Casola Valsenio: sono a rischio 130 posti di lavoro alla Cava di Monte Tondo, il raduno

Sarà domenica 15 ottobre durante la festa dei Frutti dimenticati. CFeneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL, esprimono solidarietà ai lavoratori della ST. Gobain, che rischiano di perdere il lavoro per obiettivi di tutela del paesaggio

Domenica 15 ottobre, durante la Festa dei Frutti Dimenticati di Casola Valsenio, i lavoratori della ST. Gobain e della Cava di Monte Tondo si raduneranno in uno stand dedicato, per far conoscere la situazione della Cava di Monte Tondo, dopo la zona dei Gessi è diventata patrimonio Unesco. Sono a rischio ben 130 posti di lavoro.

CFeneal UIL, Filca CISL e Fillea CGIL, unitariamente, esprimono solidarietà ai lavoratori della ST. Gobain di Casola Valsenio, sottolineando una questione essenziale che incide sul futuro di 130 lavoratori e lavoratrici e sul contesto paesaggistico della regione. Le organizzazioni sindacali si uniranno a loro, confermando il loro supporto e la solidarietà incondizionata. In questo contesto, i sindacati saranno pronti a esprimere la loro posizione ferma a favore della difesa dei posti di lavoro, sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo.

«I recenti sviluppi e le continue e strumentali accuse nei confronti dell’attività estrattiva – comunicano i lavoratori della Cava- mettono a rischio quasi 100 posti di lavoro diretti ed il vasto indotto generato dallo stabilimento che, con il gesso estratto dalla vicina Cava di Monte Tondo, produce materiali innovativi ed eco-sostenibili per il mercato delle costruzioni. L’economia di Casola Valsenio è già stata compromessa dai recenti eventi atmosferici e la chiusura delle attività di cava, e conseguentemente dello stabilimento produttivo, comporterebbe un collasso socio economico e l’inevitabile ed irreversibile spopolamento ed abbandono della vallata».

«In un contesto dove il valore paesaggistico – commentano i sindacati – della regione è giustamente celebrato e protetto, è cruciale affrontare i fraintendimenti che circondano l’operatività della cava di gesso di Monte Tondo. Analisi rigorose hanno evidenziato che le attività di estrazione proposte, contenute in un’area molto limitata, non avranno impatti negativi significativi sul paesaggio riconosciuto dall’UNESCO. La situazione richiede un’interpretazione equilibrata e un approccio collaborativo. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori sottolineano l‘importanza di coniugare la protezione paesaggistica con la necessità impellente di salvaguardare e sostenere i 130 posti di lavoro coinvolti.»

«Chiediamo alle amministrazioni locali e regionali – scrivono i sindacati – di adottare un atteggiamento proattivo e responsabile, per assicurare che la valorizzazione del paesaggio e la sostenibilità economica della comunità procedano di pari passo. Il presidio del 15 ottobre rappresenta un momento significativo di dialogo e condivisione, dove la solidarietà e l’unità emergeranno come pilastri fondamentali per costruire un futuro in cui il paesaggio e il benessere della comunità siano celebrati e salvaguardati congiuntamente.»

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