“Nella notte fra il 18 e il 19 settembre la città di Faenza è stata ferita nuovamente. Per la terza volta in poco più di un anno un intero quartiere del nucleo urbano e molti abitati delle nostre frazioni sono stati invasi dal fango, proveniente dal torrente Marzeno. Impianti appena sostituiti o riparati, muri appena ritinteggiati e cucine appena montate sono stati nuovamente distrutti o danneggiati. Famiglie che non più tardi di dieci giorni prima erano ritornate nella propria casa, si sono viste nuovamente evacuate dalle forze dell’ordine e dai vigili del fuoco”. Inizia così la lettera che stamattina il sindaco di Faenza, Massimo Isola, ha inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
«Durante la sua visita a Faenza, organizzata lo scorso anno in seguito alle alluvioni di maggio, il Presidente mi aveva chiesto di contattarlo in caso di necessità. Oggi la nostra città è sofferente, stremata e, giustamente, impaurita. La mia lettera continua così», spiega Isola.
“Il senso di comunità e la fiducia nelle Istituzioni a Faenza sono ormai in pericolo. I nostri concittadini, di fronte al riproporsi nelle medesime forme e negli stessi luoghi di calamità naturali che fino a poco tempo fa venivano definite “centenarie”, si sentono abbandonati dalla Repubblica. Riversano la loro rabbia verso tutti i livelli istituzionali coinvolti – a vario titolo e con diversi gradi di responsabilità – nella gestione dell’emergenza, nella ricostruzione delle aree colpite e nella predisposizione di azioni di prevenzione rispetto al rischio idrogeologico ed idraulico”.
“Come Sindaco mi trovo oggi costretto ad assumere decisioni forti per scuotere il “sistema”, incapace di comprendere la straordinarietà della situazione e agire di conseguenza. Non si possono contrastare i cambiamenti climatici con leggi di un secolo fa, specie in un territorio come il nostro, costretto fra una collina argillosa percorsa da numerosissimi torrenti ed una pianura alluvionale, trasformata nei secoli dalla mano dell’uomo.”
“Alla prova dei fatti, iter e procedure amministrative messe in campo in questi mesi si sono dimostrate inadeguate e insufficienti. In parallelo, manca ancora l’approvazione delle linee guida di quei piani speciali di messa in sicurezza dell’intero territorio romagnolo che probabilmente solo i nostri figli vedranno realizzati. Ci stiamo occupando di ripristinare il passato e pianificare il futuro. Nessuno sembra interessarsi al presente che incombe.”
“Ancor prima del dovere come sindaco, la mia coscienza mi impone di non restare in una attesa inconcludente. La Giunta comunale ha perciò deciso di assumersi direttamente la responsabilità, come fosse la nostra, di interventi che l’ordinamento prevede in capo ad altre e diverse amministrazioni, in alcuni casi istituite con lo specifico ed unico compito di curare la ricostruzione dei territori colpiti dalle alluvioni del maggio 2023. Sono interventi improcrastinabili che riguardano l’assistenza e il ristoro alla popolazione, il contrasto alle situazioni di dissesto idrogeologico, chieste ma non ottenute, la predisposizione di strumenti e dispositivi di sicurezza per le aree che per ben tre volte si sono allagate”.
“Vogliamo con questo lanciare un messaggio a tutte le Istituzioni, e per farlo sappiamo di trovare in Lei, come sempre, un interlocutore attento e sensibile: mentre altri ancora discutono, noi faremo un pezzo di ciò che serve per i nostri cittadini. Con lo stesso spirito collaborativo di sempre ma pronti alla “disobbedienza istituzionale” pur di proteggere i faentini e garantire la loro sicurezza. Questo, a partire non da un domani lontano nel tempo, ma da oggi stesso.”
Massimo Isola: «Per quanto ci riguarda, oggi finisce il tempo dei rimpalli di responsabilità: iniziamo da soli i lavori di messa in sicurezza del Marzeno per prevenire quello che, realisticamente, potrebbe accadere di nuovo e metteremo a disposizione risorse economiche a fondo perduto per le famiglie alluvionate più volte. Pretenderemo inoltre da Hera spa l’assunzione delle proprie responsabilità non come semplice spettatore ma come parte del sistema territoriale di sicurezza idraulica.
Sappiamo che il pezzo di cui ci occuperemo non risolverà i problemi idraulici e idrogeologici del territorio. Per quello non possiamo prescindere dai Piani Speciali. Non risolverà i problemi economici delle famiglie. Ma abbiamo un solo obiettivo: proteggere le famiglie che si sono già allagate tre volte e sostenerle con ogni mezzo a nostra disposizione. A costo, come detto, di procedere anche in deroga a procedure e norme.
In coscienza, se l’amministrazione comunale ha una colpa, è quella di aver agito collaborando lealmente con enti ed Istituzioni, nel pieno rispetto delle responsabilità di ciascuno, senza accorgerci in tempo che il sistema per la ricostruzione era troppo lento, farraginoso, inadeguato. Non averlo denunciato con tutta la forza che potevamo resta il rammarico più grande.
Ringrazio i dirigenti e i tecnici dell’Unione della Romagna Faentina per il rischio che hanno scelto di assumersi, accettando di firmare gli atti che servono a procedere.
Ecco, quindi, cosa succederà da oggi:
Il contributo è totalmente a carico del Comune di Faenza e sarà finanziato anche attraverso le donazioni che arriveranno. Stiamo in queste ore definendo la procedura, la più semplice possibile. Contiamo di inviare i soldi nei conti correnti nel più breve tempo possibile. Chiederemo con forza queste risorse non siano sostitutive ma aggiuntive alle altre misure come CIS e CAS previste dal sistema di Protezione Civile.
Ripeto. Abbiamo deciso di assumerci responsabilità in deroga rispetto alle attuali normative e alle competenze di altri enti. Allo stesso modo chiediamo a tutti lo stesso atteggiamento per superare ogni barriera politica e burocratica. Ci aspettiamo coesione negli intenti e velocità negli interventi. In ogni caso, noi andiamo avanti lo stesso».
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