Sfide, sogni e traguardi: il mosaico di storie di Ironman Italy

Le piccole e grandi vicende personali e familiari di chi ha scelto di partecipare – il 21 e il 22 settembre – all’evento Ironman di Cervia, il più grande al mondo e l’unico con gare su tre distanze in un solo weekend.

Il valore di un grande evento sportivo va oltre l’agonismo e la competizione: sta nelle tante storie personali di chi ci si confronta, in ciò che muove i suoi partecipanti. Lo hanno dimostrato di recente Olimpiadi e Paralimpiadi, e lo dimostra da decenni l’IRONMAN®, una delle sfide sportive per eccellenza, per il suo affascinante ed estremo susseguirsi di nuoto, ciclismo e corsa.

E lo dimostrerà ancora una volta l’IRONMAN Italy Emilia-Romagna di Cervia, dove il 21 e il 22 settembre oltre 6.000 atleti provenienti da più di 80 Paesi si confronteranno sulle principali distanze della triplice disciplina: il 5150 (la prova più breve, su distanza olimpica), il 70.3 (il cosiddetto “mezzo IRONMAN”) e il “full” IRONMAN, con 3,8 km a nuoto in acque libere, seguiti da 180 km in bicicletta e da 42,2 km di corsa. Sono tante e varie le storie di atlete ed atleti, vicini e lontani, che hanno scelto l’IRONMAN di Cervia per confrontarsi con una nuova sfida, mettersi alla prova, concretizzare un sogno.

C’è chi si confronterà con l’IRONMAN dopo essere stato per anni tra i preziosi volontari dell’evento, chi si è deciso a diventare atleta, protagonista in prima persona, dopo essere stato spettatore e tifoso, attirato dall’atmosfera unica che si respira assistendo a un evento IRONMAN. Chi confessa di correre semplicemente “per sé stesso” e chi per farsi portatore di un potente messaggio di cambiamento o di un’azione di sensibilizzazione verso temi che vanno ben oltre lo sport. Tutti, e tutte, in nome del motto che è l’essenza di IRONMAN: «anything is possible», tutto è possibile.

Un ‘affare di famiglia’ ad Ironman

Tra i debuttanti di IRONMAN – ai quali è riservata la campanella all’arrivo per i “first timer” – ci sarà il 23enne francese Valentin Spadone, che il 22 settembre parteciperà al suo primo IRONMAN 70.3, il giorno dopo aver tifato il padre nel “full” IRONMAN.

«Ho seguito tutti i suoi triathlon – racconta Spadone – e quando nel 2021 partecipò all’Ironman di Cervia lo seguii a distanza tramite app, provando un’emozione incredibile. Non riesco nemmeno
a immaginare cosa sarà dal vivo. Mi sono iscritto per fargli una sorpresa e un regalo: negli ultimi mesi abbiamo condiviso molte ore di allenamento, con tutti gli sforzi necessari per conciliare il lavoro, la scuola, gli allenamenti, la vita di coppia e la vita sociale».

Ai nastri di partenza del lungomare di Cervia ci saranno anche Del e Natalie, novelli sposi per cui l’IRONMAN rappresenta l’insolita tappa di un viaggio di nozze in Italia. Sarà al completo anche la famiglia Wilczak, in arrivo dalla Polonia. Dariusz, 57 anni, e suo figlio Maciej, 18, parteciperanno al 70.3; l’altro figlio (Marek, 35 anni) gareggerà nel full. Arriverà a Cervia anche Edyta, madre e moglie, coach e tifosa: insieme al resto della famiglia e alla compagna di Marek, anche lei parteciperà alla Night Run non competitiva per le vie di Cervia, la sera di giovedì 19 settembre.

Storie da raccontare

Per la sfida che rappresenta, IRONMAN è una ricca sorgente di storie che prendono varie forme: come i racconti video dell’avvicinamento alla gara di Riccardo Zanetti (oltre 400mila iscritti su YouTube), quelli dell’esperto di corsa Daniele Vecchioni (più di 100mila follower su Instagram) e della fitness/business coach e neomamma statunitense Hannah Eden (quasi mezzo milione di follower su Instagram).

Un particolare viaggio verso l’IRONMAN sarà anche al centro del documentario Tutta una questione di testa prodotto da ENDU e con protagonista Simone Fabbri, commissario tecnico della Nazionale italiana di Downhill. Originario di Forlimpopoli, Fabbri parteciperà a Cervia al suo primo “full” IRONMAN, e lo farà tre anni dopo un lungo e complesso intervento per la parziale rimozione di un tumore al cervello. Simone “Tartana” Fabbri, volto noto a molti nell’ambiente del ciclismo, ha scelto di partecipare ispirato dall’aver assistito all’arrivo, proprio a Cervia, di una prova IRONMAN cui partecipava un amico d’infanzia.

«È stato particolarmente emozionante e parlando con l’amico Max Rovatti (Race Director di IRONMAN Italy) ho deciso di partecipare, e di raccontarmi in un docufilm. La mia preparazione si può definire inadeguata, non ho di certo fatto i volumi che servivano. Ma siamo fiduciosi, e io sono un testardo. Serve anche un po’ di ignoranza – dice Fabbri – Mi preoccupa un po’ l’idea di correre in casa, dove ci sarà un sacco di gente a tifarmi, e sento la responsabilità della risonanza che, grazie al documentario, potrà avere la mia storia».

