I lavoratori e le lavoratrici dei porti italiani in sciopero da 3 al 5 aprile per il mancato rinnovo del loro contratto nazionale scaduto dal 31 dicembre scorso.
I lavoratori e le lavoratrici dei porti italiani scioperano per difendere l’unitarietà del loro contratto nazionale messa in pericolo dalle ipotesi di riforma della legge 84/94 e dalle associazioni datoriali dei grandi gruppi armatoriali che, divenuti anche terminalisti, vedono con insofferenza la normativa e il contratto unico che difende il lavoro portuale.
Il 19 marzo, dopo 5 mesi di trattative e dopo la dichiarazione dello stato di agitazione, le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e UILTrasporti hanno incontrato le controparti datoriali ricevendo una proposta di aumento salariale del 10%, pari a 180 euro, ancora troppo lontana dalla richiesta di aumento del trattamento economico complessivo del 18%, richiesta in piattaforma.
In aggiunta l’aumento salariale proposto peserebbe solo per meno della metà dell’importo complessivo sui minimi contrattuali, il resto sarebbe erogato in welfare e in altri istituti contrattuali che non hanno effetti su indennità di turno e straordinario. Le controparti, inoltre, insistono sulla loro contro-piattaforma che prevede la riduzione del pagamento delle prime 3 giornate di malattia; l’introduzione, nel comparto crociere, del concetto di stagionalità per portare 44 ore settimanali l’orario di lavoro; l’aumento il numero delle notti per il riconoscimento dell’H24 e, mettendo mano alla flessibilità, l’aumento del il numero dei cambi turno.
Le proposte delle controparti, quindi, risultano insufficienti a recuperare il potere d’acquisto dei salari che si è notevolmente ridotto negli ultimi due anni e a riconoscerne il giusto adeguamento all’inflazione prevista in futuro.
I lavoratrici e i lavoratori portuali e i sindacati dei trasporti, inoltre, esprimono la loro solidarietà ai lavoratori somministrati con i quali lavorano a fianco a fianco nelle banchine ravennati. Il contratto di questi lavoratori è scaduto da 24 mesi. Dopo decine di incontri le associazioni datoriali hanno comunicato di non voler proseguire il confronto. La trattativa per il rinnovo del CCNL deve ripartire immediatamente, per dare risposta alle esigenze di aumento salariale, continuità occupazionale e di maggiori diritti e tutele anche alle migliaia di lavoratrici e lavoratori di questo settore.
Le lavoratrici e i lavoratori e portuali sono stati tra i più penalizzati durante la pandemia in quanto per senso di responsabilità hanno garantito l’approvvigionamento di merci a tutto il Paese anche quando tutto il resto d’Italia era fermo. Occorre, pertanto, rinnovare il CCNL dei Lavoratori dei Porti e, nel contempo, difenderne i suoi principi costitutivi che hanno, fino ad ora, contributo a garantire l’unità e la tenuta d tutto il sistema portuale.
Nel territorio di Ravenna lo sciopero avrà la seguente articolazione: i lavoratori turnisti impiegati nelle aziende concessionarie artt. 16, 17 e 18 L.84/94 che applicano il contratto collettivo nazionale dei lavoratori dei porti si asterranno dal lavoro i giorni 3, 4 e 5 aprile per le ultime due ore di ogni turno, mentre i giornalieri delle stesse aziende e i dipendenti dell’Autorità di Sistema Portuale si asterranno dal lavoro per l’intera giornata del 5 aprile
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