“Questa stradina da niente, è da difendere (…) nessuno si rende conto che quello che va difeso è proprio questo anonimo, questo passato anonimo, questo passato senza nome, questo passato popolare”: lo scriveva Pier Paolo Pasolini ne La forma della città (1973). Consapevole della qualità profetica del pensiero pasoliniano e della sua profonda attualità, Eugenio Sideri ha deciso di trasportare questa riflessione nel nuovo millennio, facendone la tensione sottesa al confronto-scontro tra padre e figlio e raccontando parallelamente anche l’eredità e la trasformazione del PCI.
“Il tentativo di dialogo tra padre e figlio rappresenta le generazioni a confronto – sottolinea Eugenio Sideri nelle note di regia – senza rimpianti ma forse con sogni infranti, e senza illusioni, anzi, con troppe disillusioni verso il futuro. (…) Sentieri, appunto, a volte nascosti, persi in un mondo dove ‘evoluzione non significa sempre progresso’. È questo che Ruben grida in faccia al padre il quale, quasi violentemente, accetta la sfida e va a cercare nella citazione pasoliniana il senso di un mondo scomparso. Ed è nell’incontro, e nello scontro, tra strade vecchie e nuove, tra sentieri battuti e altri ancora non visibili, che la tragedia antica torna a mostrarsi: la morte si presenta nella sua crudeltà, in quel grido nel sangue. È il lamento di chi perisce, ed è il lamento di chi, tra il sangue, viene al mondo. Inaspettata e violenta, la morte entra in famiglia e sconquassa Ruben e genitori, amici e nemici. Gli eventi scorrono lasciando a noi, che restiamo, il tentativo di risorgere da ciò che è stato, camminando verso il nuovo.”
La dimensione domestica – l’interno casa di una famiglia romagnola – si apre su quello che sembra un litigio, ma in realtà è l’irruenza di chi ancora conserva un certo tipo di ardore nel sangue, rosso come la bandiera in cui, per anni, il capofamiglia ha creduto. La querelle riguarda il figlio Ruben, all’apparenza svogliato studente universitario, fervente innamorato del verbo pasoliniano ma confuso in un tempo e un’età che lo tengono lontano dagli studi. È questa la fonte delle preoccupazioni dei genitori, della fidanzata, dell’amico Marco. Quest’ultimo, a propria volta, vive ai margini della realtà del paese, in uno spazio di confine popolato di mitologia e raccolti fantastici; a suo modo, l’emarginato Marco ha chiuso la porta e scelto il silenzio di fronte al rumore del mondo.
NoveTeatro è un centro teatrale fondato nel 2007, uno dei punti di riferimento per la cultura teatrale in Emilia Romagna per le sue produzioni di spettacoli di prosa con un’attenzione particolare alla drammaturgia contemporanea. A queste si affianca un’intensa attività di teatro civile e di formazione rivolta al nuovo pubblico: NoveTeatro organizza infatti corsi e laboratori annuali e intensivi per bambini, ragazzi e adulti presso la propria scuola di teatro e istituti scolastici di ogni ordine e grado. Dal 2016 gestisce inoltre il Teatro Comunale Pedrazzoli di Fabbrico.
Drammaturgo e regista, Eugenio Sideri ha fondato Lady Godiva Teatro con Enrico Caravita, dedicando molti spettacoli all’impegno civile e alla Memoria; nel 2010 ha realizzato per Ravenna Festival, con Maurizio Lupinelli, Appassionatamente e dal 2016 è presente all’interno della Casa Circondariale di Ravenna con un laboratorio teatrale permanente.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico numerato 15 Euro (ridotto 12), under 18 5 Euro
L’appuntamento è in diretta streaming su ravennafestival.live
Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, per quest’evento sono previsti, secondo disponibilità, biglietti last minute (10 Euro, 5 Euro per gli under 30), acquistabili sul luogo di spettacolo da un’ora prima dell’evento.[vc_gallery interval=”3″ images=”13076,13077,13078,13079,13080″ img_size=”full”]
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