Pensato come una suite sul tema dell’amore e sulla necessità interiore della danza, t ’M et variations… è un caleidoscopio di passi, un compendio di tutte quelle caratteristiche che fecero di Béjart un profondo innovatore non tanto dello stile (strettamente neoclassico) ma della forma e del contesto in cui immerse le sue danze. Longilinee e bellissime le sue danzatrici, dagli arabesques infiniti. Danze muscolari, quasi tribali per i suoi danzatori, spinti in avanti come protagonisti, evitando l’eterno ruolo di porteur delle prime ballerine. E poi la coralità della danza portata nelle piazze, magari in t-shirt e jeans. Sono tanti i meriti di un Béjart che si potrebbe definire quasi un filosofo della danza prima ancora che coreografo. Adorato (anche un po’ odiato, a dire il vero, come si conviene ai grandi divi) dai suoi interpreti. t ’M et variations… riporta in scena la bellezza e l’eleganza a cui Béjart non rinunciò mai e tutta la riconoscenza di uno dei suoi magnifici ballerini, Gil Roman, che crea con lui una sorta di conversazione virtuale sulla danza, sullo sfondo anche delle musiche dal vivo del duo Citypercussion.
Anche Béjart fête Maurice, seconda parte del programma, è stata concepita in occasione del doppio anniversario del 2016, ricomponendo sequenze dai balletti del repertorio del Maestro marsigliese in una sorta di viaggio festoso. In onore del ritorno a Ravenna, che avviene dopo 18 anni di assenza, la compagnia ha rivisitato il mosaico di danze per includere due omaggi, uno a Pier Paolo Pasolini – perfettamente in linea con la dedica di questa XXXIII edizione del Festival – e l’altro a Micha van Hoecke. Al primo Béjart dedicò Opéra nel 1992 ispirato al film Uccellacci e uccellini, mentre a Micha è rivolto l’estratto dal balletto Gaîté parisienne su musiche di Offenbach di cui fu straordinario protagonista e di cui Roman serba memoria fin da quando lo vide danzare per la prima volta nel 1979.
Sarà una sorta di prologo all’omaggio tutto incentrato su Micha van Hoecke il prossimo 20 luglio a Ravenna, città che molto lo ha amato e ospitato nei suoi cartelloni. L’Italia è stata una seconda patria per l’artista russo-belga che per anni si è mosso sull’asse Castiglioncello (dove ebbe una residenza artistica con il suo Ensemble) e Ravenna, appunto, in una fitta e prolifica collaborazione di idee e spettacoli con il Festival, dove debuttò anche come regista nell’opera di Daniel-François Esprit-Auber, La Muta di Portici. Micha si è spento in Toscana, dove risiedeva a Rosignano, il 7 agosto del 2021.
Béjart Ballet Lausanne
Fondato nel 1987 da Maurice Béjart, dopo la chiusura del precedente e famoso Ballet du XXeme Siècle, il BBL ha proseguito nel segno vincente del suo ideatore: diffondere il verbo della danza a un pubblico più vasto grazie a un mix di tematiche nuove e di uno stile elegante e raffinato ma anche pronto a scompigliarsi in tenute casual. Dopo la scomparsa di Béjart, è stato Gil Roman a prendere le redini della compagnia, mantenendo vivo lo spirito originario ed esportando in tutto il mondo il repertorio di Béjart e di coreografi affini al suo progetto. Oltre allo stesso Roman, hanno collaborato con la compagnia, tra gli altri, Alonzo King, Tony Fabre, Giorgio Madia, Julio Arozarena.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 a 42 Euro (ridotto da 12 a 38 Euro); under 18 5 Euro
Per quest’evento è attivo il servizio di trasporto gratuito dalla Stazione Ferroviaria al Pala e ritorno (due corse: 20.30 e 20.45).
Sono inoltre previsti, secondo disponibilità, biglietti last minute a tariffa agevolata (10 Euro, 5 Euro per gli under 30), acquistabili sul luogo di spettacolo da un’ora prima dell’evento.[vc_gallery interval=”3″ images=”16142,16144,16145,16146,16147″ img_size=”full”]
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