Ravenna in Comune: «De Pascale parla di porto e investimenti, ma il rilancio è inesistente»

«Leggiamo che de Pascale ha detto in un’intervista, una delle tantissime che rilascia in continuazione: «Per me parlano i risultati, rilanciati porto e investimenti». Come Ravenna in Comune non partecipiamo alla campagna elettorale per il voto regionale, ovviamente. Ma proprio perché la nostra dimensione è strettamente locale e de Pascale si riferiva alla città che si accinge a smollare, abbiamo titoli a sufficienza per un commento critico», commenta Ravenna in Comune.

«Investimenti, ritardi e annunci»

«Sugli investimenti è fin troppo semplice controbattere. Non ce la si cava con gli annunci caro Sindaco. Per gli annunci, lo sappiamo bene, de Pascale è maestro quasi inarrivabile. Quando si finisce per leggere più volte lo stesso annuncio per la stessa opera spostato in là negli anni, però, anche il “maestro” si prende le critiche che merita. Nuovo palazzetto? Nuova caserma di Marina di Ravenna? Parco Dante Alighieri? Riqualificazione Fabbrica Vecchia e Marchesato? Nuova sede della Polizia Municipale?»

«Allo scorso giro di boa aveva dovuto ammetterlo da solo. De Pascale confessava: «Come sindaco sento tutta la responsabilità di un cantiere bloccato sulle spalle dell’amministrazione comunale. Ho molta stima e fiducia nei miei collaboratori, ma ci troviamo di fronte a diversi interventi del Comune con ritardi, contenziosi con le imprese e ricorsi». E concludeva: «Allora è chiaro che qualcosa vada cambiato». Sarà anche stato chiaro ma forse non abbastanza. Gli annunci, se possibile, sono aumentati. Spesso affidati ad una assessora ad ok (quella con apposita delega “ai capri espiatori”) quando il Sindaco sente il bisogno (sempre più frequentemente) di discostarsi da un’opera che non sarà mai completata entro il corrente mandato. Niente appare migliorato se si guarda agli esiti degli appalti. Un problema in più per chi gli succederà».

«Porto: bisogna guardare ai numeri»

«Sul porto, invece, bisogna guardare ai dati per superare la cortina fumogena. Se ci si ferma agli annunci, sembra che tutto vada per il meglio. Dice il Sindaco: «Otto anni fa il porto rischiava di finire declassato. In molti mi dicevano: “non ti esporre sul porto”. Io l’ho fatto, e abbiamo vinto la sfida». E allora vediamo i numeri di questa vittoria. Nel 2016, quando il Sindaco straparlava di “antifascismo dei fondali”, la movimentazione del porto ammontava complessivamente a 25.962.764 tonnellate annue tra carico e scarico. Nel 2023 la movimentazione è stata di 25.503.131 tonnellate annue. Guardando i container nel 2016 venivano movimentati 231.076 TEUs tra vuoti e pieni. Nel 2023 i container assommano a 216.981 TEUs (il TEU è l’unità di misura dei contenitori). Nei primi 6 mesi dell’anno in corso si assiste ad un calo ulteriore. Un segno meno del 5,8% sul primo semestre 2023 per quanto riguarda il complessivo delle tonnellate e un calo del 7% per i container. Se questa è una vittoria, figuriamoci come si dovrebbe chiamare una sconfitta!»

«Sul fronte dei lavori è sinceramente difficile capirci qualcosa visto che la fase due si è sovrapposta ad una fase uno. Conviene anche qui guardare ai dati. Nel 2016 le navi più grandi che riuscivano ad accedere al porto, con marea favorevole, avevano un pescaggio di 10,50 metri. Nel 2023… pure. In mezzo ci sono stati lavori per centinaia di milioni di euro. Cosa hanno portato? Ad esempio una banchina lunga un chilometro nuova di pacca nella penisola trattaroli. La destinazione ufficiale sarebbe il nuovo terminal container. Poiché però è stata fatta solo la banchina e il privato non ha infrastrutturato il terreno privato retrostante quasi tutta l’opera sarà destinata, per il momento, ad ospitare i bacini galleggianti per il riempimento dei cassoni della diga frangiflutti a protezione del rigassificatore. Un altro chilometro di opera, questa volta in mare, che serve solo a creare un hub della rigassificazione senza beneficio alcuno per i tradizionali traffici portuali. Però de Pascale è tutto contento lo stesso… Anche in questo caso, dunque, i dati raccontano una storia diversa dal trionfalismo del Sindaco».

«Ravenna in Comune espone le sue critiche, dunque, a ragion veduta. E sulla base di dati non di giudizi stereotipati. Va dunque esposta con sincerità quella che è la verità: ad oggi non è stato rilanciato un bel niente. Solo l’immagine del Sindaco in funzione della corsa alla Presidenza della Regione. Ma se si va oltre le apparenze i risultati della Ravenna che ha amministrato costituiscono più un freno che una spinta verso un traguardo che, sicuramente, su questa base non meriterebbe di tagliare per primo», concludono.

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