22 Gen 2024 17:25 - In evidenza
«Il Cau non è un Pronto soccorso ma l’evoluzione dei servizi di guardia medica»
Un cambiamento epocale per decongestionare il Pronto soccorso, nell’ottica del rafforzamento della medicina territoriale. Inaugurazione a Ravenna. Le parole di de Pascale, Carradori, Mazzoni, Marabini, Vasina, Taglioni e Strada.
di Roberta Bezzi
«Non è un Pronto soccorso ma l’evoluzione dei servizi di guardia medica con accesso 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20». Sono queste le parole più ricorrenti per spiegare in sintesi lo spirito dei nuovi Cau – Centri di assistenza urgenza, fortemente voluti dalla Regione Emilia Romagna per potenziare la medicina territoriale. Dopo la felice sperimentazione a Cervia, da oggi – lunedì 22 gennaio – anche a Ravenna ha il suo Cau, ricavato nei locali ristrutturati del Cmp in via Fiume Montone Abbandonato. Medici e infermieri sono pronti ad accogliere e assistere, in accesso diretto e gratuito (per tutti i cittadini residenti o assistiti dalla Regione, mentre per tutti gli altri la visita avrà un costo di 20 euro), pazienti con problemi di salute urgenti ma non gravi, episodici a bassa intensità, quelli normalmente classificabili come ‘codici bianchi e verdi’ al Pronto soccorso.
Con i Cau, un cambiamento epocale per la sanità per de Pascale e Carradori
Soddisfatto il primo cittadino di Ravenna. «L’obiettivo dei Cau – afferma Michele de Pascale – è dare una risposta alle necessità dei cittadini, ma anche ai bisogni degli operatori sanitari. Questa inaugurazione fa parte di una strategia più ampia che prevede da un lato investimenti importanti per l’ampliamento in corso del Pronto soccorso e dall’altro il contenimento degli accessi impropri al Pronto soccorso per i quali non serve una emergenza-urgenza. Con i Cau, avviamo un cambiamento radicale ed epocale che sarà sperimentato e studiato. Le resistenze sono fisiologiche, ma qualcosa andava fatto. Chi tutti i giorni critica dicendo che non funziona nulla, ha poca credibilità».
«In molti mi dicono che sarà un compito arduo – commenta Tiziano Carradori, direttore generale Ausl Romagna –. Forse, ma ormai siamo abituati. Non siamo certi che i Cau siano la panacea contro tutti i mali ma non possiamo sottrarci alla responsabilità. Mi viene in mente quando, a partire dagli anni Novanta, abbiamo chiuso 80 ospedali. Era qualcosa di impensabile, eppure è accaduto e siamo rimasti una delle regioni con la migliore sanità in Europa».
La rete dei Cau e il rafforzamento della medicina territoriale
«Una grande sfida per noi – afferma all’apertura della cerimonia inaugurale Roberta Mazzoni, direttrice del Distretto sanitario di Ravenna –. Terremo monitorata la struttura per vederne l’evoluzione. Stimando un accesso giornaliero di 60-65 persone, speriamo di dare una concreta risposta al noto problema dell’affollamento del Pronto soccorso. Prevista la presenza di un medico in servizio dal lunedì al venerdì con una copertura di 12 ore. Un secondo medico ci sarà il sabato e la domenica per potenziare il servizio in vista della sospensione dell’attività ambulatoriale della guardia medica in ospedale. Saranno mantenuti invece gli altri servizi di guardia medica, quali i consulti telefonici e le visite domiciliari».
Restando sulla stessa lunghezza d’onda, Mauro Marabini, direttore del Dipartimento Cure primarie di Ravenna, ha voluto ricordare come è destinata a crescere la rete dei Cau, grazie all’impegno assunto in tale direzione dalla Regione Emilia Romagna grazie ai fondi Pnrr. «Dopo Cervia e Ravenna – spiega –, entro il 2025, si arriverà all’apertura di altri 4, per un totale di 6. Si aggiungeranno infatti quelli di Lugo, Faenza, Castel Bolognese e Conselice. A completare il quadro della sanità a livello territoriale contribuiranno anche le 29 Case della Salute e le 3 Case della Comunità».
Sandro Vasina, presente in qualità di rappresentante dell’Ordine dei medici di Ravenna ha poi ricordato: «I Cau sono un servizio aggiuntivo alla medicina generale. Non è un Pronto soccorso, ma soddisfa a necessità che non riescono a trovare una risposta in tempi brevi altrove. Guardando al futuro dobbiamo far crescere ancora di più la medicina generale». Per Mauro Taglioni, direttore Assistenza infermieristica e tecnica Ausl Romagna, la potenzialità massima dei Cau si avrà con il riordino e il potenziamento dell’assistenza territoriale nel suo complesso. Andrea Strada, direttore del Pronto soccorso Ospedale di Ravenna si aspetta che questa risposta primaria possa trovare un buon esito.
Gli spazi del nuovo Cau e l’accordo con Auser per accoglienza e trasporto pazienti
Il Cau è situato al piano terra del Cmp, con accesso riservato nella zona posteriore dell’edificio, in un’area ambulatoriale già esistente nella struttura. Per chi lo desidera, ovviamente, è possibile entrare anche dall’ingresso principale del Cmp sul fronte della struttura e poi seguire le indicazioni fino al Cau. I locali sono stati ristrutturati e in parte modificati, in modo da creare uno spazio di accoglienza, accettazione e nuove aree di lavoro. Il design degli ambienti è stato progettato pensando, in primo luogo, al miglioramento delle condizioni dei pazienti e del personale, garantendo loro il livello di comfort ottimale. L’intervento, che ha previsto non solo lavori edili ma un ammodernamento generale di tutte le componenti impiantistiche, ha posto particolare attenzione sia alla sicurezza degli operatori che all’accoglienza degli utenti. La stima complessiva dei costi si attesta a oltre 70 mila euro.
L’Auser, che già da tempo offre servizi di orientamento ai cittadini al Cmp e in alcune Case della Comunità del Distretto di Ravenna, si integrerà con i servizi aziendali per garantire nella fase di avvio del Cau lo stesso servizio, oltre al supporto per le attività di trasporto, nel favorire l’accesso alle prestazioni sanitarie al Presidio Ospedaliero.