Spadoni (LpR): «Carenza di infermieri? Una vera e propria emergenza»

«La nostra azienda Usl della Romagna ha davvero una grossa esigenza di figure di questo tipo per i reparti ospedalieri e per i servizi distribuiti sul territorio, oltre a registrare  una grossa percentuale di popolazione anziana rispetto alla quale questa figura è essenziale

Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna, segnala il problema della carenza di infermieri a Ravenna. «Ormai da alcuni anni si assiste ad una grossa carenza di figure sanitarie tra cui quella dell’infermiere. Una situazione che fa registrare un numero appena superiore al test d’ingresso rispetto ai posti disponibili, al punto che occorrerebbe una seria valutazione tesa ad eliminare, – almeno per queste figure così difficili da reperire, – la selezione attraverso il citato test a monte.  Problema generalizzato in tutti gli atenei italiani e non meno anche in quello di Bologna per il corso di laurea abilitante in funzione a Ravenna».

«La nostra azienda Usl della Romagna ha davvero una grossa esigenza di figure di questo tipo per i reparti ospedalieri e per i servizi distribuiti sul territorio, oltre a registrare  una grossa percentuale di popolazione anziana rispetto alla quale questa figura è essenziale.  Oltretutto con  numeri così ridotti saranno in discussione molti servizi e risulterà difficoltoso fare partire le Case e gli ospedali di comunità, ossia le nuove strutture poste sul territorio che dovrebbero fornire assistenza ai casi di cronicità oltre a fare da filtro agli ospedali».  

«Va anche detto che la professione dell’infermiere è particolarmente complessa, stressante e molto impegnativa e, oltretutto,  scarsamente remunerata rispetto alla mole di lavoro svolto. Al punto che molti professionisti sono costretti a recarsi all’estero  perché attratti da stipendi e condizioni migliori rispetto quelli italiani. Per affrontare questa emergenza un tentativo di soluzione adottato da alcune regioni è quello di arruolare dall’estero professionisti sanitari ma certamente si tratta di una via d’uscita legata al momento contingente, seppure duraturo,  e non potrà rappresentare un percorso organico duraturo. Protratto nel tempo».

«L’azienda Usl della Romagna unitamente all’università dovranno cercare soluzioni di sensibilizzazione  anche attraverso una serie di politiche abitative, didattiche e logistiche incentivanti ed in grado di favorire gli allievi di questi corsi  di laurea. Allo stesso tempo la stessa Azienda sanitaria dovrà avere una maggiore attenzione nei confronti della categoria degli infermieri  già in organico, per evitare sovraccarichi di lavoro e gravi situazioni di stress», conclude Spadoni.

Leggi anche: «Infermiera aggredita? Non è un caso isolato, preoccupazioni anche a Cesena e Ravenna»

Dalla stessa categoria