Ravenna, via Diaz: cosa preoccupa? Il calo del passeggio, più che le baby gang

Il parere a confronto dei commercianti. Rispetto alla più blasonata via Cavour, via Diaz 'paga' l'assenza di residenti e problemi strutturali. La microcriminalità serale è in aumento, con piccoli furti di cibo e cosmetici.

via Diaz

Nei giorni scorsi si è parlato molto di via Diaz, prima per la presunta presenza di baby gang, segnalata dalla Lista Civica La Pigna; poi per la chiusura dell’erboristeria Le Radici, che da 14 anni si trova sotto i portici della via. Nonostante i negozianti non credano alla presenza di bande criminali, ma piuttosto parlino di ragazzini che commettono piccoli furti di cibo e cosmetici, la via sembra passare un periodo non del tutto roseo.

Se da un lato alcune boutique ambiziose come Gaudenzi l’hanno scelta, dall’altro, negli ultimi anni, è diminuito il numero delle persone a passeggio. In parte si tratta di una crisi che accomuna tutto il centro – causata dall’aumento degli acquisti online, centri commerciali, mancanza di parcheggi gratuiti e dislocamento di molti uffici -, ma in via Diaz è più accentuata a causa dell’assenza di residenti e a problemi strutturali.

Via Diaz è uscita dalla mappa delle ‘vasche’ in centro: ci si passa o per il parcheggio o per andare in un negozio preciso.

Le Radici chiude

«Nella nostra scelta di lasciare via Diaz – racconta Alice Branzanti, titolare di Le Radici – c’entra il calo del passeggio, dovuto, tra le altre cose, all’aumento dei centri commerciali e al dislocamento degli uffici comunali. Così come c’entra l’assenza di residenti. Tutto ciò ha fatto sì che manchi lo zoccolo duro di clienti della via. Inoltre, nonostante si trovi vicino alla stazione, quando i turisti arrivano devono andare dall’altra parte del centro per trovare un punto informazioni (IAT). Questo sicuramente non aiuta».

L’impressione generale è che via Diaz sia una via da cui i ravennati passano solo se hanno un motivo preciso che li porta lì: sia un brunch al Caffé Letterario o l’acquisto di un libro alla Libreria Dante di Longo.

«La gente che passa da via Diaz non è quella che passa in via Cavour – sostiene un commerciante della via che preferisce restare anonimo -. Via Diaz è uscita dalla mappa delle ‘vasche’ del sabato pomeriggio: ci si passa o perché si ha parcheggiato in Piazza Mameli o perché si vuole andare in un negozio preciso. Chi passeggia fa via Cavour, poi si ferma in fondo a Piazza del Popolo: non arriva a via Diaz».

Il mercatino: le bancarelle sono mal posizionate e l’effetto è quello del collo di bottiglia

Un altro fattore interessante è il mercatino che occupa parte della via il terzo weekend del mese. In quei giorni il tratto di via Diaz che confina con Piazza del Popolo e piazza Einaudi viene occupato dalle bancarelle. La via – già stretta per dimensioni – si restringe per la presenza delle bancarelle, creando un effetto a imbuto dovuto anche alla presenza della catena.

«Non capisco perché le bancarelle vengano posizionate in quel punto: creano solo l’effetto collo di bottiglia. Se fossero messe in Piazza Einaudi non ostruirebbero il passaggio e allo stesso tempo la valorizzerebbero. Anche in questi giorni, per San Valentino, era stata posizionata la panchina con le piante e il cuore in Piazza Einaudi; ma davanti ci parcheggiavano le macchine e nei ‘selfie’ compariva la scritta BNL del palazzo retrostante. Sarebbe semplice valorizzare la via, basterebbe un po’ di collaborazione e lungimiranza», racconta il commerciante.

La microcriminalità: qualche furtarello c’è, ma via Diaz non è pericolosa

microcriminalità in via diaz

Se di baby gang non si può parlare, perché non sono avvenute né rapine a mano armata, né furti di grande entità, i negozianti della via attestano però piccoli furti commessi da gruppi di ragazzini e ragazzine – intorno ai 14 o 15 anni – che si concentrano principalmente alla Pam per i prodotti alimentari e al Tigotà e all’Ovs per i cosmetici.

«Noi restiamo aperti fino alle 22 – raccontano due giovani commessi della Pam – e devo dire che dopo le 20 iniziano a diminuire le persone che vengono a fare la spesa, qualche faccia non troppo rassicurante si vede, ma credo sia così in ogni negozio che fa anche l’orario serale. Ci capita di avere i ragazzini che rubano: principalmente prendono gli Oreo, le patatine, la Coca Cola e cose così. Non ci siamo mai sentiti in pericolo, non sono rapine. Quando li becchiamo con le tasche piene, restituiscono la merce e se ne vanno. Poi per un po’ non tornano».

Lo conferma anche la titolare di Undercolors of Benetton: «Il mio è un negozietto piccolino, ho tutto sotto controllo: da me non hanno mai rubato niente. Spesso, però, mi capita di trovare le carte di quello che questi ragazzini mangiano dietro al mio negozio, nella galleria. Credo che ci vorrebbe un po’ più vigilanza, non solo alle 3 del pomeriggio, ma anche all’orario di chiusura».

Undercolors of Benetton dall’autunno 2023 ha iniziato a chiudere alle 19, «da un lato perché dopo quell’ora in centro non c’è più nessuno, dall’altro perché non mi sento sicura nel chiudere troppo tardi. Vedremo se quando cambierà l’orario varrà la pena tornare a chiudere più tardi. Adesso di certo il gioco non vale la candela. Non vorrei che passasse il concetto che via Diaz è pericolosa, non è così. Quelle che capitano in via Diaz sono bravate da ragazzini, che però non vanno incoraggiate».

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