Eccoci giunti alla festa più amata dell’anno. Presto sarà il 25 dicembre e si respira già un’atmosfera magica ricca di tradizioni, ma quanto si conosce realmente del Natale? Molti addobbi e tradizioni hanno origini antichissime e a molti sconosciute. Oggi Più Notizie vi presenta 10 curiosità sul Natale per scoprire di più su questa festività.
La festa di Natale nasce nell’antica Roma: corrisponde alla festa del “Sol invictus”. La festa veniva fatta ricadere il 25 dicembre, data corrispondente al punto di minima inclinazione dell’ellittica solare: il solstizio d’inverno. Successivamente la festa venne assimilata dal Cristianesimo.
Durante gli ultimi giorni dell’anno gli antichi romani celebravano la festa dei Saturnalia, una festa pagana nata per omaggiare il dio Saturno, protettore delle semine, festeggiata dal 17 al 23 dicembre. In questi giorni si sovvertiva l’ordine sociale: gli schiavi partecipavano ai banchetti come se fossero uomini liberi e tutti si scambiavano doni in segno di uguaglianza sociale.
La prima cometa come la conosciamo oggi è nata nel 1299 dalle mani di Giotto, che, per ricreare la scia luminosa rilasciata dalla stella, ha costruito un’immagine stilizzata della stella con la coda. Per alcuni la creazione dipende dall’aver assistito al passaggio della cometa di Halley, due anni prima.
Non tutti sanno l’origine di alcune parole che usiamo abitualmente in periodo natalizio come la parola “presepe” che deriva dal latino “praesepe” che vuol dire “mangiatoia”, o il termine Panettone, nato per uno sbaglio dell’aiuto cuoco della famiglia Sforza. Il dolce in programma per il pranzo natalizio alla corte di Ludovico il Moro finì per essere carbonizzato, dimenticato nel forno, così l’aiutante inventò l’amato dolce che prese il suo nome: “Pan di Toni” oggi conosciuto come Panettone.
Non conosciuta come l’Isola di Pasqua ma non è uno scherzo: esiste davvero. Chiamata così per essere stata scoperta il 25 dicembre del 1643, la “Christmas Island” si trova nell’Oceano indiano, è abitata da circa 600 persone e da milioni di granchi rossi, che nella stagione delle piogge migrano in massa, ricoprendo letteralmente ogni spazio aperto. Potrebbe essere una meta esotica ed interessante per il prossimo viaggio natalizio.
Fu uno dei momenti più commoventi della Prima guerra mondiale. Nel 1914 le ostilità sul fronte occidentale si interruppero spontaneamente per alcuni giorni. Alla Vigilia soldati tedeschi e inglesi lasciarono le trincee per incontrarsi nella “terra di nessuno” e scambiarsi gli auguri. Il racconto è stato ripreso in film e opere letterarie e ancora oggi ha un forte valore di per la pace fra gli uomini.
Immaginatevi nello spazio per la prima volta, che canzone scegliereste di cantare? Sicuramente non pensereste a Jingle Bells, eppure è proprio la tradizionale canzone di Natale ad essere la prima ad aver conquistato lo spazio. Il curioso avvenimento risale al 16 dicembre del 1965 quando due astronauti, Schirra Jr. e Thomas P. Stafford, a bordo della navicella Gemini 6, conclusero il primo attracco della storia ad un’altra navicella (la Gemini 7). Fu in quella occasione che per la prima volta fu intonata una canzone dallo spazio.
Secondo la leggenda un pasticcere molto religioso ha dato vita al famoso bastoncino di zucchero a strisce rosse e bianche, a inizio ‘900, per ricordare Gesù. Infatti, il bastoncino dovrebbe stare capovolto ricordando la lettera “J” di “Jesus”.
La leggenda parla di un giocoliere che non avendo nulla da donare al bambino Gesù al momento della nascita si esibì in uno spettacolo con delle palline colorate che fecero sorridere il piccolo. Ma è l’Egitto ad aver dato inizio alla tradizione delle decorazioni: durante il culto del Sole si usava addobbare una piramide; questa tradizione sarà poi ripresa in Estonia nel XV secolo. I celti consideravano gli abeti come simboli di lunga vita, visto il loro essere dei sempreverdi. Fu così che iniziarono a onorarli nella festa del solstizio d’inverno. In Germania quando invece un uomo rimase incantato dalle luci delle stelle che filtravano da un abete, decise di tagliarlo e portarlo in casa, decorandolo con delle candeline rosse.
Anche questa tradizione ha origini antichissime, legate alla mitologia nordica. Infatti, il vischio era la pianta sacra alla Dea Freya, dea dell’amore, madre di Balder, buono e generoso, e Loki, cattivo e invidioso, così gramo da volere uccidere il fratello. Quando la madre scoprì il terribile piano di Loki, chiese a tutte le creature animali e vegetali di proteggere Balder, tuttavia si dimenticò di una sola specie: il vischio. E Loki usò proprio questa pianta per fabbricare una freccia letale per Balder. La dea trovò il cadavere del figlio e scoppiò a piangere. Le sue lacrime si trasformarono magicamente in bacche bianche e quando toccarono il corpo di Balder lo riportarono in vita. La gioia spinse la dea a baciare chiunque passasse sotto il vischio trasformando il suo bacio in un porta fortuna e una protezione contro il male, a rappresentare l’amore che sconfigge la morte.
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