È arrivata ieri – martedì 23 aprile – la convocazione di Alessandro Bovolenta, giovane pallavolista ravennate (nato a Roma il 27 maggio 2004), con la Nazionale maschile per la Volley Nations League, coppa che comincerà il 22 maggio prossimo a Rio de Janeiro (Brasile) contro la Germania. Obiettivo? Conquistare l’accesso alle Olimpiadi di Parigi 2024.
«Quando è arrivata la convocazione – racconta Bovolenta – è stata una grande emozione. Non credo ci si possa abituare a sensazioni del genere. Sono molto giovane e non è scontato. Anche perché sì arrivare in Nazionale è difficile, ma ancor più difficile è rimanerci. In tutto siamo in 30 convocati e sarò al fianco di grandi giocatori come Simone Giannelli. Partirò venerdì per il ritiro. L’obiettivo è qualificarsi per le Olimpiadi, mantenendo un ranking alto. Se ci qualificheremo poi ci sarà una nuova lista di convocati».
Non è la prima volta per Alessandro con gli Azzurri. Fefé De Giorgi, allenatore azzurro, lo aveva pescato direttamente dall’A2 già l’estate scorsa facendolo esordire con la Nazionale maggiore nella prima partita degli Europei 2023, giocati in Italia. Bovolenta aveva risposto mettendo la firma sull’ultimo punto della partita.
Una scelta inconsueta, quella di convocare un opposto dal campionato di A2, ma che De Giorgi aveva già compiuto con Yuri Romanò ottenendo la vittoria di un Europeo e poi di un Mondiale.
«[Quella di Bovolenta] è una bella storia chiaramente – aveva commentato con gli occhi lucidi l’allenatore De Giorgi –. Una storia del papà, una storia di pallavolo, ma nella mia scelta questo non c’entra. Alessandro è un ragazzo che merita, ha fatto la sua trafila in A2 e con le nazionali giovanili ed è pronto per dare il suo contributo. È giovanissimo ma ha una testa già un po’ anziana, nel senso che lavora bene e sa stare nel gruppo».
Fefé De Giorgi è stato compagno di squadra del padre Vigor, prematuramente scomparso in campo nel 2012 mentre giocava una partita con la squadra di Forlì. Vigor Bovolenta, classe 1974, centrale, aveva fatto parte della cosiddetta ‘generazione di fenomeni’, arrivata all’argento olimpico ad Atlanta nel 1996 e ha vinto anche quattro edizioni della World League, una Coppa del Mondo e due Europei.
Quando suo papà se n’è andato, Alessandro Bovolenta non aveva ancora compiuto 8 anni. Pochi mesi più tardi era in campo al Pala De André, vestito con una maglia di Vigor tante taglie più grande di lui, in mezzo ai giocatori della Nazionale, in occasione del “Bovo day”.
«È stato un percorso difficile – racconta Alessandro Bovolenta -. Guadagnarmi il rispetto per chi sono e non solo per il mio cognome non è stato semplice. Essere riuscito a ottenere la convocazione per quello che ho dimostrato in questi ultimi anni è per me la maggior soddisfazione. Ho imparato a non farci caso perché so chi sono e so cosa posso fare. Poi il mio percorso è appena iniziato, perché ancora non ho mai giocato in A1».
Classe 2004, alto 2 metri e 7 centimetri, è uno degli opposti più promettenti del campionato di A2 e, dopo due stagioni consecutive con la Consar Ravenna, si sente pronto a fare il salto verso la Superlega (massimo campionato). Voci di corridoio lo danno nelle fila del Piacenza.
«Sì – conferma Bovolenta – con Piacenza abbiamo avuto qualche contatto. La situazione è un po’ in stallo, perché loro hanno appena finito il campionato e noi anche. Ora andrò con la Nazionale. Se ne parlerà ufficialmente un po’ più avanti. Ma il salto in A1 ci sarà».
La stagione pallavolistica con la Consar Ravenna (A2) si è chiusa a un passo dalla finale playoff, perdendo in casa del Grottazzolina per 3-2, dove Bovolenta ha segnato ben 27 punti.
«Avevamo costruito una squarda competitiva fin dall’inizio – racconta -. Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, ma è stata una bella stagione. Peccato per la fine, più che altro perché si è conclusa con un 3-2 molto amaro. Sarebbe stato bello vincere in casa del Grottazzolina».
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