L’evento è promosso dall’assessorato al Turismo in collaborazione con il Parco del delta del Po.
Anche se il legame con il delta del grande fiume appare oggi lontano, il territorio su cui si è sviluppata, nei millenni, la città è stato originato proprio dall’antico delta padano, i cui rami principali sfociavano proprio attorno a Ravenna. Il nome stesso deriva dall’antico ramo meridionale del Po, il Padenna.
Il legame non è solo nella storia e nell’impianto urbanistico e nei toponimi della città, ma anche nella cultura e nella società. La Casa Matha, la più antica confraternita di pescatori al mondo (943 d.C.), nacque proprio per la gestione della pesca nelle sterminate paludi che circondavano letteralmente Ravenna, isolandola dall’entroterra romagnolo. Le pinete furono realizzate, attorno all’anno 1000, anche per poter allevare, in immensi pascoli ombreggiati dagli alberi, mucche e cavalli, come ancora oggi accade in grandi zone umide a ridosso del mare, come la Camargue o la Maremma.
Oggi questo legame si sta perdendo, nonostante le meraviglie di questi importanti ambienti naturali circondino ancora la città di Ravenna, pronte ad apparire ai nostri occhi, ogni qualvolta decidiamo di fare una passeggiata nelle pinete di San Vitale o di Classe, all’oasi di Punte Alberete o in Valle Mandriole, nelle zone dell’Ortazzo-Ortazzino o a foce Bevano.
Tra la fauna e gli ambienti naturali ritratti spiccano il fenicottero rosa che è senza dubbio la specie più affascinante ed è in breve tempo divenuto un vero simbolo del Parco, dove nidifica con una grandissima colonia nel cuore delle Valli di Comacchio; l’airone guardabuoi si può osservare anche nelle aree coltivate, nei campi di erba medica e lungo gli argini, dove caccia grossi insetti; la pineta di Volano è un folto bosco di pino marittimo, che ombreggia le dune alle spalle della foce del Po di Volano; i canneti sono uno degli habitat più importanti del Delta del Po: depurano le acque, immagazzinano tonnellate di CO2, ospitano specie rarissime; l’airone cenerino è il più comune tra gli aironi ed è molto facile da osservare, ma è specie assolutamente affascinante e maestosa; il cavaliere d’Italia è un uccello molto grazioso ed è il simbolo del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna; la raganella padana è un piccolo anfibio verdissimo, endemico della nostra pianura ed è uno degli anfibi più comuni del Parco; il gruccione è il più variopinto tra gli uccelli d’Europa ed è inconfondibile: azzurro, verde, giallo, nero, rosso ruggine, con il lungo becco nero leggermente ricurvo; Punte Alberete è, forse, il luogo più magico del Delta del Po, con i grandi frassini che si stagliano nelle acque immobili, nel silenzio rotto solo dai movimenti degli uccelli; i cefali, di cui sono presenti cinque specie diverse, sono tra i pesci più abbondanti del Delta del Po, facili da osservare nelle acque limpide del mare e delle valli; la sterna comune e, in generale, le diverse specie di gabbiani e rondini di mare che nidificano sui dossi delle valli salmastre sono uno dei gruppi di uccelli più importanti del Delta, il martin pescatore è il più fotografato tra gli uccelli del Delta, per lo straordinario contrasto di colore tra l’azzurro metallico del dorso e il rosso arancio del ventre; i capanni da pesca, detti anche padelloni, rappresentano una delle forme architettoniche più caratteristiche e simboliche del Delta del Po; lo svasso maggiore è piuttosto comune, in estate nelle paludi di acqua dolce e in inverno in mare e nelle lagune; ha un portamento elegante e spettacolari ciuffi arancioni alla base del capo; il fratino è diventata una specie famosa, un simbolo delle nostre spiagge, dove nidifica una quota importantissima della popolazione europea di questa specie minacciata di estinzione.[vc_gallery interval=”3″ images=”16183,16184,16185,16186,16187″ img_size=”full”]
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Le opere saranno esposte nelle vetrine degli esercenti aderenti da venerdì 22 novembre a lunedì 2 dicembre.
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