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Ravenna in Comune: «Fuffa su Ortazzo e Ortazzino»

Ravenna in Comune esprime in questa lettera varie perplessità sul caso Ortazzo-Ortazzino, partendo dalla consapevolezza che tutta la faccenda sarebbe potuta passare inosservata se Italia Nostra non avesse deciso di rendere nota la vendita.

«Siamo nella terza settimana da che è esplosa la scandalosa storia della vendita ad un’immobiliare delle “Imperdibili valle dell’Ortazzo e della zona umida dell’Ortazzino” secondo le parole del sito di promozione turistica del Comune di Ravenna. E vien da dire che benché fossero dichiarate “imperdibili” le si sono perse più che volentieri evidentemente. Intanto si susseguono comunicati e controcomunicati del Sindaco, del Presidente dell’Emilia-Romagna, dell’opposizione in Comune e in Regione e di chi sta un po’ di qua e un po’ di là. Un mucchio di aria fritta in cui, a vendita ampiamente perfezionata, chi non ha esercitato la possibilità di acquisto e chi non ha mosso un dito per finanziarlo si dichiara pronto, anzi prontissimo, a comprare ciò che non è più in vendita. E chi si disinteressa sempre di ogni vicenda ambientale in questo caso simula interesse solo per attaccare chi coltiva esattamente lo stesso disinteresse ma così sembra che invece… Fuffa fuffa fuffa».

Una vendita celata

«Si sta perdendo di vista l’essenziale: se Italia Nostra non avesse segnalato la vendita dell’Ortazzo e Ortazzino, di tutto questo oggi non si parlerebbe affatto. Si parla di una vendita avvenuta sei mesi fa della cui possibilità tutti quelli che detengono potere politico a Ravenna e a Bologna discutevano dallo scorso anno. E nonostante questo non sono intervenuti, benché fossero state stanziate da anni, le risorse economiche per l’acquisto, lasciando invece l’Ente Parco senza fondi sufficienti né per l’acquisto diretto né per l’ottenimento di un prestito. Il punto è che si è stesa per mesi e mesi una pesantissima coltre di nebbia su tutta la faccenda e la fuffa di oggi cerca di farlo dimenticare. Si è tenuta la cittadinanza lontana dalla conoscenza deliberatamente e apposta. E, lo ripetiamo, se non fosse stato per Italia Nostra nessuno di chi parla oggi a vanvera, pur avendo avuto piena contezza a suo tempo della vicenda, avrebbe spontaneamente resa nota la faccenda».

«Tutto il resto è aria fritta e presa in giro. Chi in maggioranza chiede educatamente lumi, se fosse in buona fede, ci si aspetterebbe che sbattesse la porta andandosene. Dopotutto parliamo delle «Imperdibili valle dell’Ortazzo e della zona umida dell’Ortazzino» o di un marciapiede sbreccato? Se chi mette in testa alle priorità la questione ambientale non rompe su una presa in giro di questo livello o la racconta fuori o se la racconta dentro. La presidente dell’Ente Parco Delta non dà le dimissioni? Allora significa che quanto accaduto la trova pienamente d’accordo con i suoi referenti politici istituzionali. Assessori che parlano a ruota libera di difficoltà, ammettendo implicitamente di aver saputo tutto in tempo utile, senza esplicitare quali sarebbero queste difficoltà hanno un naso che fa concorrenza al Pinocchio di Collodi. Cosa ci stanno a fare ancora al loro posto?»

Le dichiarazioni di Ravenna in Comune

«Ravenna in Comune è stata la prima forza politica in Italia, non solo a Ravenna, a prendere posizione dopo l’intervento di Italia Nostra e la prima parziale risposta dell’Ente Parco. Lo abbiamo detto forte e chiaro già il 10 agosto:»

«Ravenna in Comune denuncia l’opacità della Giunta e la totale assenza di sincerità in quella parte di maggioranza che pur racconta di avere la tutela del territorio tra gli obiettivi essenziali della propria alleanza con il Sindaco. È indispensabile che il Sindaco riferisca cosa ha fatto e cosa non ha fatto in relazione alla tutela dell’Ortazzo e dell’Ortazzino. Certo non è solo il Comune sul banco degli imputati: Bonaccini e i suoi alleati verdi e coraggiosi cos’hanno da dire sulle chiare accuse mosse dal Parco del Delta? Se il “bilancio è irrisorio” la scelta è di precisa natura politica. È sempre il bilancio irrisorio ad essere tirato in ballo quando si parla di gestione dei daini o di botulino nella valle della canna o, come adesso, della mancata acquisizione di quanto per sua natura dovrebbe essere di proprietà pubblica».

Le domande ancora in sospeso

«Le domande che non hanno trovato risposta sono sempre le stesse. Perché chi poteva non ha fatto quel che doveva fare quando era il momento? E, poi, perché gli stessi che sapevano e non hanno fatto hanno nascosto tutto questo? Ha perfettamente ragione Italia Nostra a dire che «lo scandalo dell’Ortazzo e dell’Ortazzino è solo agli inizi». Su questa vicenda e sul comportamento nei mesi scorsi e nei prossimi mesi di ognuno degli attori e delle attrici del locale palcoscenico misureremo e peseremo la credibilità di tante forze politiche e figure istituzionali. E, nonostante la pioggia di fuffa che proveranno a versarci sopra, non permetteremo che finisca nel dimenticatoio!»

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