Il primo a scendere dalla nave Geo Barents è un giovane con una gamba rotta che incede lentamente accompagnato da due membri dell’equipaggio dell’ong Medici Senza Frontiere. Viene caricato su un pulmino da sei persone insieme ad altri affetti da patologie o da tenere sotto controllo medico, tra cui anche una donna incinta. Sono circa le 8.40 del 3 gennaio 2024 e al Terminal Crociere di Porto Corsini è in corso la discesa di 336 migranti dalla Geo Barents: è il più numeroso dei 7 sbarchi avvenuti a Ravenna.
I 336 migranti sono portati da 6 navette della Croce Rossa, attraverso più giri, al Pala De André, dove sono stati allestiti 6 laboratori medici. Tra le 336 persone ci sono 34 minori, di cui 19 non accompagnati. A bordo ci sono anche diversi nuclei familiari; tra i casi da tenere sotto controllo ci sono 65 persone già in trattamento per scabbia.
«È chiaro che la scelta del governo – esordisce il Sindaco Michele De Pascale – ha l’obiettivo di allungare il viaggio a queste navi per tenerle lontane da dove possono salvare delle vite (ndr. l’assegnazione dei ‘porti sicuri’ nel Nord Italia). Detto questo, Ravenna si è affacciata con umanità, da contrapporre alla disumanità, con professionisti, volontari e solidarietà. L’umanità, però, da sola non basta, serve capacità di gestione, competenza e organizzazione. Nell’ultimo anno Ravenna ha dimostrato anche questo».
Sono più di 200 le persone mobilitate per occuparsi dell’accoglienza, tra volontari, personale sanitario, del Comune e della Croce Rossa; si trovano a gestire l’arrivo dei 336 migranti, annunciato solo il 29 dicembre.
«Gestire in una volta sola più di 300 persone – continua De Pascale – è complicato; con la Prefettura abbiamo sempre voluto spazi idonei, adottando di volta in volta la soluzione più adatta. In questo caso non si poteva usare il Terminal Crociere per i controlli medico-sanitari, perciò abbiamo optato per il Pala De André, che è uno spazio adatto».
«Non siamo mai stati convocati dal Governo – continua il Sindaco -, nonostante le numerose richieste, per capire qual è oggi il nostro ruolo nell’accoglienza. Due giorni prima si sa dell’arrivo della nave e ogni volta bisogna individuare gli spazi idonei e far ripartire la macchina. Oltre alla disumanità (ndr. da parte del Governo), c’è anche tanta disorganizzazione e credo che ormai gli italiani se ne siano accorti».
È ancora buio quando la nave inizia ad attraccare e la vista è velata dalla nebbia; poi, intorno alle 7.55, il personale sanitario – del 118, dell’USMAF e della Croce Rossa – sale a bordo della Geo Barents, portando scatoloni pieni di scarpe, ciabatte, calzini e coperte.
Le 336 persone sono state recuperate in 3 diverse missioni di soccorso dalla nave di Medici Senza Frontiere nella zona SAR della Libia. La provenienza è varia: Bangladesh 166, Siria 112, Pakistan 32, Egitto 12, Nord Sudan 5, Palestina 2, Sri Lanka 1, Yemen 1, Sud Sudan 1, Senegal 1, Nigeria 1, India 1, Eritrea 1.
Verranno accolti tra Lombardia (112), Toscana (112) ed Emilia Romagna (112). In Emilia Romagna saranno divisi come segue: Bologna 26, Ferrara 9, Modena 18, Parma 11, Reggio Emilia 13, Piacenza, Forli Cesena 10, Rimini 8, Ravenna 10 di cui un minore non accompagnato.
Nel Ravennate i dieci ospiti verranno suddivisi in 6 CAS Solarolo, 2 CAS Cotignola, 1 CAS Lugo e il minore non accompagnato al CAS Minori S. Maria in Fabriago a Lugo. Sono solo 10 i migranti che resteranno a Ravenna, perché le strutture sono già fortemente impegnate nella gestione delle persone arrivate nel corso del 2023.
«Al momento – spiega il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa – sono 1300 le persone accolte nelle strutture della Provincia; in totale sono transitate da Ravenna più di 2600 persone nel corso del 2023. Tra i migranti attualmente a Ravenna ci sono anche 240 Ucraini, 398 persone arrivate sulle navi Ong e 137 minori non accompagnati».
L’ultimo arrivo a Ravenna era stato proprio della Geo Barents, il 22 novembre scorso, con a bordo 57 persone.
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