‘TAVI at Home’: in Romagna la stenosi aortica si tratta anche senza Cardiochirurgia

‘TAVI at Home’. La stenosi della valvola aortica è malattia dovuta alla calcificazione dei lembi della valvola che progressivamente ne limita l’apertura; la frequenza della malattia cresce all’aumentare dell’età ed oggi, anche a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita, è divenuta estremamente frequente. Quando compaiono i sintomi, la sopravvivenza del paziente è limitata, 50% a 2 anni, simile a quella delle più gravi neoplasie. In questi casi l’unica cura efficace è la sostituzione della valvola, che tradizionalmente è  effettuata mediante intervento cardio-chirurgico a cuore aperto.

La tecnica TAVI

Da diversi anni è disponibile una tecnica alternativa, la TAVI (“Transcatheter Aortic Valve Implantation”), che consiste nell’impianto di una protesi valvolare biologica attraverso l’albero vascolare del paziente per via percutanea. L’intervento viene di regola eseguito da cardiologi interventisti esperti nella metodica, su paziente sedato, in sala di Emodinamica dedicata, in ospedali dotati di cardiochirurgia in sede per affrontare possibili gravi, per quanto rare, complicanze immediate.

Nei pazienti anziani o nei più giovani con rischio chirurgico elevato la TAVI ha efficacia paragonabile a quella dell’intervento tradizionale a fronte di un netto vantaggio in termini di sicurezza e recupero funzionale; per tale motivo è ora considerata il trattamento migliore per la maggior parte dei pazienti, spesso anziani e fragili, affetti da questa grave malattia.

Al di là dei costi ancora elevati del dispositivo, il vero limite all’ampia diffusione della TAVI è rappresentato dalla necessità di effettuare la procedura in centri dotati di cardiochirurgia. Dal momento che il numero di questi centri è limitato, il tempo di attesa per la procedura può essere molto lungo, tanto da esporre il paziente al rischio di complicanze anche gravi.

A partire da luglio 2019, all’interno del Programma Aziendale di Cardiologia Interventistica, i responsabili delle Emodinamiche dei tre centri di riferimento della Romagna (fino ad oggi il dottor Fabio Tarantino, il dottor Marco Balducelli e il dottor Andrea Santarelli) hanno effettuato  la procedura di TAVI (ovvero l’impianto di una protesi biologica aortica per via trans-arteriosa) in autonomia e con ottimi risultati (sono stati fino ad ora trattati più di 800 pazienti) nella struttura cardiochirurgica di riferimento, Maria Cecilia Hospital di Cotignola.

Il progetto è iniziato a giugno dello scorso anno e ha previsto una fase pilota su 20 pazienti (provenienti dai tre ambiti aziendali), che si è svolta nell’Emodinamica di Forlì. Ciò al fine di verificare la sicurezza dell’intervento e consentire la formazione del personale infermieristico e tecnico degli ambiti di Ravenna e Rimini. I risultati sono stati ottimi, con pazienti e loro famigliari particolarmente soddisfatti di essere stati curati dallo stesso personale sanitario che li ha seguiti lungo tutto il percorso. Lo studio vero e proprio prevede il trattamento con TAVI “a casa” di 200 pazienti non solo a Forlì, ma anche a Rimini e Ravenna.

All’Ospedale di Ravenna

A Ravenna, nell’Unità Operativa di Cardiologia, diretta dal dott. Andrea Rubboli, è iniziata tale attività che ha visto l’esecuzione efficace e senza complicanze della prima TAVI in un paziente quasi novantenne con restringimento severo della valvola aortica che non era candidabile all’intervento cardiochirurgico tradizionale. La procedura è stata eseguita dal dott. Balducelli e dal gruppo di cardiologi interventisti da lui coordinato, nel Laboratorio di Emodinamica della Cardiologia di Ravenna, nel contesto tuttavia di un’ampia collaborazione multi-disciplinare e multi-professionale che ha coinvolto l’Anestesia e Rianimazione diretta dalla dott.ssa Marina Terzitta, la Chirurgia Vascolare diretta dal dott. Mauro Cevolani, il personale infermieristico della Cardiologia, coordinato dalle dott.sse Elisabetta Babini e Daria Drudi, e quello delle Sale Operatorie coordinato dal dott. Nicola Sangiorgi, oltre a quello tecnico della Radiologia coordinato dalla dott.ssa Giulia Marzocchi.

«Insieme ad altri studi che stanno valutando la possibilità di effettuare l’intervento di TAVI in centri senza cardiochirurgia in sede – conclude il prof. Galvani –  TAVI at Home certificherà, analogamente a quanto accaduto venti anni fa nel caso della procedura di angioplastica coronarica, la sicurezza degli interventi cardiaci percutanei anche in centri senza cardiochirurgia purché affidati a mani esperte ed eseguiti in ambienti di cura adeguati. Dato importante per i nostri cittadini, lo studio rappresenta un modello di collaborazione “romagnolo” che mette il paziente al centro della cura».

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