Musicanti del Piccolo Borgo
La giornalista e scrittrice Giuliana Sgrena presenta il suo ultimo libro sulla condizione femminile nei paesi mediorientali e occidentali, in dialogo con Carla Baroncelli e Raffaella Sutter. Donne ingannate, il velo come religione, identità e libertà. Ci sono donne che non sanno cosa significa sentire il vento tra i capelli. E sono costrette a coprire il volto con un doppio velo: uno fatto di tessuto e imposto da una tradizione religiosa fondamentalista; l’altro, metaforico, che racconta l’ipocrisia – culturale e ideologica – con cui le loro battaglie vengono frenate. Il vento che ti scompiglia entrando dal finestrino, la sorpresa nello scoprirsi diverse dopo un nuovo taglio, sono per loro sensazioni sconosciute. È partendo dalla riflessione sul tema del velo, tra scelta e imposizione, che Giuliana Sgrena affronta uno dei nodi cruciali del contemporaneo: il rapporto tra libertà e religione. Lo fa attraverso la voce delle donne che ha incontrato durante i suoi reportage in Medio Oriente: ragazze e donne meno giovani, guerrigliere e prigioniere politiche, che raccontano qui la storia delle loro lotte, delle loro detenzioni e, in alcuni casi, delle violenze che hanno subito a causa dei loro desideri e della loro voglia di indipendenza. Sgrena ci conduce nell’Afghanistan dei taleban, nell’Iran di Khamenei, nel Maghreb delle rivoluzioni fallite, rivelando il volto più reazionario di una società che impedisce alle donne di esprimersi, con diktat che vanno dal vestiario al rapporto con gli altri, dal sesso fino all’amore. La sua critica si spinge però molto oltre, puntando il dito contro chi in Occidente afferma di fatto, in nome del relativismo culturale, la legittimità dell’oppressione femminile nelle scuole e per le strade; e questo, nonostante i tanti femminicidi perpetrati ai danni di donne musulmane di seconda generazione. Donne ingannate è un pamphlet lucido e sferzante, che ci rivela quanto ancora oggi sia complesso opporsi alle richieste dei padri, dello Stato, della Chiesa o dell’imam. Quello di Giuliana Sgrena è un accalorato invito ad aprire gli occhi, a rifiutare l’inganno e a squarciare il velo. Una donna è ingannata ogni volta che le si promette libertà coprendola con un velo. Una donna è ingannata ogni volta che la si forza a reprimere i propri desideri. Una donna è ingannata ogni volta che la sua oppressione viene dimenticata nel silenzio.
Giuliana Sgrena è giornalista e scrittrice. Storica inviata del manifesto, ha realizzato numerosi reportage dai teatri di guerra del Medio Oriente e dell’Africa, tra cui l’Iraq, l’Afghanistan, l’Algeria e la Somalia. Per il Saggiatore ha pubblicato Rivoluzioni violate (2014), Dio odia le donne (2016) e Manifesto per la verità (2019).
Sabato 19 novembre alle 21 spettacolo dei “Musicanti del piccolo Borgo” di Musica etnica dell’Italia centromeridionale. Silvio Trotta: voce, chitarra battente, mandolino, mandoloncello; Mauro Bassano: organetto Alessandro Bruni: chitarra; Christian Di Fiore: zampogna, organetto, ciaramella; Marna Fumarola: violino
I “Musicanti del Piccolo Borgo” possono essere considerati una formazione storica del folk revival italiano. Il gruppo si è infatti costituito alla metà degli anni Settanta, con l’intento, che rimane immutato, di recuperare e riproporre il patrimonio della tradizione musicale popolare dell’Italia centro-meridionale. I “Musicanti” hanno perciò svolto, particolarmente nel primo periodo della loro attività, una serie di ricerche sul campo, soprattutto nel Molise e nel Lazio, che hanno prodotto un’ampia documentazione del repertorio musicale tradizionale; queste iniziali campagne di registrazione etnofonica si sono poi trasformate in un più generale contatto con la cultura contadina, e quindi in una conoscenza più profonda non solo degli esempi, ma anche dei modi e dei significati dell’espressione musicale all’interno di quella cultura.
Uno dei settori nei quali i “Musicanti del Piccolo Borgo” si sono più impegnati nel corso della loro lunga attività è quello dell’organologia, con l’apprendimento e l’uso degli strumenti più strettamente legati al nostro mondo agropastorale, come la ciaramella, la zampogna, la chitarra battente e l’organetto. Il repertorio proposto dai “Musicanti del Piccolo Borgo” comprende tutte le forme musicali tradizionali tipiche dell’Italia centro-meridionale, dalle ninne nanne agli stornelli, dai canti religiosi ai saltarelli e alle tarantelle, e presenta, in una rispettosa rielaborazione, che ne permetta la fruizione anche in contesti diversi da quello originario, sia testi e melodie frutto della ricerca sul campo, sia brani tratti dalla discografia esistente. I”Musicanti”, nei CD pubblicati, ed ancor più nei concerti, vogliono infatti realizzare un viaggio attraverso i suoni, innanzitutto, della tradizione molisana e laziale, ma anche, superando confini spesso culturalmente poco consistenti, di quella campana, lucana, pugliese, calabrese, siciliana. I “Musicanti del Piccolo Borgo” hanno all’attivo più di mille concerti. Si sono esibiti in moltissimi teatri italiani e piazze, hanno partecipato ai più importanti festival italiani di musica etnica. All’estero hanno suonato in Francia, Svizzera, Germania, Spagna e Uzbekistan.
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