4 società partecipate dal Comune di Ravenna nel mirino della Corte dei Conti. Rilevate 16 criticità

Ancisi (Lista per Ravenna): «Sono Sapir, Start Romagna, Azimut e Angelo Pescarini, che, pur essendo possedute in maggioranza da enti pubblici, sono state finora sottratte al controllo pubblico»

La Giustizia contabile ha rilevato 16 criticità nelle società partecipate dal Comune di Ravenna, relative principalmente a Sapir, Start Romagna, Azimut e Angelo Pescarini. A fare luce sulle 112 pagine tramite cui la Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna ha deliberato sul biennio 2021-2022 è Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.

«Le quattro società partecipate – sottolinea Ancisi – pur essendo possedute in maggioranza da enti pubblici, sono state finora sottratte al controllo pubblico. Libere in sostanza di comportarsi come società private, ad esempio nelle assunzioni del personale, negli incarichi professionali, negli appalti, nelle forniture, ecc.»

Quattro società partecipate e loro criticità

«SAPIR dovrà ridurre il proprio organo di amministrazione, composto esageratamente da nove consiglieri. Il Testo Unico delle Società Partecipate (TUSP, ex “decreto Bersani”)) dispone infatti che, nelle società a controllo pubblico, esso “è costituito, di norma, da un amministratore unico”, eccezionalmente “da tre o cinque membri”. Dovrà esserne ridotto anche il compenso totale, che nel 2021 è stato di € 290.362 e nel 2022 di € 292.363, laddove il TUSP pone “il limite massimo di euro 240.000 annui al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali e degli oneri fiscali a carico del beneficiario“», spiega Ancisi.

«Start Romagna – continua – dovrà adeguare il proprio statuto alla norma del Testo Unico che impone “il divieto di corrispondere gettoni di presenza o premi di risultato deliberati dopo lo svolgimento dell’attività, e il divieto di corrispondere trattamenti di fine mandato, ai componenti degli organi sociali“»

«Azimut, invece, – sottolinea Ancisi – società mista a capitale pubblico (60%) e privato cooperativo (40%), nel caso assuma “nuove commesse” anche “da privati”, deve concorrere sul mercato al pari di ogni altro operatore privato, rispettando le regole della concorrenza e dei contratti pubblici».

«Ravenna Holding subisce la decisione più grave riguardo alla sua partecipazione, tramite Romagna Acque, per la quota del 21%, nella nuova società Acqua Ingegneria, costituita nel 2021, di cui dovrà dunque disfarsi. Il Testo Unico lo consente solo per le holding che assumono esclusivamente partecipazioni in enti o società pubbliche, mentre Ravenna Holding si aggiudica anche reti, impianti ed immobili. Potrebbero anche discenderne conseguenze a catena, dato che il Comune di Ravenna ha affidato direttamente ad Acqua Ingegneria la redazione di molti progetti tipici della libera professione, in particolare per concorrere ai finanziamenti europei col PNRR», fa presente il capogruppo di Lista per Ravenna.

«A nostro parere – conclude Ancisi – la Corte dei Conti, compiendo a fondo le sue azioni di controllo della spesa pubblica riguardo al fenomeno abnorme delle società partecipate in cui il Comune di Ravenna esterna e “imbosca” una moltitudine dei propri servizi, ne ha rilevato le distorsioni e gli eccessi, da sempre contestati in Consiglio comunale da Lista per Ravenna. Il mancato o tardivo adeguamento alle proprie prescrizioni potrebbe o dovrebbe anche indurre la Corte ad attivare la propria Procura per accertare e perseguire gli eventuali conseguenti danni erariali, se non anche la Procura della Repubblica per eventuali ipotesi di reato».

Dalla stessa categoria