A un controllo di Polizia dice di essere un ‘collega’, ma in realtà traffica armi. Nella giornata di martedì 26, c’è stata un’operazione congiunta della Squadra Mobile della Questura di Ravenna e della Squadra Mobile di Forlì contro il traffico di armi nelle due province romagnole. La sinergia operativa fra gli uffici investigativi delle due Questure ha condotto all’esecuzione di perquisizioni e sequestri nel cesenate in esito ai quali è stato arrestato un cittadino italiano trovato in possesso di armi clandestine e camuffate.
Durante un servizio di controllo su strada, l’uomo è stato fermato mentre era alla guida di un auto. Ai poliziotti ha riferito di essere un ‘collega’ delle guardie zoofile, ma di non avere il tesserino al seguito. Tale circostanza ha insospettito gli investigatori che, intuendo che l’uomo potesse nascondere qualcosa, lo hanno perquisito. Subito è stata trovata una pistola “clandestina”, priva di segni distintivi e non catalogata. Nell’abitacolo del mezzo controllato veniva rinvenuto un oggetto che, a prima, vista appariva essere un portachiavi mentre i successivi approfondimenti facevano emergere, invece, che si trattava di una pistola clandestina a due colpi, di costruzione camuffata, che dal punto di vista giuridico è da considerarsi assimilabile ad un’arma da “guerra”.
A casa dell’uomo sono state trovate decine di armi, tra pistole e fucili e munizioni, tutte sequestrate per accertamenti. Peraltro all’interno dell’abitazione sono state sequestrate anche numerose giacche e maglioni integri riportanti i segni distintivi della “Polizia Penitenziaria”. Le operazioni sono proseguite in un secondo altro immobile, nella disponibilità dell’uomo, von il sequestro di oltre 44.000 euro in contanti, suddivise in mazzette di banconote di vario taglio.
Al termine delle attività l’uomo, oltre ad essere stato arrestato per il possesso di armi da guerra e armi clandestine, è stato denunciato, alla Procura della Repubblica di Forlì, per ricettazione, detenzione abusiva di armi e per uso di segni distintivi falsi. In attesa del processo, è stato portato in carcere e rischia una condanna fino a 8 anni di reclusione. L’uomo verrà segnalato anche in Prefettura per il divieto di detenzione armi.
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