Più rinnovabili per l’indipendenza energetica dell’Italia

ROMA (ITALPRESS) – Più rinnovabili per l’indipendenza energetica dell’Italia. Solare sulle coperture, eolico offshore, idroelettrico e geotermia sostenibili made in Italy per ridurre la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni di fossili dall’estero. Sono queste le proposte presentate e discusse al convegno “Italia e UE: indipendenza energetica e sfida EcoDigital”, promosso su iniziativa della Senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerde, Fondazione Homo Ex Machina, TeleAmbiente e Radio Radicale. “Noi rischiamo di spostare la dipendenza dalla Russia verso altri paesi instabili, se vogliamo l’indipendenza energetica dobbiamo puntare sulle rinnovabili che sono l’unica soluzione. Il sole e il vento sono gratis, siamo paesi che hanno grandi tecnologie e possiamo trasformarli in energia elettrica. Oggi è possibile davvero fare questa svolta e dobbiamo farla”, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde, spiegando che oggi anche “un settore di Confindustria che si occupa di rinnovabili propone di tirar fuori 85 miliardi di tasca propria”.
Pecoraro ha inoltre sottolineato che oggi “bisogna innanzitutto vigilare che siano spesi bene i soldi della transizione ecologica e digitale che servono davvero all’indipendenza energetica del nostro paese, che si smetta di dare soldi a pioggia con vari tipi di bonus – ha proseguito – ma, per esempio, che si dia al milione di cittadini meno abbienti magari un pannello solare a testa per ridurre lo spreco energetico, diamo strumenti e non soldi a pioggia”. Anche per Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto al Senato e promotrice dell’evento, “ci sono molte questioni da affrontare, abbiamo una situazione complicata e sono anni che noi lavoriamo e spingiamo molto sull’accelerazione delle rinnovabili. Le risorse oggi vanno allocate su questo e non sulle spese militari”. Secondo la senatrice, con la tragedia della guerra l’indipendenza energetica duratura può essere garantita solo con “efficienza e rinnovabili. Dobbiamo mettere in rete tutti coloro che nelle forze politiche e sociali, nelle imprese e nella comunità scientifica condividono questa sfida”.
Il convegno ha visto anche la partecipazione, tra gli altri, del presidente del M5S, Giuseppe Conte, che ha evidenziato come “stiamo attraversando una crisi fortissima acuita dal conflitto in Ucraina e stiamo toccando con mano il problema del caro prezzi. E’ evidente che in contesto come l’attuale se non si sono fatte scelte in passato lungimiranti oggi si pagano con maggiore difficoltà. Purtroppo – ha proseguito – la situazione è complicata anche sul piano energetico, l’Ue non ha risposto in maniera univoca e il rinvio a maggio significa non aver trovato una soluzione. Dobbiamo concentrare degli investimenti senza precedenti su energie rinnovabili e non su una corsa al riarmo, non abbiamo gli spazi fiscale di Germania e Usa”.
Entrando nella discussione delle ultime settimane che riguarda le spese per gli armamenti e le fibrillazioni nella maggioranza, Conte ha chiarito che “siamo di fronte a un boom di mancati pagamenti, poi possiamo decidere di volgere lo sguardo altrove e in questi giorni il dibattito pubblico ci sta rendendo dotti di tutte le categorie di missili. Ecco perchè continuo a richiamare l’attenzione dicendo che ci sono filiere produttive che non hanno più materia prima, possiamo parlare anche di questo? Poi parliamo anche dei missili e carri. In questo contesto il M5S ha posto un problema, è quando lo fa vuol dire che vuole la crisi di governo?. Il M5S continuerà a lavorare non per le crisi di governo, ma per tutelare gli interessi dei cittadini, per fare delle scelte di buonsenso”, ha concluso.
Per Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura, “in questa situazione in cui il gas questa mattina costa sei volte in più il prezzo della media normale, dobbiamo porci un problema oltre che di diversificazione delle fonti anche di costo dell’energia. E’ evidente che oggi le rinnovabili costano e meno e dobbiamo ragionare di farle. Come associazione di produttori abbiamo fatto la proposta per realizzare 60 giga watt nei prossimi tre anni – ha spiegato – lo si può fare e farebbero risparmiare le importazioni di gas e creerebbero circa 80mila posti di lavoro per i prossimi tre anni. L’unica cosa che manca per fare tutto ciò sono i permessi”. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha evidenziato la necessità di mettere in atto “un piano che mostri come risparmiare energia e come attraverso una forte spinta sulle rinnovabili si possono raggiungere gli obiettivi, altrimenti restiamo solo sul dichiarato. Prendiamo carta e penna e dimostriamo che si può, facciamo un piano credibile da qui al 2050. La buona notizia è che i sindaci di tutto il mondo la vedono allo stesso modo – ha aggiunto Sala – e le città possono mostrare che una serie di cose le hanno fatte”.
(ITALPRESS).

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