Ragazzi lasciati a terra dal bus a San Romualdo. Ancisi(LpR): «Devono essere risarciti»

Il problema si era presentato anche lo scorso anno, fino a che la linea non era stata potenziata. I genitori hanno segnalato al Comune e a Start Romagna, ma, nonostante la promessa di impegno dell'assessore, la situazione sembra non essere migliorata

Lunedì 18 settembre, all’inizio del nuovo anno scolastico, i due autobus della linea 140-141 che raccolgono gli studenti sul percorso Casal Borsetti, Mandriole, Sant’Alberto, San Romualdo, Ca Bosco e Ravenna, giunti colmi a San Romualdo, hanno lasciato a terra i ragazzi, sia di San Romualdo sia di Ca’ Bosco e delle fermate successive. La situazione, fino a martedì 26 settembre, nonostante la dichiarazione di impegno da parte dell’assessore alla mobilità, non sembra essersi risolta. Dopo diverse segnalazioni arrivate a Lista per Ravenna, il capogruppo Alvaro Ancisi chiede una risposta al Sindaco sul disservizio e il risarcimento dei cittadini lasciati a terra dal bus nonostante avessero l’abbonamento.

Lasciati a terra dal bus: i genitori sono dovuti tornare da lavoro per accompagnarli a scuola

«Dopo aver inutilmente segnalato il disservizio al servizio clienti di Start Romagna – ha detto Ancisi – , al sindaco e ai suoi assessori al decentramento, alle politiche sociali e alla transizione ecologica, un genitore ha raccontato di essere dovuto tornare a casa dal lavoro per accompagnare il figlio a scuola, ricavandone un danno notevole. Il problema si era già presentato l’anno scorso ed era durato fino a quando il servizio fu potenziato con un autobus aggiuntivo».

Il 19 settembre arriva nuova segnalazione a Lista per Ravenna: «Anche oggi sono rimasti appiedati tutti i ragazzi di San Romualdo, di Ca’ Bosco, ecc. Un autobus, strapieno, non si è nemmeno fermato, l’altro si è fermato, ma era “murato” e per nessuno è stato possibile salire. Noi genitori, ancora una volta, abbiamo dovuto perdere ore di lavoro per tornare a riprendere i nostri figli. Ieri un tecnico di Start era presente a San Romualdo e ha potuto verificare di persona la situazione».

È seguita anche una terza segnalazione: «La situazione sta continuando con evidenti problemi di gestione delle famiglie e di sicurezza per i nostri ragazzi, che, quando riescono a salire sugli autobus, si trovano stipati in mezzi con capacità di trasporto altamente inferiore alle persone effettivamente trasportate. Già il forese è servito in maniera ridotta. Se poi volete anche cercare di ridurre i costi a danno degli abitanti di questi paesi, dovreste avere l’onestà di comunicare la vostra impossibilità di garantire un servizio pubblico e non erogare abbonamenti che poi non possono essere utilizzati. Richiediamo pertanto che il disservizio venga risolto tempestivamente. Chiediamo inoltre un risarcimento per il danno ricevuto. Il vostro silenzio è assordante. Abbiate allora il coraggio di ammettere la vostra incapacità nel gestire un servizio e le sue problematiche, anche dal punto di vista comunicativo».

L’impegno dell’assessore non sembra essersi tradotto in soluzioni

«La settimana si è chiusa – ha riferito Ancisi – con l’assicurazione dell’assessore alla transizione ecologica e alla mobilità che “da questo lunedì la problematica sarebbe stata risolta”. Ma fino a ieri, 26 settembre, (quando è stata scattata la foto di cui sopra) la situazione non è cambiata. Ennesima segnalazione, nessuna risposta».

La richiesta di Ancisi: risarcimento e risoluzione

«Lista per Ravenna – conclude Ancisi – informata quasi giorno per giorno della vicenda, ha dato tutto il tempo a Start Romagna, gestore dei trasporti su gomma, e al Comune (sindaco e assessori), che ne è il titolare, perché almeno dessero una risposta puntuale alle incessanti segnalazioni, una qualche spiegazione, una prospettiva. Ed è comunque certo che, per ogni giorno di interruzione del servizio (che peraltro, se ingiustificata, è punita dall’art. 340 del codice penale), chi ha pagato un abbonamento deve essere risarcito del danno subito. Di tutto ciò chiedo ora risposta al sindaco in Consiglio comunale».

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