Nella seduta di martedì 28 novembre, il Consiglio comunale ha approvato la delibera “Assenso alla variante urbanistica connessa al Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), comprensivo di valutazione di impatto ambientale (Via) volontaria e autorizzazione unica in procedura ordinaria ai sensi dell’articolo 208 del decreto legislativo 152/2006 relativo al progetto “Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi costituiti da materiali di dragaggio”, localizzato nel comune di Ravenna (Ra), proposto da Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centro-settentrionale” presentata dall’assessora Federica Del Conte. 23 voti favorevoli (Pd, Gruppo misto, Ravenna Coraggiosa, Lista de Pascale, Pri, Fratelli d’Italia), 4 contrari (Lega Salvini premier, Viva Ravenna, Lista per Ravenna-Polo civico popolare, La Pigna-Città-Forese e lidi).
Si tratta della preventiva pronuncia del Consiglio comunale in merito alla variante agli strumenti urbanistici vigenti (Psc, Rue), che si verrà a formare in conseguenza dell’approvazione del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) relativo al progetto di un impianto di recupero di rifiuti non pericolosi costituiti da materiali di dragaggio, proposto da Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale nell’ambito del più ampio intervento “Hub portuale di Ravenna – Fase II, 4° stralcio”. L’impianto sarà realizzato nell’area portuale in posizione esterna rispetto al perimetro dell’area della Pialassa dei Piomboni e completamente localizzato all’interno delle esistenti casse di colmata cosiddette “Nadep” (Nadep centrale e Nadep interna).
Il trattamento dei fanghi di dragaggio ha la finalità di abbattere i contenuti potenzialmente inquinanti e di riportarli entro i limiti previsti dalla legge, per considerare il prodotto finale di “recupero”. Il materiale sabbioso e limoso trattato dall’impianto sarà conferito presso opportuni siti di utilizzo, ad esempio ex cave, per il loro tombamento. Per le caratteristiche del materiale trattato, il proponente ha identificato per tale finalità le cave Bosca e Cavallina, situate nel territorio ravennate, con cui è già stato siglato un accordo di collaborazione. Successivamente all’approvazione della delibera il Paur autorizzerà l’impianto di “recupero di rifiuti non pericolosi costituiti da materiali di dragaggio”, previa acquisizione della Valsat positiva e dei pareri positivi e delle autorizzazioni necessarie nell’ambito della Conferenza di servizi indetta da Arpae-Sac di Ravenna. La variante urbanistica si formerà quindi solo a seguito della emissione del Paur.
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Sono intervenuti nella discussione: Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna-Polo civico popolare), Cinzia Valbonesi (Pd), Veronica Verlicchi (La Pigna-Città-Forese e lidi).
Il gruppo Lista per Ravenna-Polo civico popolare ha lamentato che l’approvazione di questa variante avviene senza che sia stato approvato il progetto sul quale Arpae ha presentato molte eccezioni introducendo problematiche ambientali pesantissime. Ha, infine, sottolineando che il progresso del porto deve andare di pari passo con la tutela dell’ambiente.
Il gruppo Pd ha evidenziato che si tratta di un progetto fondamentale per il futuro del porto e che l’impianto di trattamento dei fanghi consentirà un loro riutilizzo nelle cave e, in particolare, sarà importante per il mantenimento costante della profondità dei fondali, soggetti ad insabbiamento, e quindi garantendo la competitività dello scalo, così importante per lo sviluppo della città.
Il gruppo La Pigna-Città-Forese e lidi ha premesso che l’importanza del porto non è in discussione e che il voto negativo non è sulla competitività dello scalo marittimo, ma piuttosto sul fatto che non si hanno sufficienti rassicurazioni su questo progetto. Ha ribadito l’importanza di una corretta gestione dei fanghi ricordando i problemi emersi in passato sulle casse di colmata.
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