I bambini del Saharawi sono tornati al mare a Ravenna, ospiti di Auser volontariato che promuove numerose iniziative. La preziosa collaborazione con l’associazione Cabara Lagdaf di Modena è attiva da diversi anni: Auser sostiene il progetto attraverso l’acquisto di cioccolato a Natale e uova di Pasqua, ma purtroppo l’accoglienza ai ragazzi si era interrotta a causa del Covid.
I piccoli ambasciatori di pace dei paesi liberati del Fronte Polisario sono interessati dal progetto regionale che impegna i comuni di Modena, Reggio Emilia e Ravenna a sostenere l’accoglienza e la cura dei bimbi malati, sopratutto di celiachia e calcolosi renale: grazie al quale i bimbi venivano curati nei centri ospedalieri dei comuni emiliani e terminavano il loro soggiorno a al mare a Ravenna, ospiti appunto di Auser.
Quest’anno l’accoglienza è ripresa in modalità ridotta: non c’è stato il tempo per organizzare il soggiorno, ma ugualmente i giovani africani sono venuti per un giorno solo, ospiti del bagno Ruvido di Punta Marina. In rappresentanza del Comune di Ravenna era presente Daniela Gatta, che si occupa di politiche internazionali.
I bambini sono arrivati in pullman, con i volontari che li hanno accompagnati e il loro maestro e interprete; si trattava di 15 tra bambine e bambini di 8 anni e 2 di 15; sorridenti e solari, educati, composti e garbati nonostante non capissero la lingua hanno fatto amicizia con gli altri bimbi incontrati in spiaggia.
«Non hanno mai visto il mare – racconta Mirella Rossi, presidente di Auser Ravenna, presente all’incontro -. Si sono tuffati in acqua sorpresi di quanta il mare ne contenesse, perché in Saharawi il vero problema è la risorsa idrica e le loro malattie derivano proprio dall’alimentazione e dalla mancanza di sufficiente idratazione. Hanno raccolto conchiglie che, come ci hanno raccontato i volontari, al ritorno hanno portato con se negli zainetti per mostrare a casa ai loro cari».
«Voglio ringraziare di cuore lo staff del bagno Ruvido di Punta Marina – chiude la presidente – in modo particolare Luca e Zaira che ci hanno ospitato e accolto facendoci sentire una grande famiglia; e i tanti bagnanti che si sono interessati a conoscere la storia del popolo Saharawi che vive in campi profughi in durissime condizioni climatiche e ambientali, sostenuto da organizzazioni di aiuto umanitario e dai singoli governi in attesa di un referendum sulla autodeterminazione per la definizione condivisa e definitiva del conflitto col Marocco. Per tutti, è stata una splendida giornata e auspichiamo dall’anno prossimo di riprendere il rapporto di accoglienza interrotto negli ultimi anni».
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