Resistenza Popolare: «Manifesti “La Russia non è il mio nemico” imbrattati. Inaccettabile»

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art. 21)

Resistenza Popolare interviene sulla questione dei manifesti filorussi affissi per le strade di Ravenna. «Qualche giorno fa a Ravenna, come in diverse altre città, sono apparsi manifesti inneggianti all’amicizia tra il popolo russo e quello italiano con la considerazione, ovvia, che i popoli vogliono la pace. Successivamente, a Ravenna ignoti, che poi tanto ignoti forse non sono, hanno imbrattato almeno uno di questi manifesti per stravolgerne il senso».

Resistenza Popolare: «Oltre che un reato, è un gesto che rappresenta il clima che si respira in questo paese»

«Resistenza Popolare ritiene che questo gesto, oltre che ad essere un reato, sia indicativo del clima che si respira in questo paese. Un clima, promosso da tutti i partiti maggiori e da tutti i media più diffusi, volto a far accettare all’opinione pubblica la possibilità che l’Italia prenda parte attiva alla guerra che divampa nell’Europa Orientale. Dopo aver inviato fiumi di denaro, dopo aver mandato tutte le armi disponibili, bisogna accettare il fatto che soldati italiani tornino a morire nelle steppe della Russia come nel 1943. Per poter fare questo è indispensabile che la Federazione Russa sia odiata, anche se questo sentimento non è certo nelle corde del popolo italiano».

«Da qui – continua Resistenza Popolare – il martellamento continuo dei media mainstream con le notizie più incredibili. Dal bombardamento da parte dei russi della centrale nucleare di Energodar da loro controllata, all’ipotizzare che il sabotaggio dei gasdotti del North Stream sia opera loro, dai presunti bombardamenti di opere civili alle ipotesi di stragi efferate. Tutte notizie che non hanno retto alla prova di fatti. É evidente che un messagio di pace diffuso tramite quei manifesti confligge con questa opera di disinformazione, e allora servono anche quattro disgraziati che si prestano a deturpare i manifesti scomodi».

«La partecipazione dell’Italia all’avventura ucraina si sta rivelando nefasta per la società italiana. Si è cominciato con lo spacciare bande naziste per estimatori di Kant e si finisce per tollerare azioni che speravamo relegati tra i rifiuti della storia. Alcuni sostengono che il sostegno all’Ucraina contribuisca alla democratizzazione di quella società. È vero il contrario: è la nostra società che rischia di fascistizzarsi», prosegue.

«Resistenza Popolare si attende che la manomissione di questi manifesti venga condannata dall’amministrazione comunale e dai gruppi consiliari che siedono a Palazzo Merlato come pure dalla società civile nelle sue varie articolazioni e dai partiti politici, in particolare quelli che si proclamano seguaci del pensiero di Voltaire e Rousseau», continua Resistenza Popolare.

«Ricordiamo che, qualche anno fa a Ravenna, venne danneggiato il manifesto di una associazione che difende i diritti civili, giustamente ci fu una levata di scudi generale, un appellarsi all’art. 21 della Costituzione, una gara ad esprimere, doverosamente, generale riprovazione per quel gesto. Resistenza Popolare, ora, si aspetta un atteggiamento analogo».

Dalla stessa categoria