«Strage di alberi tra Ravenna e Lido di Savio: prima capitozzati, poi abbattuti. Basta»

Italia Nostra critica duramente l'abbattimento dei pioppi di via Galilei, dovuto alla capitozzatura del 2018, pratica vietata perché provoca malattie agli alberi. Chiede inoltre lo stop di abbattimento dei pini a Lido di Savio, praticato in nome del Parco Marittimo

«La furia dei taglialegna non conosce sosta. Inizia l’abbattimento dei filari di pioppi cipressini su via Galilei e dei pini a Lido di Savio». Italia Nostra chiede lo stop all’abbattimento di alberi sul territorio ravennate e alla capitozzatura, pratica che provoca quelle malattie che poi rendono necessari gli abbattimenti.

I pioppi di via Galilei: furono capitozzati e oggi sono malati

Nel 2018 i pioppi furono sottoposti ad una scandalosa capitozzatura che li aveva ridotti al solo tronco. Ora si scopre che ben 65 pioppi sono malati e vanno abbattuti. A causa dei gravi danni che provoca, la pratica della capitozzatura è vietata dal Regolamento del verde del Comune di Ravenna, se non per particolarissime circostanze documentate», Italia Nostra sezione di Ravenna.

«Viene invece abitualmente praticata ovunque, sia dal pubblico che dal privato, dove i cittadini vedono l’esempio, e buttano i loro denari convinti che l’albero abbia bisogno di una bella sfoltita perché poi “cresce più bello di prima”», continua.

«Ad esempio, a Piangipane, un platano su strada provinciale è stato selvaggiamente capitozzato alcuni anni fa dalla Provincia: poi arriva l’ordine di abbattimento e sulla scheda che abbiamo richiesto di visionare c’è scritto: “Sintomi e/o danni Inserzioni branche: ferite potatura > 6 cm. Branche: Ferite di potatura > 6 cm. Capitozzatura”. E così, il giro di capitozzatori, agronomi, taglialegna senza scrupoli, vivai, dottori forestali, progettisti e via dicendo muove i flussi di denaro, mentre amministratori sempre più ignoranti o disattenti trattano gli alberi come oggetti di consumo, semplici numeri senza qualità ed età ricollocabili e “compensabili” ovunque».

«Meglio se lontano dalla città, dove, grazie anche ad articoli sensazionalistici, si scatena la psicosi dell’albero che uccide e provoca alluvioni, o del “degrado da alberi”, o loro radici che dir si voglia. Città come forni, senza vita oltre le nostre, e sempre più inquinate; alberi piantati magari a luglio a favore di telecamere per poi venir abbandonati a morire di sete. Senza contare che gli attuali abbattimenti avvengono in periodo vietato per nidificazione. Pare che abbattimenti sostanziosi potranno essere compiuti prossimamente anche in zona Mandriole; abbiamo provveduto a segnalare per le verifiche del caso».

L’abbattimento dei pini a Lido di Savio

«Ma ciò che desta ancor più sgomento è la strage gratuita dei pluridecennali, folti, bellissimi e sanissimi pini domestici del viale Romagna a Lido di Savio a causa del cosiddetto “Parco Marittimo. Decine di segnalazioni ci sono giunte, e mostrano marciapiedi ancora in perfetto stato: ma la strage è già iniziata, così come l’assolato squallore della nuova sistemazione».

«Senza dimenticare che l’abbattimento di alberi di valore deprezza anche gli immobili. I denari per la “resilienza” vengono sperperati per distruggere la “resilienza” in barba al principio DNSH (do not significant harm) per il quale i progetti PNRR non devono arrecare danno ambientale significativo. Abbiamo saputo di una petizione organizzata da cittadini volenterosi, e non possiamo che ringraziarli per quanto stanno facendo, invitando tutti a sottoscrivere. Si può firmare in moltissimi esercizi commerciali di Lido di Savio. Sull’argomento Italia Nostra sezione di Ravenna si riserva di intervenire nuovamente», conclude.

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