Ancisi(LpR): «Polveri in via Trieste, il Sindaco accerti la regolarità del cantiere»

I residenti della zona accusano disturbi alle vie respiratorie e irritazione agli occhi. Inoltre, il cantiere, a quanto dicono i residenti, non sarebbe segnalato, ma nascosto da pannelli in cemento

A Lista per Ravenna è arrivata una segnalazione dei residenti di via Trieste a Ravenna, che lamentano il continuo sollevamento di polveri in via Trieste. A fianco della società Rosetti Marino e di fronte alla F.lli Righini, sarebbero in corso attività con ruspe, scavatrici e camion, che sollevano nubi di polvere, tanto che i residenti e negozianti della zona lamentano irritazione a occhi e gola. Inoltre, a ridosso della zona sembra non essere presente alcun cartello che segnali il cantiere, al contrario nascosto da cumuli di cemento.

La richiesta di Lista per Ravenna al Sindaco

Lista per Ravenna chiede al Sindaco di intervenire, siccome secondo il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) i sindaci sono organi responsabili dell’amministrazione del proprio Comune e sovrintendono al funzionamento dei servizi e degli uffici e all’esecuzione degli atti. Chiedono a De Pascale, attraverso i competenti uffici comunali, di accertare e ed eventualmente sanzionare i fatti descritti, ponendo termine tempestivamente ai disagi che ne derivano all’ambiente e alla cittadinanza. Essendo anche presidente della Provincia di Ravenna, gli chiedono anche di interloquire con ARPAE riguardo agli aspetti ambientali, e lo stesso al servizio di Igiene pubblica, essendo presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria dell’AUSL Romagna.

I residenti di via Trieste si rivolgono a Lista per Ravenna

Nello scorso fine settimana, Lista per Ravenna ha ricevuto messaggi angosciati da via Trieste, con foto e video descrittivi. Ancisi li riassume così: «Come prevedibile, all’interno dell’area di stoccaggio dei fanghi portuali, a fianco della società Rosetti Marino e di fronte alla F.lli Righini, da alcune settimane sono riprese le attività con ruspe, scavatrici e camion. Tutte queste macchine operatrici stanno scavando il materiale depositato, creando cumuli, probabilmente per far asciugare gli strati inferiori. I camion entrano a velocità sostenuta per caricare o scaricare, formando nuvole di polvere in tutta la zona. Un paio di persone che lavorano in attività circostanti stanno accusando disturbi alle vie respiratorie, altre irritazione agli occhi e alla gola».

«Un medico aziendale competente – prosegue Ancisi – ha contattato ARPAE (agenzia regionale per l’ambiente), per segnalare la problematica, ma gli è stato risposto che non è di loro competenza e di rivolgersi all’Igiene pubblica. Ai residenti sembra strano che attività cosi impattanti per l’ambiente non vengano assolutamente monitorate, mentre si dovrebbero dare risposte precise dopo aver analizzato la qualità dell’aria. I residenti confidano nel supporto di Lista per Ravenna per aprire gli occhi a chi si gira volutamente dall’altra parte e riteniamo una scelta irresponsabile aver autorizzato tutti quei depositi a ridosso di quartiere e zona densamente abitate, valutazione che noi avevamo espresso già sull’analogo abbruttimento dei campi di via Baiona».

Lista per Ravenna ha chiesto ai residenti le foto del cartello di cantiere, ma sembra che non ci siano cartelli di cantiere, ma solo cartelli di prescrizione per le protezioni individuali. Inoltre, sarebbero stati posizionati, all’ingresso dei mezzi di trasporto, dei pannelli in cemento per non fare vedere da via Trieste le attività di movimento terre continuo.

Qualcosa di simile era successo anche a fine 2022 in via Baiona

Nel giro di un anno a Ravenna, tra lo scalo merci ferroviario e la parte urbana di via Baiona, 259mila metri quadrati di ex campi agricoli sono stati sommersi da montagne di fanghi portuali, diventandone il “deposito definitivo”.

«Battagliammo a lungo – ha detto Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna tra novembre e dicembre per far eliminare i mezzi pesanti che, nel tratto stradale di ingresso/uscita del cantiere, tra il distributore Ego e il Fosso Fagiolo, emettevano polveri insane e mollavano scie di detriti scivolosi sulla carreggiata, perfino inscurendone il colore, con grave pericolo per il traffico motoristico e ciclistico e sporcando i pedoni e i ragazzi in attesa del bus per andare a scuola».

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