30 Apr 2022 09:11 - Il bello del territorio
La duna di Casalborsetti, uno scrigno di biodiversità
Le dune rappresentano uno scrigno di biodiversità importanti per il territorio, una passeggiata alla scoperta della flora che le popolano
di Redazione
Si parte dalla zona di battigia, priva di vegetazione perché inondata dal’acqua marina.La zona di riva, non più raggiunta dalle onde, presenta un accumulo di detriti organici portati dal vento che portano a comunità vegetali temporanee poiché soggette all’azione erosiva dell’ambiente salino. Si ha poi la duna costiera, prima fascia del territorio emerso popolata da specie vegetali terrestri, succulenti con radici profonde striscianti con foglie pelose e coriacee per limitare la perdita d’acqua. Tale fascia è detta “cakileto” per la presenza di questo tipo di pianta pioniera che ostacola la mobilità della sabbia, cakile o rughetta di mare, con radici striscianti, carnosa nelle foglie lobate, molto ridotte con delicati fiori lillà disposti a croce.Si passa all’agropireto con fissazione della sabbia: le piante sono più vistose fra graminacee con lunghi rizomi e la soldanella marina dai rizomi profondi con fusto prostrato, foglie cuoriformi e fiore effimero (che dura solo un giorno), a peduncolo, con calice imbutiforme di colore rosa.
Verso l’interno si ha la duna bianca o ammofileto , più stabile, colonizzata dalla graminacea Ammophila arenaria che trattiene la sabbia portata dal vento attraverso i suoi densi cespugli costituiti da lunghi pennacchi dorati. Altre piante sono: la carota di mare con le sue foglie pungenti e divise a infiorescenza ombrelliforme bianca, l’erba medica strisciante e rampante con fiori gialli disposti in dense infiorescenze con calice a campanula e la biennale (il secondo anno fiorisce) verbasco, con struttura a spiga e fusto ramoso che colora di giallo la duna a giugno.Da non dimenticare, qui piantato ma molto diffuso in area mediterranea, il resistente giglio bianco di San Pancrazio che in questa stagione mostra le sue foglie basali lanceolate. Dopo le prime due dune mobili si trova quella più consolidata e interna, la duna grigia, popolata da una vegetazione tipo muschio, tortuleto, che crea un tappeto compatto impedendo al vento di asportare la sabbia e permettendo la successiva crescita di piante superiori come l’olivello spinoso, il ginepro e la tamerice gallica con le sue foglie squamiformi. Oltre alla presenza di numerose piante erbacee colorate, come la silene, con il suo asse fiorale allungato composto di fiori con corolla rigonfia a cinque petali bilobati (da ciò il nome che ricorda il sileno ebbro del dio Bacco).Ricca è la variabilità cromatica della vicia, pianta erbacea leguminosa con fiore labiato e foglie composte. Si giunge infine, alla zona retrodunale, dove si trovano le dune brune più antiche, per la presenza di humus acido che consente lo sviluppo del ginepro con le sue foglie pungenti, del rovo con le sue foglie composte, del leccio e pino marittimo che danno vita al bosco planiziale. Un viaggio tattile-sensoriale arricchisce il percorso intorno alla duna di Casalborsetti: si tratta di calchi e altorilievi in gesso colorati di nero dei mosaici ravennati della basilica di San Vitale e di San Apollinare in Classe, progettati dall’associazione ambientale Cestha e destinati a un pubblico speciale, gli ipovedenti.[vc_single_image image=”9742″ img_size=”full” add_caption=”yes”][vc_single_image image=”3277″ img_size=”medium”]
MANUELA GUERRA
La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale AIGAE.