette con la stessa conformazione dei capannoni, ovviamente riadattati a residenza, ma ci sembrava interessante conservare il ricordo delle strutture precedenti. Le altre tre villette hanno assunto una forma diversa ma nel rispetto dei vincoli».

Un intervento complesso?

«Sì, perché presenta diverse tipologie di immobili: quelli documentali preservati per forma e volume, immobili più recenti ma comunque con un fascino industriale, di cui abbiamo mantenuto le volumetrie e tre costruzioni più contemporanea all’interno dello stesso lotto».

Soddisfatto degli spazi verdi?

«Gli spazi scoperti sono la cosa di cui sono in assoluto più orgoglioso. Abbiamo mantenuto e aumentato di circa il 30% le aree verdi e gli spazi scoperti presenti raggiungendo circa 1.300mq destinati a giardini privati, giardini condominiali e parcheggi, poiché data la vicinanza del centro storico diventa fondamentale garantire dei posti auto».

Nel maggio scorso Ravenna è stata coinvolta nell’alluvione, un dramma che ha portato alla luce la fragilità di alcune aree. Vi siete posti il problema della sicurezza delle nuove abitazioni dinanzi a questo tipo di calamità?

«Sì. Nonostante l’aspetto di questi immobili faccia sì che sembrino più in basso rispetto alla strada, l’area risulta fra le più alte della città di Ravenna con 3 metri sul livello medio mare. Questo perché la zina corrisponde a un’area di argine. Nonostante ciò abbiamo alzato ulteriormente di mezzo metro la quota degli appartamenti».

A chi si rivolgono queste abitazioni?

«Il nostro progetto si rivolge a chi ama la città e desidera vivere vicino al centro storico, senza rinunciare agli spazi esterni e alle comodità della zona periferica, garantendo allo stesso tempo sicurezza e privacy».

Ne siete soddisfatti?

«Facciamo del nostro meglio per realizzare dei progetti con istanze di sensibilità urbana e architettonica che la lunga carriera ci ha portato ad acquisire. Per noi è un progetto maturo che combina la qualità della vita e gli insegnamenti architettonici che negli anni abbiamo raccolto. Con l’obiettivo di proporre un luogo di qualità legato alle esigenze delle persone, non abdicando alle istanze delle qualità architettonica».

L’elemento della sostenibilità è importante...

«La vera sostenibilità, per me, è il rispetto per il contesto. Scegliere la memoria è l’atteggiamento più giusto nei confronti degli spazi, come già fatto con la nuova Biblioteca Arcivescovile. Mantenere la cifra delle cortine urbane per me rappresenta un gesto di rispetto nei confronti della storia della città».

Guardando al prossimo futuro, che altri programmi avete per Ravenna?

«Stiamo lavorando a molteplici progetti al momento. Quello a cui tengo di più è il nuovo portale monumentale della Basilica di San Francesco, ad opera di Mimmo Paladino, grande artista contemporaneo, famoso per le sue istallazioni. Ha presentato un progetto e noi stiamo preparando le pratiche per la Sovrintendenza. Un’opera di arte contemporanea dedicata al Paradiso di Dante, perfetto epilogo per concludere il settimo centenario dedicato al sommo Poeta».

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