“Io l’ho conosciuto prima come poeta e poi ho scoperto tutto il resto – spiega Vasco Brondi – La sua spudorata sincerità continua a essere un insegnamento… la sua mancanza di paura nel superare confini artistici e i suoi esperimenti con la verità. Dopo tutto i grandi artisti sono quelli che hanno un loro percorso profondo e personale ma riescono al tempo stesso a essere popolari: è il caso di Battiato, Lucio Dalla, Fellini o, appunto, Pasolini. Faccio dischi da quindici anni e credo che le canzoni si possano difendere da sole sia che le suoni a Sanremo, in un centro sociale, su un palco in riva al mare o al karaoke di un bar di periferia. L’importante è che resti la ricerca che nella musica è spesso solo una ricerca di successo e non una ricerca esistenziale e artistica.”
Canzoni e musica si confrontano con le parole e i versi di PPP, la cui scrittura diviene una sorta di invisibile voce narrante attraverso un mondo che non esiste più e che ancora esiste; così, intrecciando evocazioni e citazioni, il titolo di una straordinaria raccolta poetica e il “comizio” che subito fa pensare a quelli “d’amore” che segnarono e rivelarono un’epoca, Vasco Brondi mette in musica riflessioni sull’attualità del passato, riflessioni sull’eternità, ma soprattutto l’indimenticabile e disperata vitalità che animava Pasolini.
La vocazione al viaggio e il confronto con voci letterarie non sono nuovi argomenti per Vasco Brondi. Senza rimanere prigioniero del nome simbolo delle produzioni musicali che l’hanno reso una delle personalità più originali della nuova canzone italiana, Brondi ha continuato a varcare una soglia dopo l’altra: ha percorso le strade di una Emilia “minore” e solcato su una zattera, con Massimo Zamboni, il Delta del Po; ha omaggiato Pier Vittorio Tondelli, autore di Altri libertini, romanzo cult degli anni Ottanta, e quest’anno si dedica a Pasolini, altra figura di riferimento della sua narrativa sonora. E lo fa uscendo dalla confortevole “forma concerto” per sceneggiare uno spettacolo che è anche un’occasione per riscoprire memorie e luoghi spazzati via dall’industrializzazione e dalla fine della civiltà contadina. Accanto alla voce e chitarra di Brondi, in scena ci sono il violoncello di Daniela Savoldi, il pianoforte di Andrea Pesce, le chitarre di Andrea Faccioli, le percussioni di Niccolò Fornabaio e il basso di Gabriele Lazzarotti.
Il tributo a Pier Paolo Pasolini, a cui Ravenna Festival ha dedicato la propria XXXIII edizione, continua anche con il prossimo appuntamento de Il Trebbo in musica, la rassegna organizzata in collaborazione con il Comune di Cervia e il contributo della Cooperativa Bagnini: domenica 3 luglio, alle 21.30, Elio Germano e Teho Teardo firmano a quattro mani la performance teatrale e musicale Il sogno di una cosa, dal primo esperimento narrativo di Pasolini.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
IAT Cervia tel. 0544 974400 – IAT Milano Marittima tel. 0544 993435
Biglietti: posto unico numerato 20 Euro (ridotto 18 Euro)
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Le opere saranno esposte nelle vetrine degli esercenti aderenti da venerdì 22 novembre a lunedì 2 dicembre.
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