Una nursery al liceo artistico di Ravenna per mamma Sofia e il piccolo Edo

Il preside Dradi del "Nervi-Severini": «È importante creare un clima di benessere, è funzionale agli apprendimenti ed è un modo concreto di fare inclusione»

sofia e Edoardo
Sofia ed Edoardo

Non mancano mail le novità al Liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna che si conferma precursore in ambito scolastico per la difesa dei diritti civili.

Dopo la scelta di inserire il regolamento per la carriera alias e il congedo mestruale per le studentesse, il preside Gianluca Dradi, ha deciso di creare a scuola una nursery per aiutare Sofia, studentessa dell’ultimo anno, mamma di un bimbo di 7 mesi, Edoardo.  

La nascita della nursery

«Sofia stava per lasciare la scuola ma era davvero un peccato, quasi alla soglia della maturità – spiega il preside Dradi, raccontando i motivi che hanno portato alla nascita della nursery –. Significativo è stato lo sforzo collettivo che ha portato, in breve tempo, a risultati concreti. A scuola, abbiamo subito individuato una piccola stanza in disuso, non idonea per ospitare una classe, ma perfetta per una nursery. La onlus Terzo Mondo ODV ha messo a disposizione gratuitamente il lettino da campeggio e alcuni giocattoli, mentre alcuni studenti hanno fatto dei dipinti a tema fiabesco per abbellirla. Un lavoro di squadra per consentire a questa ragazza di portare a termine il suo percorso di studi». 

Dradi

Il Preside spiega anche che il piccolo Edoardo è stato accolto con gioia da studenti e studentesse e dal personale scolastico: «Ha tante zie e zii che si occupano di lui e che aiutano Sofia quando ha un compito o un’interrogazione». 

Con questa novità il liceo artistico continua a ‘far scuola’ ponendosi come esempio di istruzione inclusiva con la collaborazione di tutta la comunità. 

Un modo concreto di fare inclusione

«Lo sforzo principale è sempre quello dei docenti – spiega il preside – che, da un lato, in classe, sono chiamati a proporre metodologie didattiche inclusive e partecipative, rinunciando alla classica lezione frontale, e dall’altro, quello che io raccomando sempre loro, è di essere empatici con i propri studenti. Non dobbiamo regalare la promozione a nessuno, ma anche un’insufficienza può essere data facendo capire allo studente e alla studentessa che la valutazione riguarda la prova e che ci sono possibilità di rimediare, è importante creare un clima di benessere, perché è funzionale agli apprendimenti ed è un modo concreto di fare inclusione». 

Un clima sereno e inclusivo è alla base degli obiettivi del preside che ricorda sempre che la scuola deve fare tutti gli sforzi utili per tendere una mano agli studenti ma che, ovviamente, sta poi nei giovani cogliere e stringere questa mano, mettendo il massimo impegno nello studio. 

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