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A rischio gli incentivi per il parco eolico al largo di Ravenna

L’ultima stesura del testo del Decreto Fer2 che disciplina i nuovi incentivi alle “rinnovabili innovative”, domani all’esame della Conferenza unificata, prevede l’incentivazione di campi eolici con rotori montati su elementi galleggianti escludendo di fatto quelli su pali ancorati al fondale, caratteristica principale del progetto Agnes, che prevede la costruzione di 75 pale eoliche al largo del mare ravennate oltre le 12 miglia nautiche dalla costa.

 

 

Il progetto Agnes, con una capacità produttiva di 400 MW e dal costo stimato 1,8 miliardi di euro, progetto tra i più significativi esclusi da un ipotetico finanziamento, aveva già ricevuto l’impegno da parte delle Autorità competenti in merito a tempistiche celeri, che insieme alla realizzazione del rigassificatore a Ravenna, nel corso del 2023, avrebbe fatto della nostra città un polo centrale a sostegno del fabbisogno energetico di tutto il sistema Paese.

 

“E’ opportuno fare sentire la voce e l’incredulità del territorio di fronte alla esclusione dagli incentivi al campo eolico al largo di Ravenna, decisione che, se confermata, rappresenterebbe un duro colpo alla disponibilità manifestata da tutte le istituzioni ravennati oltre che una mortificazione alla generosa disponibilità del territorio ad essere protagonista attivo al fine di  contribuire alla transizione ecologica verso le energie rinnovabili” – sottolinea con determinazione Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna, che aggiunge “il buon senso e il richiamo anche alle precedenti rassicurazioni venute dalle Autorità competenti sono l’auspicio ad una revisione immediata, già nella sede di analisi imminente del Decreto, verso ipotesi che non escludano il progetto Agnes, così come grande parte  del possibile eolico in progettazione nel nord Italia, da incentivi fondamentali per la loro pratica realizzazione. Mi unisco all’appello del sindaco di Ravenna Michele de Pascale affinché sia trovata al più presto una formulazione alternativa della norma che garantisca la fattibilità dell’intervento. Inoltre, considerata la grave situazione relativa all’approvvigionamento del gas ed il suo costo, occorre far ripartire senza indugi gli impianti estrattivi in Adriatico. Deve prevalere una logica costruttiva per salvaguardare il futuro energetico del Paese”.

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