Dopo l’entrata in vigore del limite dei 30 km/h nella gran parte delle strade dei centri abitati di Bologna, si parla di istituire la zona 30 anche a Ravenna. Alberto Ferrero di Fratelli d’Italia si è detto scettico, poi Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna crede che le zone 30 siano utili in aree specifiche, ma teme che estenderle a macchia di leopardo possa creare ingorghi e ritardi nel traporto pubblico. Ora a commentare l’iniziativa delle zone 30 a Ravenna è il vicesindaco Eugenio Fusignani.
«Voglio dedicare – continua Fusignani – una riflessione sulle ‘zone 30’ che tanto hanno fatto discutere nel comune capoluogo di regione e, con alcune dichiarazioni del collega Baroncini, anche nella nostra comunità. Non sono un fautore di tale soluzione ma mi corre l’obbligo e la responsabilità di dire che le zone 30 sono un’opportunità e non un obbligo. Soprattutto sono un’opportunità da utilizzarsi in determinate situazioni e non da prevedere indiscriminatamente in maniera estesa».
«Per fare un esempio, un conto è istituire una Zona 30 in via Mariani, altra cosa sarebbe istituirla in via Dismano a Ponte Nuovo. Anche perché, per tornare a fare pace con se stessi e mettendo in pista è un’impostazione che segua la logica e non l’istinto, o ci lamentiamo della velocità del traffico o pensiamo a quali correttivi fattibili portare che, alla lunga, possono essere anche quelli di educazione ma che nell’immediato non possono altro che essere quelli di indurre forzosamente a rallentare la velocità».
«Semmai, seguendo sempre la stessa logica – continua -, occorre individuare zone dove quei limiti abbiano un senso e, soprattutto, dov’è possibile controllarli. Perché non c’è niente di peggio dell’istituire un vincolo, o emanare un’ordinanza (penso ad esempio a quella sui botti di capodanno) che poi non si è in grado di far rispettare. In ultima analisi esistono delle norme precise sulla circolazione stradale sul codice della strada e quelle norme le ha istituite lo Stato».
«Lamentarsi – conclude Eugenio Fusignani – perché le norme vengono fatte rispettare significa non avere capito il senso che la legge ha in uno “stato di diritto” quale fortunatamente la nostra Repubblica è e vuole continuare ad essere. Il resto sono solo chiacchiere per alimentare il dibattito politico: anche perché il sistema delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale è presente e funziona anche sul versante controllo sicurezza stradale. Ma se si vogliono eliminare i supporti tecnologici per sostituirli col pattugliamento (che pure è stato aumentato in questi anni), è bene che il governo apra bandi per l’assunzione di unità di forze di polizia a competenza generale ma con la consapevolezza che tutta la forza presente in una regione come l’Emilia-Romagna, non basterebbe a sorvegliare la sola fascia costiera».
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