Era stata assunta a Cervia Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola Emilia

L'uomo ha spiegato che Sofia avrebbe cercato di afferrare la pistola sul tavolo e, durante una breve colluttazione per fermarla, sia partito un colpo. La dichiarazione potrà essere confutata unicamente dall'autopsia, che è slittata al 24 maggio

Si chiamava Sofia Stefani, ed era una giovane vigilessa di 33 anni, molto amata da amici e parenti. Da poco assunta al comando della polizia locale di Cervia come rinforzo estivo. Ma Sofia non potrà prendere servizio. Lo scorso 16 maggio è stata uccisa da un colpo di pistola alla testa dall’ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia Giampiero Gualandi. L’uomo si è difeso dichiarando che il colpo è partito accidentalmente mentre stava pulendo l’arma nel comando della Polizia locale.

Una relazione passata fra la vigilessa uccisa e l’ex comandante

Dalle prime indagini – come dichiarato dalle testate nazionali – sembrerebbe che i due in passato avessero intrattenuto una relazione, ormai conclusa, e si sospetta un movente di tipo sentimentale. Infatti dalle prime indagini sui telefoni risulterebbero diverse telefonate che la vigilessa uccisa ha fatto all’ex comandante, oltre 15, l’ultima poco prima della tragedia.

Inoltre sono stati recuperati diversi messaggi whatsapp cancellati in cui l’uomo descriveva il suo stato d’animo e la sua difficoltà nei confronti di una possibile ripresa della relazione ormai scoperta dai coniugi di entrambi: «Non vivo più» o «Sono esausto, me ne vado via senza dire niente a nessuno, non reggo più nulla».

Le dinamiche dell’incidente

Il 62enne è al momento in custodia cautelare e continua a dichiararsi innocente, motivando la presenza della pistola per un’esercitazione nel pomeriggio. L’uomo ha spiegato che Sofia avrebbe cercato di afferrare la pistola sul tavolo e, durante una breve colluttazione per fermarla, sia partito un colpo. La dichiarazione potrà essere confutata unicamente dall’autopsia, che è slittata al 24 maggio, e che potrà verificare la traiettoria del proiettile.

Presso il comando anche un collega uscito in quel momento a fumare e rientrato immediatamente dopo aver sentito lo sparo, trovando l’ex comandante intento in una procedura di rianimazione. Il vigile ha dichiarato di non aver sentito nessun litigio o discussione provenire dalla stanza.

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