A geometrie variabili il ritmo di espansione dell’economia di Ravenna: segno positivo per le Costruzioni che, rispetto ai mesi dell’anno precedente, segnati dall’esaurimento dell’effetto “superbonus”, conferma l’inversione di tendenza con un aumento tendenziale del +3,8%, rispetto all’analogo periodo del 2023.
In territorio positivo anche Commercio al dettaglio (+2,2%) e Turismo, che, nei primi sei mesi di quest’anno, fa segnare una crescita dei visitatori (+12,5%) e dei pernottamenti (+7,5%). L’Industria manifatturiera, pur registrando un +1,5% per la produzione ed un fatturato pressoché stabile rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,5%), segna una riduzione degli ordini complessivi (-1,7%) e del mercato internazionale (-0,3%). L’Artigianato evidenzia una flessione nei volumi produttivi (-2,2%) e la riduzione degli ordini (-4,5%).
Dopo undici trimestri in crescita, rallenta la spesa delle famiglie e, dunque frenano i consumi. Calano i dati delle esportazioni ravennati diffusi da Istat (-5,5%), che includono le vendite all’estero delle imprese di maggiore dimensione. Il valore al 30 giugno ammonta a più di 2.850 milioni di euro, rimanendo, tuttavia, superiore, a valori correnti, ai dati dell’export dei corrispondenti periodi degli anni precedenti, con le eccezioni riguardanti il 2022 (anno record per le esportazioni ravennati) ed il 2023.
Considerando, infine, i soli mesi primaverili, l’andamento risulta al contrario positivo: rispetto a quello precedente, il secondo trimestre del 2024 fa rilevare una crescita del valore dell’export pari al +3,1%, in valore nominale corrispondente ad un surplus di quasi 44 milioni di euro.
Questi i dati principali diffusi la mattina del 30 settembre dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna nella riunione del Tavolo sulle opportunità economiche e occupazionali, tenutosi alla presenza, oltre che del Presidente della Camera di commercio, Giorgio Guberti, del Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, e di Guido Caselli, direttore del Centro Studi di Unioncamere Emilia-Romagna, dei vertici delle Istituzioni, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali.
«Ogni giorno le nostre imprese dimostrano mirabile capacità nell’affrontare situazioni straordinarie e imprevedibili, contribuendo, nonostante conflitti bellici, alluvioni, alti costi dell’energia e burocrazia, ad una crescita, nel 2024, di oltre un decimale del valore aggiunto provinciale – commenta Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna -. Un risultato straordinario, frutto di iniziativa, di innovazione, di intraprendenza e, soprattutto, di grande senso di dedizione. Se tante di loro, pure in questi mesi terribili, hanno scelto di fare impresa è segno che sono convinte di farcela ancora una volta. Di fronte a questi segni concreti è dovere delle istituzioni rispondere con altrettanta fiducia nell’impresa e in chi la sostiene e promuove. Tra aprile e giugno di quest’anno sono nate in provincia di Ravenna 133 imprese costituite da giovani con meno di 35 anni. E’ su questi atti di coraggio e di intraprendenza che dobbiamo puntare».
Tornando all’indagine della Camera di commercio, i dati del registro delle imprese riferiti al secondo trimestre dell’anno rilevano un saldo positivo pari a +158 attività (+0,43%, a fronte del +0,5% regionale e nazionale). In espansione la maggior parte dei settori, fra cui i servizi alle imprese, le attività professionali, edilizia, il turismo e attività d’intrattenimento e tutte le tipologie d’impresa. La componente artigiana evidenzia uno tra i più brillanti risultati degli ultimi dieci anni (+0,67%). Al 31 agosto di quest’anno, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ravenna, al netto delle cancellazioni d’ufficio, si attesta sulle 36.947 unità, in sostanziale stabilità rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,03%). Il valore aggiunto ravennate, infine, secondo gli scenari delle economie locali realizzati da Prometeia, potrebbe, per il 2024, andare oltre il +1,3%.
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