Alberto Bernabini: «Agnes è una grande opportunità per Ravenna. Le polemiche? Create ad arte»

Negli ultimi giorni, polemiche e passi avanti nell'iter burocratico del progetto per la produzione di energia eolica e fotovoltaica offshore. A fare il punto il fondatore e amministratore delegato di Agnes.

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Da 7 anni Alberto Bernabini – ingegnere elettronico, nonché imprenditore nel settore energetico con Qint’x – lavora al progetto Agnes, acronimo di Adriatic Green Network of Energy Sources. L’ambizione è quella di realizzare un impianto energetico rinnovabile integrato offshore: composto da pannelli fotovoltaici galleggianti e pale eoliche a 12 miglia dalla costa ravennate, con batterie per lo stoccaggio dell’energia e un impianto di produzione di idrogeno verde.

Negli ultimi giorni il progetto Agnes Romagna ha compiuto numerosi passi avanti nell’iter burocratico, ma è stato al centro di qualche polemica politica, che ha spaccato la Lega di Ravenna in due. Da un lato, Gianfilippo Rolando (Lega) e Veronica Verlicchi (La Pigna) hanno esposto alcuni dubbi sul progetto; dall’altro, Giacomo Ercolani (Lega) è convinto che Agnes sia strategico per la città e che la politica debba restarne fuori. Il fondatore di Agnes fa il punto sul progetto per portare l’energia rinnovabile sulle coste ravennati.

Bernabini, negli ultimi giorni il progetto Agnes ha superato numerosi step dell’iter burocratico per l’approvazione. Complessivamente, a che punto è?

«Il 31 maggio è stato pubblicato sul sito del Ministero della Sicurezza Energetica il parere favorevole del MIC (ndr, Ministero della Cultura). Nei giorni precedenti era arrivato anche quello della commissione PNRR/PNIEC, entrambi necessari all’ottenimento della VIA (ndr, Valutazione di impatto ambientale). Nel frattempo, erano arrivati molti pareri intermedi, come quello dei vigili del fuoco relativo all’impianto di idrogeno. La speranza è quella di ottenere la VIA entro giugno. Quello è il documento più importante: una volta ricevuta la VIA, che è lo scoglio più grosso, potremmo partecipare alle aste del GSE (ndr, Gestore dei Servizi Energetici)».

Una volta ricevute queste autorizzazioni, dunque, il progetto potrà partire?

«Al momento no, perché siamo in attesa che esca una legge, chiamata FER2, che dovrebbe regolare l’installazione degli impianti offshore. È una legge che in Italia stanno aspettando tutti gli operatori del settore e che dovrebbe uscire a giorni. Restiamo in attesa».

Nonostante l’iter di Agnes sembra procedere senza intoppi, negli ultimi giorni ci sono state polemiche e sono stati espressi dubbi da parte di alcuni politici locali. La prima preoccupazione, uscita in un servizio su Rete 4, riguarda i pescatori. Cosa ne pensa?

«La polemica dei pescatori, è stata un po’ creata ad arte, normalmente nessuno si preoccupa dei loro problemi, ma ci si ricorda di loro quando si vuole attaccare Agnes. Per i pescatori Agnes è anche un’opportunità, infatti con loro stiamo per firmare un accordo di collaborazione che riguarda proprio i servizi all’interno del parco eolico. Nell’intervista andata in onda su Rete 4, hanno parlato solo tre pescatori che indicavano un’area a poche miglia dalla costa in cui non sorgerà nessun parco eolico, che ricordo è oltre le 12 miglia (23 km). Le mie risposte non sono state mandate in onda. Non è stato giornalismo di buona qualità, sarebbe stato più opportuno intervistare i rappresentanti dei pescatori. Ci sono tanti aspetti positivi: dal ripopolamento dei pesci, all’acquacultura, alla raccolta delle cozze, ai servizi turistici».

Una seconda questione esposta da alcuni consiglieri ravennati, invece, riguarda la capacità di una start-up come la sua di gestire un investimento così grande. Cosa ne pensa?

«I dubbi fanno riferimento al capitale sociale di 10mila euro. Peccato che chi ha sollevato la polemica si sia dimenticato di citare il patrimonio netto di Agnes, che è di circa 2 milioni, oltre che dei soci che hanno miliardi di patrimonio (F2i Sgr). Non credo serva dire altro, sono nozioni base di economia. Come tutti sanno, siamo stati prima affiancati da Saipem dal 2020 e poi F2i dal 2023: sono la più grande azienda di costruzioni offshore italiana e del più grande fondo infrastrutturale italiano».

Ha qualcos’altro da aggiungere in merito ai dubbi sollevati da alcuni politici locali?

«Aggiungo solo che le procedure, sia l’istanza di concessione demaniale sia la VIA, sono durate tre anni e tutti i documenti erano facilmente consultabili online. Sono procedure nazionali assolutamente trasparenti su cui tutti potevano esprimere un parere e fare osservazioni. Sono arrivate molte osservazioni anche da semplici cittadini, ma in questi tre anni non ricordo nessuna osservazione da parte della Pigna. La Lega poi ha sostenuto il progetto anche di recente alla Camera. Trovo abbastanza singolare che non abbiano fatto osservazioni a tempo debito e invece ora facciano accessi agli atti in Comune, che non è responsabile dell’iter autorizzativo, per fare esposti. Dubito fortemente che abbiano capito la procedura autorizzativa, infatti c’è il loro silenzio assenso all’interno della stessa. Poi alcuni esponenti della Lega li hanno seguiti, non so dirle il perché».

Se Agnes andrà in porto, quale saranno gli impatti sulla città?

«Innanzitutto, se riusciremo a realizzarlo, porterà un investimento da circa 2 miliardi di euro di lavori a Ravenna, non mi sembra un dettaglio. Si parla di innovazione e di lavori nuovi, nuove figure professionali. Inoltre, per questo genere di progetti – come anche per il rigassificatore – sono previste compensazioni per di decine di milioni di euro verso la città. Somme che devono essere investite sul territorio. I posti di lavoro poi continueranno anche con la manutenzione nei decenni successivi. Ravenna, dunque, diventerà un hub energetico a livello europeo: qui si troveranno dalla CCS (Carbon Capture and Storage) fino alle pale eoliche. Questo porterà molte aziende a vedere Ravenna come un punto di riferimento europeo. Per non parlare poi del prezzo dell’energia, che dal 1° gennaio 2025 sarà calcolato non più come media nazionale ma su base zonale. Avere qui l’impianto rinnovabile più grande d’Italia dovrebbe incidere anche sulle bollette. Infine daremo la possibilità agli emiliano romagnoli che vorranno di investire e guadagnare da Agnes».

Concludendo, il sentore qual è in questo momento?

«Noi siamo molto orgogliosi di quello che abbiamo fatto, non è da tutti. Oggi Agnes è il più grande progetto di energia rinnovabile italiano ad aver ottenuto il parere positivo dal Mic e dal Ministero della Sicurezza Energetica. È vero che siamo nati start-up, ma ora abbiamo dei grandi soci e altri presto si uniranno nella crescita di Agnes. È un problema della cultura italiana quello di pensare che i grandi progetti possano immaginarli solo le grandi aziende, Agnes ha dimostrato che ancora qualche speranza c’è. Personalmente è stato uno sforzo enorme, ma sono molto fiero soprattutto per i ragazzi del team. Dovrebbero esserlo anche i cittadini di Ravenna».

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Il team di Agnes

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