Si sono fatti conoscere per le strutture componibili e temporanee sul lato sinistro della Darsena di Ravenna, che per due anni consecutivi hanno dato vita alla rassegna culturale “Manualetto”. I giovani architetti di Denara Studio, però, non si accontentano e vanno a Milano per curare il set design della sfilata di Federico Cina – anche lui romagnolo doc – per l’autunno-inverno 2024, parte della Milano Fashion Week.
La sfilata – che si è svolta il 13 gennaio al Superstudio spazio Gallery di via Tortona – presentava la collezione “I colori nel nulla”, ispirata alla nebbia della Bassa romagnola. I quattro architetti Nicolò Calandrini, Francesco Rambelli, Mirko Boresi e Federico Lucchi, tutti sotto i trentacinque anni, hanno progettato – sotto la direzione artistica di Gabriele Rosati e Luca Notarfrancesco – il padiglione formato da strutture metalliche rettangolari dentro e attorno al quale i modelli hanno sfilato.
I concetti da cui gli architetti di Denara sono partiti per realizzare il set design – di cui inizialmente dovevano realizzare solo la seduta, ma che poi hanno conquistato per intero – sono: brutalismo, mettere a nudo, minimalismo, nulla.
«L’idea – spiegano gli architetti di Denara- era quella di creare un padiglione che permettesse di mettere al centro della sfilata il backstage della sfilata stessa. I modelli, infatti, non partivano dietro le quinte e pian piano uscivano, ma si trovavano già al centro della scena, coperti da tende semi-trasparenti, apposte sulle strutture metalliche. Il concetto era quindi quello di esporre ciò che generalmente viene nascosto».
Gli spettatori, dunque, man mano che entravano nello spazio, intravedevano i modelli attraverso la tenda, ricreando proprio l‘effetto della nebbia romagnola, dentro alla quale i performer si muovevano, facendosi vedere solo ogni tanto. Come ultimo atto della sfilata, i modelli hanno scostato le tende, uscendo definitivamente dalla nebbia.
«Per realizzare la collezione – spiega Federico Cina, designer di moda 29enne di Sarsina -, mi sono interrogato molto su che cos’è il cambiamento e come rappresentare le forme e i colori dei cambiamenti della vita. L’ho immaginato come un percorso in cui si attraversa la nebbia, che per me non è assenza di colore, ma un colore indefinito. È anche per questo che i modelli erano dentro il box e nascosti dietro alla tenda. Poi man mano si impara a metabolizzare il cambiamento e allora le forme e i colori diventano più nitidi. E infatti i modelli alla fine escono e si fanno vedere».
«Siamo stati molto soddisfatti – spiegano gli architetti di Denara -. Era la prima volta che realizzavamo il set design per una sfilata e siamo contenti. Anche i ragazzi di Federico Cina e gli art director hanno lavorato benissimo e il risultato è stato ottimo. Nel momento in cui la sfilata è iniziata, la visione d’insieme è stata subito chiara. Ciò che ci rende ancor più contenti è il fatto che il set design che abbiamo realizzato non era solo lo spazio in cui i modelli si muovevano, ma un vero e proprio elemento della sfilata con cui interagivano».
Il team di Denara da tempo lavora sul concetto di architettura do it yourself, cioè progettano le strutture, le costruiscono e poi le smontano, anche grazie all’aiuto di collaboratori. La parte architettonica del set design, dunque, è in linea diretta con il lavoro di Manualetto – grazie al quale Denara e Federico Cina si sono conosciuti e si sono piaciuti.
Ciò che accomuna i due team è una simile visione del lavoro artistico-architettonico: ha forti radici nel territorio e a sua volta intende nutrirlo. Sia il brand Federico Cina sia Denara Studio – in controtendenza rispetto ai più – hanno sede in Romagna, a Cesena e a Ravenna. Non solo, ma lavorano per valorizzarlo: iconiche le camicie di Federico Cina con le stampe romagnole di “Marchi”, storica stamperia di Sant’Arcangelo di Romagna, nonché le magliette con la scritta Ca’ del Liscio.
Per quanto riguarda Denara Studio, già il nome evoca le carte da gioco e le tante partite di briscola o beccaccino che si svolgono ogni giorno lungo la riviera romagnola; ma anche il loro manifesto spiega che «credono nella forte necessità di fare sistema e di rinvigorire un tessuto sociale-urbano che da troppo tempo cerca di rinnovarsi con fatica e discontinuità».
Inoltre, sono entrambi impegnati nel dare un contributo al territorio stesso. Se da un lato Cina per confezionare i suoi abiti si appoggia ai piccoli laboratori a conduzione famigliare del territorio, dall’altro Denara è impegnato in un lavoro di riqualificazione e rivitalizzazione del lato sinistro della Darsena di Ravenna, da anni abbandonato a sé stesso.
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