Saint-Gobain fa ricorso al Tar contro il riconoscimento dei Gessi a Patrimonio Unesco

Il ricorso è contro la Regione Emilia Romagna, il Ministero degli Esteri, il Ministero della Cultura e il Ministero dell’Ambiente, nonché contro l’Unione della Romagna Faentina, la Provincia di Ravenna, l’Ente Parchi Romagna, i comuni di Riolo Terme e Casola Valsenio

L’azienda multinazionale Saint-Gobain ha presentato un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) contro la candidatura e il riconoscimento dei Gessi dell’Emilia Romagna a Patrimonio Unesco.

La decisione dell’azienda francese, proprietaria della fabbrica di estrazione e lavorazione del gesso con sede a Casola Valsenio che opera nella Cava di Monte Tondo, ha sorpreso gli enti coinvolti che stanno ricevendo la notifica del Tar sull’avvenuto deposito del ricorso.

Il ricorso è contro la Regione Emilia Romagna, i Ministeri degli Esteri, della Cultura e dell’Ambiente, nonché contro l’Unione della Romagna Faentina, la Provincia di Ravenna, l’Ente Parchi Romagna, i comuni di Riolo Terme e Casola Valsenio, coinvolte nel percorso di candidatura.

Saint-Gobain chiede al Tar di annullare i pronunciamenti regionali e nazionali, dal primo via libera alla candidatura dei Gessi formalizzato dall’Emilia Romagna nel dicembre 2016, fino alla delibera di gennaio 2022 del consiglio direttivo di Unesco Italia (ente legato al Ministero della Cultura), e all’approvazione del Ministero dell’Ambiente di marzo 2022.

Solo il 24 novembre il Consiglio provinciale di Ravenna aveva adottato la Variante generale al Piano infraregionale delle Attività Estrattive (PIAE) con valenza di Piano Comunale delle Attività Estrattive (PAE) per la Cava di Monte Tondo, che consente l’estrazione di tutto il materiale ambientalmente e giuridicamente possibile. Dunque, la cava avrebbe ancora un periodo di vita e garantirebbe ancora i 130 posti di lavoro, non sarebbe possibile però un allargamento del sito.

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