I lavori prenderanno in esame il rapporto che Dante ebbe con gli autori della latinità aurea, letti dal poeta di prima mano e con grande passione. Nella primavera 2023, in occasione dell’uscita del volume n. 51 delle Letture Classensi, seguirà un ulteriore incontro di presentazione della ricerca a cui parteciperanno gli studiosi coinvolti.
Nella conferenza di sabato 1° ottobre il curatore presenterà in una vasta sintesi quale fu il peculiare rapporto che un autore medievale come Dante, innamorato del mondo classico, intrattenne con le opere dei grandi poeti latini le cui ombre egli immagina di incontrare nel canto IV dell’Inferno. In un ampio affresco si discuterà di quali furono gli autori del mondo antico che più influenzarono il gusto poetico di Dante e di come il poeta si avvalse di tali spunti e suggestioni per elaborare opere di straordinaria originalità quali la Vita nova e la Commedia. Oltre a prendere in esame il modo in cui Dante sviluppò in chiave personale il modello di Virgilio e quello di Ovidio, sì da presentarsi come un poeta moderno e cristiano, ma al tempo stesso seguace degli antichi, si metterà in rilievo l’importanza decisiva che ebbe per la storia dell’amore per Beatrice e del viaggio ultraterreno di Dante-personaggio il mito di Orfeo ed Euridice.
Nelle Letture Classensi del 2022, atteso che alla grecità il poeta poté attingere solo per via indiretta, si metteranno in rilievo anche come alcune storie e personaggi della mitologia classica, attraverso la mediazione della letteratura latina, siano stati particolarmente familiari a Dante e fecondi di suggerimenti importanti per la sua opera di scrittore. La ricerca si completerà con gli approfondimenti di Giorgio Inglese, Paolo Falzone, Sonia Gentili e Sara Calculli, che affronteranno alcuni aspetti di tale dinamica testuale.
Dai loro contributi emergerà soprattutto l’idea che il poeta ebbe della poesia latina e di quegli autori di cui egli si considerava erede, nella prospettiva di un classicismo gotico che poco ha a che vedere con ciò che sarà l’umanesimo e può essere avvicinato semmai alla maniera di alcuni artisti figurativi della Firenze del tempo. I poeti chiamati in causa per un confronto più o meno ravvicinato sono Virgilio (come autore e come personaggio della Commedia), Ovidio e Orazio; ma anche altri autori dell’antichità servono da reagenti, in questi scritti, per capire meglio quale fosse il modello poetico che essi proposero a Dante e come, su quella base, egli si forgiò una propria poetica classicistica, ben diversa da quella che sarebbe stata di lì a poco di Petrarca, e nondimeno destinata ad influire sulle opere dei poeti futuri dell’Italia e del mondo intero.
L’ingresso è libero
Info: 0544.482116 – segreteriaclas@comune.ra.it[vc_single_image image=”22413″ img_size=”full”]
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