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Sabato il finissage della mostra “You Tourned the Tables on Me” con Fabio Mina

Inaugurata lo scorso 21 giugno, in occasione della Festa della musica, la mostra “You Tourned the Tables on Me” al Museo Nazionale di Ravenna (via Benedetto Fiandrini) si conclude sabato 30 settembre: il percorso dedicato al “fotografo della musica” Roberto Masotti, scomparso nel 2022, giunge alla sua conclusione con il finissage in programma alle 18, seguito alle 19 dalla performance di Fabio Mina, ai flauti e live electronics, dal titolo The meaning of the wings.

Una preziosa occasione per scoprire o riscoprire i centoquindici ritratti di musicisti contemporanei “con tavolino” con cui Masotti tra il ’74 e l’81 ha disegnato la mappa di una stagione musicale irripetibile, grazie a un vecchio e malconcio oggetto d’arredo acquistato in un campo rom alla periferia di Milano e alla complicità dei suoi soggetti – da Juan Hidalgo a Philip Glass, da Luciano Berio a John Cage, da Michael Nyman a Steve Lacy, Demetrio Stratos, Brian Eno… La mostra, curata dalla compagna di vita e scatti Silvia Lelli e realizzata da Ravenna Festival in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, è stata resa possibile dal sostegno di Assicoop Romagna Futura ed Edilpiù. Ingresso libero al finissage.

La storia di Masotti e del tavolino

Il malconcio, sgangherato tavolino è entrato nella vita di Roberto Masotti in un assolato pomeriggio di maggio di quasi cinquant’anni fa, acquistato alla periferia di Milano da rom dediti alla compravendita di rottami di ferro. Usato incidentalmente per la prima volta come attrezzo di scena per l’artista Fluxus Juan Hidalgo, il tavolino è diventato il comune denominatore di una serie di ritratti il cui titolo riprendeva – con la variazione da turned a tourned – il titolo di una vecchia canzone di Broadway che Billie Holiday amava interpretare. 

Ogni musicista coinvolto era invitato a prendere visione di tutte le immagini precedentemente selezionate e decideva liberamente come agire nei confronti del suo…coprotagonista. Proprio come il tavolino ha errato per diversi Paesi europei, così Masotti si è mescolato ai nomadi del suono in un continuo attraversamento di frontiere, esplorando le nuove terre incognite della musica e lasciando un’impronta indelebile in ogni scatto ma anche nel ricordo di chi l’ha conosciuto e lavorato con lui – incluso Ravenna Festival, con cui ha sovente collaborato con la moglie Silvia, anche in virtù dell’indissolubile legame con Ravenna, loro città natale. 

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