Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, pone l’attenzione sulla piscina comunale Gianni Gambi di via Falconieri. Nonostante sia un’«infrastruttura obsoleta, per gli impianti, gli infissi, la copertura ed altro, aspetta da una quindicina d’anni di essere riqualificata», le tariffe aumentano a discapito dei cittadini, che – secondo Ancisi – inevitabilmente si disinteressano al nuoto. Dei lavori per la nuova piscina comunale di Ravenna, che dovevano iniziare lo scorso autunno, Lista per Ravenna non ha nessuna notizia.
«Dei lavori per la nuova piscina – esordisce Ancisi -, che sarebbero dovuti partire lo scorso autunno, non si vede ancora nulla dalle parti di viale Alberti, dove l’attuale impianto sarà “raddoppiato”, anche se, per vincolo contrattuale, i lavori dovrebbero concludersi entro il 31 marzo 2026».
«Una seconda piscina comunale dalla parte opposta della città era stata inserita nel Piano urbanistico Cos2, destinato ad edificare 21 ettari di terreni agricoli tra le vie Romea Nord e Sant’Alberto. Sarebbe stata costruita in via Bisanzio, di fronte al nuovo Lidl, a carico dei privati proprietari di quei terreni, se non fosse che, recentemente, il Comune ci ha informalmente annunciato, nella persona dell’assessore allo sport, la cancellazione».
«Nel frattempo, l’amministrazione comunale, bontà sua, ha acquistato i teloni risparmia-calore per coprire, durante l’inattività, le vasche della vecchia piscina, anche per evitare dispersioni termiche. Durante il periodo estivo, col rialzo delle temperature, i teloni sono rimasti inutilizzati, accantonati lontano dalle vasche. Da settembre alla terza settimana di novembre sono stati riposizionati nel piano vasca, ma mai stesi sull’acqua, che è rimasta dunque un po’ fredda, in particolare per i bambini e per gli utenti non agonisti, che spesso restano a bagno per un tempo non breve. La struttura, quasi medioevale, è veramente al limite».
«Dal 7 marzo scorso – continua Ancisi -, le tariffe ordinarie di accesso al servizio hanno però subìto vistosi incrementi, ad esempio del 12,55% per un ingresso, del 17,87% per 10 ingressi e del 18,54% per l’abbonamento mensile. È stata soppressa la riduzione serale per gli ingressi al pubblico dalle 21:30».
«Ciononostante, sono peggiorate le condizioni degli utenti. Pagano anche per asciugarsi i capelli. Utilizzano spogliatoi al minimo della decenza, oltretutto poco riscaldati, specie quando vi entrano bagnati. Riscontrano manutenzioni elementari trascurate: cabine sfregiate, armadietti e docce privi della chiusura, bagni indecenti presso la tribuna della vasca grande, infissi con guarnizioni rimpiazzate da nastro adesivo».
«Forse si spende poco per la piscina? Nel bilancio del 2022, da cui quello del 2023 non sarà dissimile, si legge che, per la gestione della piscina, il Comune ha speso 627.058 euro, di cui 536.303 per il contributo annuale versato al gestore privato, il quale, però, incassa quasi per intero le entrate tariffarie, lasciando al Comune solo il 3%. Ne deriva che il Comune ci rimette oltre il 97% di quello che spende, a carico dunque di tutti i cittadini, laddove le piscine pubbliche di proprietà privata presenti in altre città, com’ è stato a Ravenna in passato, ci guadagnano, se no chiudono».
«Si può sperare di meglio quando sarà a regime il nuovo impianto? – si chiede Ancisi -. Sui conti lasciamo perdere, perché il contributo annuale per le sole spese di gestione costerà al Comune 909.562 euro, senza nessun introito. Il problema più grave è che l’attesa, troppo a lungo trascinata, purtroppo allontana l’interesse della comunità ravennate verso il nuoto e le discipline connesse. La nostra città ci rimette sul versante delle opportunità ludiche, sportive e turistiche. Ne soffre anche l’immagine, non potendo da troppo tempo ospitare manifestazioni natatorie di prim’ordine».
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