La nuova creazione di Monica Casadei ridisegna i contorni di una terra inospitale attraverso movimenti coreografici che diventano uno specchio del tormento: i corpi si plasmano in torsioni, sincopi, contratture, intrecci insolubili. Proprio come avviene nell’Inferno di Dante, alcune anime conservano memoria di sé e del proprio passato. Il desiderio di raccontarsi le fa emergere come individui, anche attraverso la lettura dei versi danteschi: Paolo e Francesca, Pier della Vigna, Tiresia, Ulisse, Minosse…personaggi scelti per scandagliare le profondità dell’animo umano, oltre la condanna e verso la compassione.[vc_single_image image=”13400″ img_size=”full”][vc_single_image image=”13401″ img_size=”full”]Le molte “vite” e le passioni di Monica Casadei si ritrovano e si riconfermano in questa nuova creazione: laureata con una tesi su Platone e la danza, Monica ha iniziato la sua carriera con la ginnastica ritmica per poi dedicarsi anima e cuore alla danza, con il basso continuo dell’Aikido, arte marziale appresa con il maestro André Cognard Hanshi So Shihan, tuttora presente nella sua routine. “Con l’Aikido il corpo è cosciente. È un’arte marziale, ma con dietro una fortissima filosofia. Il training di tutti i miei danzatori è lo stesso che ho seguito io – ha spiegato in un’intervista la coreografa – I miei spettacoli sono di danza, ma l’Aikido è il principio energetico, fisico, è un fondo che ha dato spessore, densità e intensità al movimento”. Il respiro internazionale è l’altra bussola che Monica ha tenuto in mano. In cerca di ispirazione e formazione ha attraversato prima tutta l’Europa, spingendosi fin in Cina e in India, dalle quali ha attinto un sapore orientale che aromatizza il suo stile e produzioni frequentemente intrecciate con compagnie e artisti stranieri.
Dall’Italia a Londra e poi a Parigi, dove ha fondato la sua compagnia Artemis prima di tornare in Italia nel 1997, con residenze artistiche al Teatro Due di Parma e dal 2014 al Teatro Comunale di Bologna. Ricca e versatile la sua produzione con oltre quaranta lavori – spesso ispirati da figure come Pasolini, Fellini e, ora, Dante. Una passione collaterale è l’opera, dal 2011 fonte di ispirazione ma con un focus al femminile: c’è la Violetta di Traviata, cuore infranto da un’intera società maschilista e opprimente, la Carmen K, chimera della libertà, la Tosca X come una donna vittima fra le tante. Corpo d’opera si chiama il capitolo dedicato alla rivisitazione in danza del repertorio lirico, approdato nel 2018 a un pre-pandemico Barbiere di Siviglia, dove ha prevalso uno sguardo più scanzonato. Fino ad arrivare all’oggi, a lambire con i 700 anni della ricorrenza dantesca i paesaggi infernali, quasi una premonizione di quello che abbiamo vissuto negli ultimi due anni.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: posto unico numerato 15 Euro (ridotto 12), under 18 5 Euro
Grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, per quest’evento sono previsti, secondo disponibilità, biglietti last minute (10 Euro, 5 Euro per gli under 30), acquistabili sul luogo di spettacolo da un’ora prima dell’evento.
L’appuntamento è in diretta streaming su ravennafestival.live [vc_single_image image=”13402″ img_size=”full”][vc_single_image image=”13403″ img_size=”full”]
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