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Pupi Avati alla Salina di Cervia per girare il suo nuovo film “L’orto americano”

La Salina di Cervia è uno dei luoghi del nuovo film del regista bolognese Pupi Avati. Si intitola “L’orto americano” ed è tratto dall’omonimo romanzo gotico padano del regista. Le riprese saranno fra Roma, l’Emilia-Romagna e gli Stati Uniti. Pupi Avati alla Salina di Cervia ha girato per tre giorni alcune scene del film.

Nel cast, fra gli altri, compaiono Filippo Scotti, protagonista di “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino e della serie Sky “Un’estate fa”, Rita Tushingham, Armando De Ceccon, Roberto De Francesco, Chiara Caselli, Romano Reggiani, Cesare Cremonini e Andrea Roncato.

Pupi Avati

Nato nel 1938 a Bologna, è un regista cinematografico italiano. Esordì nel 1968 con “Balsamus, l’uomo di Satana“. Raggiunta la notorietà con alcuni sceneggiati televisivi, si è imposto all’attenzione della critica e del pubblico realizzando diversi film, nei quali, insieme alla nostalgia del passato e della civiltà di provincia, si afferma la volontà di un confronto con i temi della società contemporanea.

Alcuni titoli sono: Una gita scolastica (1983); Noi tre (1984); Impiegati (1985); Festa di laurea (1985); Regalo di Natale (1986); Ultimo minuto (1987); Storia di ragazzi e ragazze (1989); Bix (1991); Fratelli e sorelle (1992).

L’ambientazione provinciale, in un intreccio di realtà e fantasia, il tema della memoria, visto spesso in chiave nostalgica, e una personale rilettura dell’horror hanno caratterizzato anche  Magnificat (1993); L’amico d’infanzia (1994); Dichiarazioni d’amore (1994); L’arcano incantatore (1996); Festival (1996); Il testimone dello sposo (1998); La via degli angeli (1999); I cavalieri che fecero l’impresa (2001).

Nel 2003 vince il premio David di Donatello per la regia con Il cuore altrove. A quel periodo risalgono anche La rivincita di Natale (2003); Ma quando arrivano le ragazze? (2004); La seconda notte di nozze (2005); La cena per farli conoscere (2007); Il nascondiglio (2007); Il papà di Giovanna (2008); Gli amici del bar Margherita (2009); Il figlio più piccolo (2010); Una sconfinata giovinezza (2010); Il cuore grande delle ragazze (2011).

Nel 2013 il regista ha pubblicato l’autobiografia “La grande invenzione”; è dello stesso anno la regia della serie televisiva “Un matrimonio”, ricostruzione di una storia familiare sullo sfondo della città di Bologna. Nel 2014 gli è stata dedicata la mostra a Bologna “Pupi Avati. Parenti, amici e altri estranei”, contenente oltre 130 fotografie che raccontano l’immaginario del regista.

Tra i suoi lavori più recenti vanno citati la pellicola Un ragazzo d’oro (2014), di cui ha firmato anche la sceneggiatura, il film per la televisione Il fulgore di Dony (2017), le pellicole cinematografiche Lei mi parla ancora (2021) e La quattordicesima domenica del tempo ordinario (2023), che ha diretto e sceneggiato.

Avati è anche autore dei romanzi Il ragazzo in soffitta (2015), Il signor diavolo (2018), da cui l’anno successivo ha tratto l’omonimo film, e L’archivio del diavolo (2020), e del saggio L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante (2021), da cui l’anno successivo ha tratto il film Dante e L’orto americano (2023).

“L’orto americano”

Subito dopo la Liberazione, in una mattina bolognese, una ragazza in divisa da ausiliaria americana si affaccia per chiedere indicazioni nella bottega di un barbiere. Le basta uno sguardo distratto per far innamorare un giovane aspirante scrittore.

Anni dopo, anche grazie al ricordo di quello sguardo, lui decide di andare proprio in America, «assieme ai suoi morti», per tentare di scrivere il romanzo definitivo, quello che, ne è certo, sarà finalmente pubblicato. Ma le distrazioni cominciano subito: un macabro ritrovamento, un orto da cui di notte provengono urla misteriose e soprattutto una vicina di casa la cui figlia Barbara, arruolatasi come ausiliaria, è dispersa in Italia, probabilmente morta, forse uccisa.

Lui ne è certo: è proprio lei, la ragazza che ha intravisto dal barbiere, e lui deve ritrovarla. Le tracce portano ad Argenta, alla foce del Po, a un processo che sta per celebrarsi e a una torbida coppia di fratelli. Laggiù, tra il cielo e l’acqua, lo scrittore incontrerà una vicenda più coinvolgente e pericolosa di qualsiasi romanzo abbia mai immaginato: una storia di erotismo e omicidio, di vivi che non sanno vivere e morti che non vogliono morire.

Leggi anche: La Salina di Cervia candidata Patrimonio dell’umanità Unesco

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