Il traguardo di Cervia avrà un sapore particolare anche per la “first timer” statunitense Cath Mooney, attratta dalle prove endurance già da adolescente. «Sognavo di diventare atleta olimpica e mi innamorai dell’ultra running, con ottimi risultati, ma la pandemia e il COVID19, con conseguenti problemi ai polmoni, hanno compromesso i miei piani. Nel frattempo, sono anche rimasta incinta, con una gravidanza non semplice, dopo la quale è stato difficile tornare ad allenarmi. L’IRONMAN Italy sarà l’occasione per un viaggio di famiglia – con noi ci sarà anche mio figlio James – ma soprattutto un modo per festeggiare il mio compleanno e il mio ritorno alle gare. Il mio sogno di diventare un’atleta olimpica non si è spento e farò di tutto per essere tra le partenti della gara di triathlon a Los Angeles 2028».

Anniversari da record

A Cervia ci sarà chi parteciperà al suo 37° IRONMAN e chi passerà dall’Emilia-Romagna sulla via di un tentativo di record del mondo: è il caso della 26enne canadese Silvia Stajer, che punta a diventare la più giovane donna a completare un IRONMAN in ogni continente. Lo svedese Christophe Johner si presenterà in Emilia-Romagna a trent’anni dal suo primo IRONMAN: nel 1994 a Kalmar, in Svezia, dove arrivò 51esimo su 100 partecipanti, con un tempo di 14 ore. E adesso, trent’anni dopo, si appresta a partecipare al suo secondo “full” IRONMAN, insieme a due amici.

«Allenarsi in Svezia per un evento di questo tipo è dura, specie nei mesi più freddi e con meno luce, quando il meteo ti offre ogni possibile scusa per restare a casa. Ma bisogna tenere duro e ricordarsi che sebbene sia uno sport individuale, il triathlon unisce le persone. E oggi, a 59 anni, posso dire di non essere mai stato meglio, e che la scelta di iscrivermi a questo IRONMAN è stata una delle migliori decisioni che io abbia mai preso in vita mia. E ovviamente punterò a migliorare il mio tempo del 1994!».

Sfide principali

Alla triplice disciplina Cristina Nuti si avvicinò tra il 2019 e il 2020, approdando nel 2022 al suo primo IRONMAN 140.6 (la prova regina), e scoprendo solo dopo averlo completato di essere stata la prima donna, in Italia e in Europa, ad averlo fatto con sclerosi multipla. Da allora Nuti ha scelto di raccontare la sua storia e i suoi grandi risultati, tra le altre cose nel TEDx Talk “La passione è un viaggio chiamato IRONMAN”. «Si parla sempre di sintomi e dolori» spiega Nuti «ed è innegabile che ci siano, ma ci sono anche le cose positive, che possono essere d’ aiuto alle altre persone».

Andrea Banfi, 56 anni, parteciperà alla prova sulla massima distanza con l’obiettivo di arrivare un giorno alla gara IRONMAN di Kona, alle Hawaii, e lo farà «prendendo ispirazione» da Tommaso, figlio 15enne affetto da grave disabilità, che non vede e non cammina, e che lui definisce «l’Ironman per eccellenza». Tra gli oltre 6000 di Cervia ci sarà anche Marco Dolfin: medico chirurgo, padre di due gemelli e dal 2011 in carrozzina in seguito a un incidente motociclistico. Dolfin è stato atleta paralimpico a Rio 2016 e negli ultimi anni si è avvicinato al paratriathlon e ora, affascinato dalle prove endurance, all’IRONMAN 70.3.

«La parte di nuoto sarà principalmente a braccia, la parte bici sarà in handbike, pedalando pressoché da sdraiato e per il corrispettivo della corsa userò una carrozzina olimpica, nata per essere usata in pista», dice Dolfin, che nelle fasi di transizione T1 e T2 sarà aiutato dall’amico Gianluca Basso, il giorno prima impegnato nel full IRONMAN. «Con la scusa di dovermi accompagnare, alla fine si è iscritto anche lui. Per quanto mi riguarda, l’idea – salvo forature o sfighe varie – è di provare a tenermi al di sotto delle 6 ore».

«Anything is possible»

A Cervia ci sarà chi punterà a conquistare un posto per il 2025 VinFast IRONMAN World Championship, il Mondiale IRONMAN e chi – nel 70.3 maschile – punterà alla vittoria della gara “Pro”. Tra loro ci saranno l’atleta di casa Mattia Ceccarelli e il tedesco Tim Hellwig, oro olimpico a Parigi, nella staffetta a squadre. Entrambi saranno presenti, insieme con le autorità locali, alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, alle 15:30 di giovedì 19 settembre presso i Magazzini del Sale di Cervia. In Emilia-Romagna, tra le migliaia di partecipanti dell’evento IRONMAN più grande al mondo, ci sarà chi parteciperà per raccogliere fondi per una causa che gli sta a cuore o per tenere vivo il ricordo di qualcuno che non c’è più.

Chi si è iscritto dopo aver cambiato vita, chi dopo aver deciso di perdere peso, chi per rimettersi in forma, chi per celebrare un anniversario. Qualcuno arriva a questa prova di resistenza e resilienza dalla pratica sportiva – e talvolta agonistica – di altre discipline (non necessariamente di endurance), ma c’è anche chi confessa essersi iscritto all’IRONMAN senza ancora saper nuotare.

Leggi anche: Ironman torna a Cervia. Come cambia la viabilità a Villa Inferno

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