L’avvio della stagione estiva quest’anno è stata tutt’altro che consueta e tranquilla, a causa degli eventi alluvionali verificatisi proprio quando gli stabilimenti balneari erano già in attivisti. Nonostante ciò, le spiagge fortunatamente non hanno subito gravi danneggiamenti, per cui la pulizia, la sistemazione e la riapertura dei bagni sono avvenuti in tempi record. Restava la preoccupazione riguardo la balneabilità, in quanto i fiumi esondati sono poi sfociati in mare riversando tutto ciò che hanno incontrato durante la loro furia. A fare il punto è Maurizio Rustignoli, presidente della Cooperativa Spiagge Ravenna e titolare di stabilimenti balneari a Punta Marina, che spiega come è avvenuta la riapertura al pubblico in totale sicurezza.
«È assolutamente positiva! Abbiamo avuto fortuna poiché le località balneari non sono state toccate più di tanto, per cui il sistema balneare è perfettamente operativo già da 4 giorni dopo la catastrofe».
«Le località balneari che più soffrono di erosione sono state chiaramente interessate. Ma si è subito intervenuto con la sistemazione degli arenili e della battigia, con le livelle, e l’operatività è stata riavviata come prima. Danni strutturali non ce ne sono stati e la situazione è ritornata presto alla normalità».
Ricordiamo che i lidi ravennati sono stati messi a dura prova già nel periodo invernale dalle mareggiate, per poi dover affrontare anche il secondo colpo, seppur in maniera lieve, con l’alluvione di maggio. Come sono stati aiutati i proprietari degli stabilimenti per far fronte a tutti i danni subiti?
«Al momento è in corso uno stanziamento da parte della Regione Emilia-Romagna, per cui coloro che hanno subito danni hanno fatto richieste, presentando tutta la documentazione necessaria con fotografie, fatture, ecc. e si sta attendendo per la quantificazione della reale stima».
Come va invece sul fronte delle prenotazioni? Sono diminuite rispetto alle aspettative?
«La stagione è partita molto in difficoltà in termini lavorativi e di presenze. Siamo ancora in affanno a causa principalmente del meteo sfavorevole, e della conseguente problematica della non balneabilità dell’acqua. Le imprese sono in difficoltà per i fatturati. Stimiamo una perdita di circa il 35%, perché è sfumato un intero mese di lavoro».
Ecco, anche riguardo le tariffe, si è cercato di abbassare o tenerle standard?
«No, i tariffari sono esposti in ogni stabilimento e non si possono abbassare perché sarebbe deleterio. La nostra caratteristica principale è proprio quella di ‘avere le spiagge per tutte le tasche’. Direi che i nostri costi sono già abbastanza limitati rispetto al resto d’Italia. Il rapporto tra la qualità dei servizi e il prezzo è uno dei punti di forza del nostro territorio».
«Questa è un’informazione fuorviante e non reale. Proprio lo scorso sabato, infatti, abbiamo fatto una diretta Rai con esperti di queste tematiche e con il direttore di Arpae, che ci hanno dato le massime garanzie sulla qualità delle nostre acque, che vengono monitorate costantemente nei punti critici ogni 15 giorni. Penso che ad oggi sia il tratto di mare più monitorato d’Europa e quindi non ci può essere nessuna correlazione con i sintomi citati».
«Assolutamente smentisco ciò e spiego perché: questa è una costruzione artefatta sulla volontà soprattutto di tour operator di spostare i flussi turistici dalla nostra regione verso altre località. La realtà è una sola e cioè che c’è stato sicuramente un momento in cui sui lidi nord, in prossimità della foce, è arrivata acqua molto scura, che si sapeva sarebbe giunta, per cui c’è stato il divieto di balneazione per qualche giorno proprio nel tratto interessato. Ma poi quando sono stati rifatti i prelievi da Arpae, i parametri sono risultati perfettamente regolari. Questa, che è stata una cosa durata un giorno e mezzo, è stata definita sul web ‘l’ondata nera dell’Adriatico’. Il problema è stato che quelle foto hanno continuato a girare per tanti altri giorni e si sono create tutte queste fake news».
«Come sistema balneare italiano viviamo in una cornice d’incertezza che è la direttiva Bolkestein, che purtroppo ancora non si decide a trovare una situazione definitiva e ciò impedisce agli operatori di fare investimenti perché non si sa come va a finire in futuro, limitando purtroppo l’innovazione dell’offerta balneare. Ma c’è da sottolineare che le nostre spiagge hanno dei punti di forza naturali importanti fra pinete, spiagge, mare e tanto altro ancora. Basti pensare a ciò che di produttivo porterà la fine dei lavori del parco marittimo. Oltre a ciò, si offre l’aspetto sportivo con impianti di ogni genere, l’enogastronomia, che è la caratteristica di questo territorio e il benessere delle persone attraverso una varietà di strutture per il relax e il divertimento di tutti>>.
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