Priolo: “Oggi la richiesta dello stato d’emergenza. All’opera per tornare alla normalità”

Sono circa 2.500 a oggi le persone evacuate, la gran parte in via precauzionale, nei territori colpiti, dove tecnici e imprese stanno già lavorando per ripristinare gli argini nelle parti colpite: non si registrano infatti più fuoriuscite d’acqua su Senio e Lamone. Intanto, le previsioni meteo virano verso un deciso miglioramento, con i prossimi tre giorni di tempo sereno.

Questa mattina la presidente della Regione, Irene Priolo, ha effettuato una ricognizione in elicottero sulle aree alluvionate, in particolare Lugo e Traversara di Bagnacavallo, nel ravennate, e Idice nel bolognese. Erano con lei Carlo Dall’Oppio, capo del corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro, comandante regionale, e Rita Nicolini, direttore dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Successivamente, Priolo ha partecipato al Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) di Ravenna convocato in sede permanente in Prefettura a Ravenna, insieme al prefetto, Castrese De Rosa, dove ha fatto il punto con i sindaci del territorio.

Le parole di Irene Priolo

“Stamattina firmerò la richiesta dello stato d’emergenza che invieremo subito al Governo- ha detto Priolo, nel corso dell’incontro con i giornalisti-. Dagli interventi di soccorso, che proseguono dove necessario, siamo già all’opera per tornare alla normalità. La rottura del Senio ha causato l’allagamento a Lugo interessando, con diverse intensità, alcune parti della cittadina. Stiamo già organizzando il massimo supporto con un’ottantina di volontari della Protezione civile della Colonna Toscana e i nostri tecnici dell’Agenzia regionale. Ieri sera- ha proseguito la presidente- ho firmato l’ordinanza per la gestione dei rifiuti, solidi e liquidi: più agiamo rapidamente nello smaltimento, meno saranno i problemi, soprattutto per le famiglie e i cittadini. 

Durante il sorvolo- ha aggiunto- abbiamo potuto vedere tutta la rotta a Traversara; dal Lamone al Senio, al momento non c’è più fuoriuscita di acqua e questo è molto importante. Stiamo già lavorando e trasportando massi ciclopici per chiudere le falle. Altro intervento riguarda Faenza, in particolare il Marzeno. Di cantieri, dopo l’alluvione del 2023, ne abbiamo realizzati, programmati e avviati a centinaia- ha concluso Priolo-, e ci hanno permesso di contenere i danni. Servono opere straordinarie, quelle indicate nei Piani speciali, per uscire dalla logica dell’emergenza ed entrare in quella della prevenzione, una priorità per tutto il Paese. E spetta al Governo finanziarle”.

La situazione dei fiumi

Le criticità maggiori, sui territori colpiti, riguardano il ravennate, con il Lamone (in particolare, la rotta a Traversara di Bagnacavallo) e il Senio (sfiancamento dell’argine all’altezza di Cotignola, con l’acqua defluita verso Lugo, che si sta allagando). Per il ponte ferroviario di Boncellino è stato chiesto l’aiuto a Rfi per intervenire con mezzi appositi, così da rimuovere il legname. Colpite alcune zone di Faenza (in particolare via Cimatti via Pellico). Altre criticità rilevate a Castel Bolognese e in Appennino, con frane e ruscellamenti diffusi.

Stamani, alle 8, risultavano circa 1.300 interruzioni di energia elettrica, in corso di ripristino. 

La situazione a Ravenna

Sono in corso lavori sul ponte di Boncellino per rimuovere il legname accumulato. 
Completata l’evacuazione, in via precauzionale, dell’ospedale di Lugo, con circa 180 persone trasportate in altri ospedali. A Bagnavallo si sta mettendo in sicurezza un grande allevamento di suini, dove è arrivata l’acqua. Le strade statali sono tutte percorribili. 

Colonne mobili e volontari

Il supporto dalle altre colonne mobili regionali (Friuli Venezia Giulia, Toscana, Veneto, Lombardia, Provincia autonoma di Trento) da oggi è ridislocato così: Friuli Venezia Giulia a Forlì, Lombardia a Faenza e Bagnacavallo, Toscana a Lugo, Veneto a Riolo, Brisighella e, a seguire, Unione Faentina e Bagnacavallo; Provincia autonoma di Trento: San Lazzaro di Savena e, a seguire, Bagnacavallo.

Dall’inizio dell’emergenza sono stati impegnati circa 400 volontari dalle altre regioni e circa 250 dai coordinamenti e associazioni emiliano-romagnole.

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