La vasca del Re Goto. Alla scoperta del Mausoleo di Teodorico

Ci passiamo davanti ogni giorno, l’abbiamo visitato quando andavamo a scuola, ci passeggiamo attorno nel suo grande parco, ma conosciamo davvero il Mausoleo di Teodorico? Di recente c’è stato un intervento di restauro della vasca in porfido contenuta nel Mausoleo del re ostrogoto.

Il cantiere di restauro condotto dal Laboratorio di Restauro di Ravenna di Ada Foschini con la collaborazione di studenti della Facoltà di Conservazione e Restauro è iniziato nel febbraio del 2023 per concludersi in piena estate, in agosto, grazie ai finanziamenti della Cassa di Risparmio con l’Art Bonus.

La vasca in porfido

La vasca, citata dallo storico Agnello ai piedi del Mausoleo, scaraventata dai Bizantini per damnatio memoriae verso il re goto di fede ariana, fu portata dai Veneziani nel XV secolo in piazza del Popolo e murata vicino alla torre dell’orologio, staccandosi due pezzi che finirono in prefettura. Nel 1633-1897 fu murata nel Palazzo di Teodorico e con l’intervento del soprintendente Corrado Ricci, si decise di staccarla e venne portata nella vecchia sede del Museo Classense alla chiesa sconsacrata di San Romualdo.

Lì lo scultore Enrico Pazzi riattaccò i due pezzi mancanti alla vasca con grappe di piombo . In seguito fu riportata dal nuovo soprintendente Giuseppe Gerola nel 1913 ai piedi del Mausoleo e collocata nella cella superiore disposta in direzione opposta da quella odierna. Nel 1970 con il rifacimento del pavimento del secondo piano operato da Rava, si ruotò la vasca con argani in direzione est – ovest come oggi vediamo, rispettando l’antica giacitura.

La vasca appartiene al tipo delle vasche romane per uso termale di età imperiale II secolo d.C., prodotte a Roma o ad Alessandria con porfido proveniente dalle cave dell’Egitto orientale ad Urgada. Erano presidiate dalle guardie imperiali, poiché destinate per il tipo di materiale solo all’imperatore. La vasca è del tipo B1, modello che presenta protome leonina o di gorgone e foglie di edera tra gli anelli, non ascrivibile al labrum.

Rappresenta una copia di vasche di bronzo trovate a Pompei nelle terme private o pubbliche, riutilizzata nel IV secolo da Teodorico come sarcofago poiché fin dal fanciullo aveva vissuto presso la corte di Costantinopoli, circondato dai preziosi materiali della cultura latina come il porfido. Infatti la vasca con giunture negli anelli anziché motivi floreali, grazie alla protome leonina, abrasa nella fase antica di sistemazione nella cella superiore, si può datare al IV secolo d.C., fine produzione di questa tipologia e con probabile copertura bronzea.

Il restauro

Durante il restauro di quest’anno si è riscontrato l’intervento non del tutto ortodosso degli anni 70 di ricoprire le fessure e fratture per addolcirle con gesso che nel tempo si è polverizzato, nei due pezzi attaccati nell’800 e non combacianti facendo uso anche di cemento. Inoltre si sono rilevate tracce di pennarelli, cicche nella testa leonina e formazioni saline alla base con prove di pulitura con sostanze cerose e sbiancamenti.

Nell’ottica di un restauro conservativo si sono operate stuccature di malta a vari livelli in sottosquadro nella zona di assemblaggio ottocentesca per evidenziare la diversità di azioni di ristrutturazione nel tempo, cercando di ricreare l’antico aspetto della pietra vulcanica porfirica con inerti colorati che riproducono gli aspetti microscopici della struttura cristallina e pigmento di ossido morellone che ne imita la colorazione di base.  

A cura di Manuela Guerra

La sua formazione archeologica acquisita con gli studi universitari le ha permesso di cogliere l’arte nelle sue molteplici forme come creazione unica dello spirito umano. Nel 2005 ha conseguito l’abilitazione come guida turistica per la città di Ravenna. Con il conseguimento dell’abilitazione linguistica alla lingua spagnola nel 2009 ha organizzato tour per gruppi in lingua spagnola; altresì ha realizzato visite guidate legate a varie tematiche inerenti esposizioni temporanee di opere appartenenti a differenti generi artistici del territorio regionale. Recentemente il suo interesse per l’ambiente naturale, ecosistema ricco di biodiversità, le ha permesso di svolgere ricerche nel seguente ambito e l’ha portata a diventare nel 2022 guida ambientale-escursionistica regionale AIGAE.

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